Il vile attentato stragista di Brindisi non può che destare,
in tutti noi, nell’intero Paese, sgomento e profondo sdegno. Nonché incredulità
e sbigottimento, quasi confusione, per ciò che si è osato fare. È stata colpita
una scuola, corpi di giovani studentesse sono stati martoriati dalla violenta e
assassina deflagrazione; una ragazza non ce l’ha fatta, le altre vittime hanno
riportato gravi ferite, tenere menti sconvolte per sempre. Giovani donne innocenti, bersaglio di una
indicibile barbarie. E un luogo simbolo, la scuola, uno spazio ritenuto
intoccabile, dove si investe sul futuro, dove le nuove generazioni acquisiscono
la piena consapevolezza del loro futuro ruolo nella società. Chi tocca la
scuola percuote in profondità le corde di tutti, le fa vibrare di indignazione, scatena un
rigetto assoluto, una reazione impetuosa.
È difficile riuscire a comprendere le ragioni di una simile
violenza. Forse impossibile.
Gli inquirenti stanno vagliando tutte le possibili piste,
stanno analizzando le modalità operative dell’ignobile gesto, e nessuna ipotesi
è stata a priori scartata. Ci auguriamo che l’impegno delle istituzioni sia
premiato, che sia possibile attribuire una firma, una responsabilità, una
precisa identità a chi si è macchiato di un delitto così ignobile. Nello stesso
tempo, non ancora espresso, affiora il solito timore, quel senso di sconforto
che assale quando si pensa a tutte le stragi rimaste impunite nel nostro Paese,
dove non è stato possibile individuare un colpevole.
Ma ciò che più disorienta in questo momento è un’altra
considerazione, che genera turbamento, che sconcerta.
La tentata strage ha dei mandanti, che intendevano
perseguire uno scellerato disegno, e ha dei cinici esecutori.
Per favore, non chiamiamo questi spregevoli individui bestie,
belve, animali feroci. No, purtroppo siamo di fronte ad esseri umani, che hanno
agito in piena cognizione, utilizzando il loro libero arbitrio.
Qualcuno, freddamente, ha deciso. Altri hanno collocato le
bombole di gas, le hanno collegate a un timer, hanno fabbricato l’innesco,
consapevoli dello spaventoso effetto che avrebbero prodotto. E non si tratta neppure di fanatici, di gente dalla mente obnubilata.
Si tratta di persone che hanno smarrito il senso di umanità,
del tutto indifferenti al marchio d’infamia che li ha segnati, che per sempre
porteranno inciso. Del tutto indifferenti, impassibili, distaccati. Freddi,
come il gelo che li accompagna.
Interroghiamoci su questo abisso dell’anima nel quale siamo
precipitati, e dal quale sembra arduo uscire.
Nessun commento:
Posta un commento