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giovedì 10 febbraio 2011

VIZI SERALI



Mai avrei immaginato, alla mia età, di cadere preda di una dipendenza. All’inizio era poco più di un vezzo, che ben presto si è trasformato in un vero e proprio vizio, un qualcosa al limite della perversione, e dal quale mi è ormai impossibile staccarmi.
Nel corso della mia vita ho resistito, per caso e per scelta, alle lusinghe delle bevande alcoliche, a quelle delle sostanze stupefacenti e a varie altre possibili dissolutezze che l’esistenza prima o poi propone.
Alla fine, però, ci sono cascato, e adesso non riesco più a smettere. Il mio pentimento è sincero, e si rinnova tutti i giorni; nondimeno ogni giorno, alla stessa ora, il baratro della depravazione si spalanca davanti a me e io non riesco a sottrarmi.  Attraverso questa pubblica confessione cerco una impossibile assoluzione, che so di non meritare affatto, tanto grave è la mia colpa.
Per tanto tempo ho cercato di stare lontano da questo comportamento immorale, ma poi ho ceduto, senza neppure rendermene conto. Sono passato dall’indifferenza assoluta all’assunzione distratta di piccole dosi, poi a un graduale ma costante aumento del consumo che ormai è diventato totale. Lo assorbo completamente, dall’inizio alla fine, con la massima attenzione, senza perdere nulla.
So che non dovrei farlo, il mio buon gusto e il mio senso etico mi suggeriscono di non farlo. Ma non ci riesco, perché ne sono attirato in maniera morbosa, quasi devastante.
È trascorsa quasi un’intera giornata da quando ho ceduto, per l’ennesima volta, a quel desiderio, a quella cupidigia che annienta ogni mia volontà. E adesso è di nuovo giunta l’ora. Non ho bisogno di consultare l’orologio, è il mio corpo che mi segnala il momento tanto desiderato. E lo voglio, lo bramo. Mi basta premere un tasto, un minuscolo tasto, per possederlo.
Ancora stasera e poi basta. Ancora una volta. E lo faccio, schiaccio il tasto.
Sullo schermo appare l’agognata sigla del Tg1.
Aiutatemi a smettere, vi prego. 

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