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lunedì 31 gennaio 2011

PAGLIUZZE



In margine alle note vicende che hanno coinvolto il nostro indegno e impresentabile Primo Ministro, mi sia consentito esporre un paio di considerazioni che, seppure possano apparire marginali, rappresentano comunque un elemento di rilievo rispetto al fenomeno di assuefazione che sembra aver colpito i cittadini italiani.
Il caso Nicole Minetti, innanzitutto. L’aspirante maîtresse che, a quanto è dato sapere, spende tutto il proprio tempo per soddisfare le squallide esigenze e i singolari capricci del suo capo, ricopre il ruolo istituzionale di consigliere regionale in Lombardia e, come tale, è sontuosamente retribuita con denaro pubblico. La sua occupazione abituale – procacciare ragazze  – le avrà di sicuro impedito di dedicarsi, con il necessario impegno, all’esame e allo studio approfondito dei provvedimenti legislativi lombardi  nonché di occuparsi di tutte le altre incombenze connesse all’importante incarico di deputato regionale.
Gli avvocati Ghedini & Longo, entrambi parlamentari e riccamente stipendiati con risorse collettive, da anni seguono a tempo pieno le infinite vicende giudiziarie di Berlusconi. Inoltre, i due legali hanno contribuito con un certo successo all’ideazione, alla modifica e all’approvazione di leggi di proposito calibrate sulla persona del Presidente del Consiglio allo scopo di garantirgli una impunità di fatto.
Queste semplici e quasi secondarie valutazioni avrebbero scatenato, in qualsiasi paese normale, la rabbia e l’indignazione popolare. Ciò invece non è accaduto.
Riflettiamo.

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