“Chi siamo? Perché esistiamo?”
Marco è disteso sul suo letto, nella piccola camera, con lo
sguardo perso nel vuoto. Il suo amico Luca è in piedi, con le braccia conserte
e una smorfia stampata sul viso ampio, dai tratti marcati. A differenza di
Luca, Marco è etereo, possiede un corpo minuto che ama ricoprire con vestiti
abbondanti.
“Quanto sei noioso! Ti sarai mica infatuato della prof di
filosofia?” Luca, beffardo.
“Come sei stronzo tu, piuttosto. Mi sono innamorato della
materia.”
“Uff! Falla finita!”
“Perché? L’essere umano, da sempre, si è posto queste
domande. Continuerà a farlo.”
“E non è mai riuscito a fornire una risposta. Se devo essere
sincero, questa mattina la lezione non l’ho proprio seguita. Ho trascorso l’ora
a messaggiare. Ti assicuro, è molto più divertente che stare ad ascoltare
quella pazza fanatica.”
“Non si può usare il cellulare a scuola. È proibito” dice Marco.
“Che fai? Sfotti?”
“Stavo parlando sul serio.”
“Peggio ancora. Io passo a trovarti e tu non sai fare altro
che parlare di filosofia!”
“Per quale motivo sei venuto da me?”
“Come? Per quale motivo? Perché siamo amici, cazzo! Ci conosciamo
da quando eravamo bambini! Sarai pure uno sfigato che ama trascorrere i
pomeriggi recluso in casa ma ti sono affezionato. Ti sembra sufficiente come
spiegazione?”
Marco annuisce.
“Siamo diversi” dice.
“Che importa? Tutti gli esseri umani sono tra loro
differenti! È un problema? Hai forse deciso di farmi incazzare? Vuoi che me ne
vada?”
Marco sorride.
“No, rimani pure.”
“Grazie!”
“Scusa, non volevo farti adirare.”
“Adirare! Ma senti come parla questo! Senti, scrivi ancora
poesie?”
L’amico arrossisce lievemente e distoglie lo sguardo.
“No, non ne scrivo più…” farfuglia imbarazzato.
“Perché te ne stai sempre qui dentro? Perché non esci mai?”
domanda Luca cambiando argomento. Ha notato il disagio dell’amico.
“Esco già per andare a scuola. Mi basta. E non ho paura
della solitudine, della mia perfetta solitudine.”
“Perfetta?”
Marco ignora la domanda.
“Ci sono tante cose da fare. Studio, leggo e…”
“…e poi?”
“Be’… studio e leggo. Queste due attività mi impegnano
moltissimo. Non ho tempo per fare altro.”
Il volto di Luca si distende. Il ragazzo si abbandona ai
ricordi dell’infanzia.
“Ti ricordi quando andavamo a giocare a pallone? In quel
campetto spelacchiato?”
Marco lo guarda, serio.
“Mi costringevi ad andare. Io a calcio non ero bravo, finivo
sempre a giocare in porta. E avevo paura delle pallonate.”
“E non ti buttavi mai!”
“No, non mi buttavo perché temevo di farmi male, di
sbucciarmi le ginocchia.”
“Già, e guarda che fisico ti ritrovi, una vera mezza…” Luca si
blocca appena in tempo.
Marco ha compreso ciò che l’amico intendeva dire, ma non
sembra particolarmente turbato. Scrolla le spalle.
“Ascolta, ci verresti domani sera al cinema con me?”
“A vedere quale film?” domanda Marco. Appare interessato.
“Eh? Quale film? E che ne so! Lo decideremo sul momento.
Guardiamo le locandine e i titoli e…”
“Preferirei stabilirlo prima.”
“Quanto sei pesante! Vuoi per caso studiarti le recensioni?”
Il tono di Luca è sarcastico. Marco non coglie.
“Sì, certo.”
“D’accordo, come vuoi tu. Ti spiace se c’è anche Valentina?”
Marco, di colpo, si irrigidisce.
“Valentina? Chi è?” domanda. La sua voce è tremolante,
insicura.
“Oh, una mia amica. Comunque, non preoccuparti. Le dirò di
portare un’amica. Per te.”
“Che cosa ti fa pensare che io gradisca? Guarda che possiedo
una mia individualità! Ho anch’io il diritto di essere selettivo!” ribatte Marco
in tono stridulo.
“Ehi! Non te la prendere… Non ti piacciono le ragazze? Sarai
mica diventato fr.. hai per caso maturato diverse preferenze sessuali?”
“Non credo che mi interessi andare al cinema con te…” Marco
ora è pallido e sudato. Si vergogna per la reazione eccessiva.
“In quanto a isteria sei peggio di Morena!” dice Luca. Marco
si allarma di nuovo.
“Chi è Morena?” domanda.
“Morena! Quella del Grande
Fratello! Ieri sera quando quel coglione di Gualtiero le ha detto che…”
Luca si interrompe, colto da un dubbio atroce.
“Non lo guardi?” chiede.
Marco non risponde ma il suo sguardo è eloquente. Luca si
imbarazza.
“Va bene, risparmiami il pistolotto che per te il Grande Fratello è soltanto un libro e…”
“Se ti riferisci a ciò che penso ti avviso che il titolo è
un altro. E poi si tratta di un romanzo. Un libro è semplicemente un oggetto.
Tra l’altro, lo hai letto?”
“No, non l’ho letto! E non ho assolutamente intenzione di
leggerlo! Marco, vaffanculo! Intellettuale del cazzo!”
“Luca, non…”
“Stai tranquillo, non mi adiro! No, non mi adiro. Sai che ti
dico? Per calmarmi i nervi mi ci vorrebbe una bella canna!”
“Ce l’ho.”
“Uh? Come? Ce l’hai?”
“La vuoi?” domanda Marco.
“Ma… dicevo così per dire… in realtà non ho mai fumato…”
Adesso è il turno di Luca di essere madido di sudore.
Marco scuote il capo.
“Che hai da guardarmi? Perché mi fissi in quel modo?” chiede
Luca all’amico. E lui risponde con delle domande.
“Chi sei? Perché esisti?”
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