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lunedì 13 maggio 2024

L' AUTOMOBILE NUOVA

Ho tra le mani i documenti di acquisto. Li scorro, nell'ultima pagina è indicato il prezzo dell'autovettura: cinquecento euro. La mia intenzione non era quella di spendere così poco. Non è per risparmiare che alla fine ho accettato di acquistare questa automobile. L'ho fatto, e non so il perché. La macchina, in realtà, non l'ho neppure vista. Sto andando adesso all'autosalone a ritirarla. Mi dovrà piacere per forza, non c'è possibilità di tornare indietro. Io volevo acquistare un'auto come quelle di adesso, con tanta plastica e tanta elettronica, ma non ci sono  riuscito. Gli eventi sono andati in una direzione che non ho potuto fare a meno di seguire. Ecco, sono arrivato a destinazione. Il venditore che mi accoglie porta le basette lunghe, come si usava alcuni anni fa, e indossa un completo blu un po' stazzonato.

"La sua automobile è sotto, al coperto" dice.

Lo seguo. Un grande ascensore ci conduce nel seminterrato.

Camminiamo per qualche decina di metri in mezzo a un mare di autovetture. Quando siamo quasi arrivati in fondo all'immenso salone il basettone si ferma.

"Ecco, la sua è questa" dice, con enfasi.

Guardo l'auto. È di colore rosso, e io odio il colore rosso, almeno quanto il giallo. Riconosco il modello, si tratta di una FIAT 124 familiare. Davanti, sul frontalino, sono avvitati due fari antinebbia, rotondi. Sul tettuccio è montato un enorme portabagagli.

"Se vuole, ci può caricare pure un armadio" dice il venditore.

Non ho armadi da caricare, per cui non gli bado. Noto che la carrozzeria, un po' rovinata, è stata lucidata in maniera approssimativa, le numerose cromature sono opache. Sbircio l'interno, attraverso un finestrino socchiuso. Il volante è rivestito di cuoio. I sedili in finta pelle, soprattutto quello del guidatore, appaiono consumati. Quando mi sposto sul lato sinistro della vettura non riesco a trattenere una esclamazione di stupore. Sotto la fiancata, tra le ruote, spunta una marmitta color ottone. Sembra la parte finale di un sassofono e sporge di almeno una ventina di centimetri. La indico al venditore, senza dire nulla. Lui annuisce, compiaciuto.

"Sentisse che rumore!" esclama. "Occorre soltanto fare attenzione ai pedoni, a non falciarli".

Sono sempre più sbigottito. Che cosa ho fatto? Che automobile ho comprato?

Per buona sorte mi sveglio. Sì, era soltanto un sogno. Mi sono destato all'improvviso, prima che la visione si trasformasse in incubo. È piena notte, decido di alzarmi per bere un po' d'acqua. Giunto in cucina, noto sul tavolo i documenti di acquisto dell'automobile nuova. L'ho comprata ieri, l'operazione mi ha impegnato tutto il pomeriggio, ecco spiegato il perché di quel sogno. E poi, soddisfatto per l'acquisto, ieri sera ho un po' esagerato a cena. Mentre bevo l'acqua, sfoglio distrattamente i documenti. Da nessuna parte vedo indicati marca e modello dell'auto nuova. Un po' in affanno proseguo e, arrivato ormai all'ultima pagina, leggo il prezzo di acquisto dell'automobile nuova: cinquecento euro. 

 

lunedì 6 maggio 2024

LA SCELTA


 

Nessuno ormai ha memoria di quando fu fatta la scelta, e di quella decisione non esiste alcuna traccia scritta. Noi non lasciamo nessun segno, nessun segno che possa rimanere. Quel che è sicuro è che, all'epoca, la discussione fu lunga e la risoluzione finale sofferta. Non tutte le comunità esistenti erano d'accordo, talune protestarono con forza, difesero le loro idee, alla fine si piegarono a malincuore a quanto stabilito dalla maggioranza. Da allora la scelta non fu più messa in discussione.

Si decise di non sviluppare la scienza e la tecnologia. Eppure ne avremmo avuto così bisogno! Allora, come adesso, molti di noi muoiono in giovane età, non c'è alcuna possibilità di curare la gran parte delle malattie. La mancanza di ingegnosità pesa di meno. Avremmo potuto costruire macchine di ogni tipo, per spostarci, per alleviare le nostre fatiche, ma non lo abbiamo fatto. Ci piace pensare che, se ci fossimo applicati, saremmo stati in grado di farlo. Qualcuno, tuttavia, lo mette in dubbio. Chissà se ha ragione oppure no.

La scelta comportò, inevitabilmente, l'adozione di una misura che può apparire crudele. Tutto sarebbe stato inutile senza un rigido controllo delle nascite. È stato messo in pratica, ha funzionato. Il totale degli individui presenti sul pianeta non supera mai i due milioni di unità. Non si può andare oltre, sarebbe pericoloso.

Abbiamo rinunciato a scienza e tecnologia, ma non ad ampliare il pensiero, non ad accrescere lo studio delle arti. Non si può rinunciare alla bellezza. Si è sviluppata, in particolare, quella che viene chiamata creatività effimera. Pittori, scultori, letterati e musicisti producono opere che hanno durata transitoria. Dopo poco tempo sculture e dipinti svaniscono, la musica è diffusa soltanto nell'aria, le opere letterarie tramandate oralmente. Della nostra civiltà non deve rimanere alcuna traccia, perché prima o dopo spariremo, tutto ha un inizio e una fine.

A volte, la sera attorno al fuoco, i ragazzi rivolgono qualche domanda audace. Chiedono che cosa sarebbe accaduto se non fosse stata fatta la scelta. Nessuno lo sa, tuttavia i più anziani azzardano qualche risposta, per cercare di soddisfare l'innata curiosità degli individui più giovani, che sono pochi e preziosi.

Forse la Terra sarebbe un Paradiso, dicono, con miliardi di persone a popolarla. Ci sarebbero grandi insediamenti umani ovunque, la tecnologia e la scienza permetterebbero di fare qualsiasi cosa, viaggiare a grande velocità, addirittura in cielo e nei mari, comunicare a distanza, diventare immortali o quasi, essere onnipotenti.

Oppure la Terra sarebbe un Inferno, aggiungono, i troppi individui esaurirebbero in breve tempo le riserve del pianeta, lo inquinerebbero fino a renderlo invivibile, finirebbero con il farsi la guerra, a uccidersi, a distruggere tutto.

Di fronte a queste ultime parole i giovani spalancano la bocca, increduli, spaventati. Non sanno cos'è l'inquinamento, che cos'è la violenza, come non lo sa nessuno di noi, ma ne hanno paura, tutti ne abbiamo terrore. Sono percorso da brividi, mi stringo nella pelliccia d'orso e mi avvicino al fuoco.

Dio benedica una volta di più gli uomini saggi che diedero vita alla scelta.