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mercoledì 16 maggio 2012

TOGLIERE



Togliere, a un certo punto della sua vita ritenne che fosse arrivato il momento di togliere.
Così come lo scultore asporta con pazienza piccole parti di marmo o di legno per fare emergere una figura, così come il pittore elimina, poco alla volta, gli spazi bianchi dalla tela e li riempie di colori, anche lui pensò di dover rinunciare a minute porzioni di se stesso, per fare affiorare la sua vera e intima essenza di uomo.
Il processo di privazione fu molto lento e infinitamente lungo. Decise di iniziare dalle cose più insignificanti, in apparenza prive di valore. Minuscoli oggetti, dei quali imparò ben presto a fare a meno.
Da tanti anni portava, appesa al collo, una catenina d’oro. L’aveva indossata la prima volta quando era ancora un bambino. La sfilò, e non la mise mai più. Poi fu la volta degli anelli. Le dita non hanno bisogno di ornamenti, possono esprimere la loro nobiltà anche stando nude. Per una ragione che, sul momento, non seppe spiegare, tenne soltanto un impalpabile braccialetto di corda, umile e unico addobbo a circondare il suo polso sottile.
Chiuse in un cassetto il suo prezioso orologio, e subito si sentì più leggero. Non per il sollievo dovuto al minore peso, ma perché provò conforto nell’anima. Non avrebbe più lottato contro il tempo, entità crudele, temibile avversario in una interminabile battaglia che da sempre aveva saputo essere persa.
Si concentrò sui suoi gesti, sui suoi movimenti. Imparò a muoversi in assoluta economia, quasi scivolando, senza dissipare le energie, distribuendo al meglio le forze. Eliminò quasi tutto. Non si spostava, semplicemente si materializzava da un luogo all’altro. Almeno, questa era la sua impressione. E quella degli altri, che dopo un po’ non si meravigliarono più per tale inusuale capacità.
Alla fine si dedicò alle parole. Da sempre aveva considerato quanto le parole fossero importanti ma, nello stesso tempo, pensava anche che fossero troppe. Un impiego eccessivo, un consumo immotivato, che aveva svuotato le parole del loro contenuto, del loro vero significato. Erano diventate leggere, senza spessore. Imparò con fatica ad utilizzarne poche, tutte pesanti. Parlava soltanto quando aveva qualcosa da dire di davvero importante, di significativo. Si rese conto che poteva stare anche per interi giorni senza aprire bocca. Piuttosto che pronunciare parole vuote preferiva ascoltare. In tal modo apprese molto. Scartò il superfluo, ciò che non era necessario, e si accorse che rimaneva molto.
Togliere, aveva deciso di togliere. E l’aveva fatto.
Che cosa era rimasto di lui? In verità non lo sapeva, però era certo, a quel punto, di essere pronto.
Era ormai pronto per qualsiasi cosa.

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