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domenica 27 febbraio 2011

LA TARA



La situazione: una economia immobile, che non cresce, e con prospettive, sul breve e medio periodo, disastrose. Un aumento della divaricazione sociale, con preoccupanti innalzamenti dei livelli di disoccupazione, in particolare nel mondo giovanile, con lavoratori che continuano a perdere il lavoro o costretti alla cassa integrazione. Precari senza alcuna possibilità di raggiungere un’occupazione stabile. La scuola ormai distrutta da anni di riforme e controriforme dissennate. La giustizia in crisi profonda, privata di mezzi e risorse, e incapace di dare risposte rapide ai bisogni dei cittadini. Una classe politica indegna, di continuo derisa e sbeffeggiata dagli osservatori esterni, piegata ai voleri e alle esigenze di un Primo Ministro ridicolo, impegnato solamente a sfuggire alla Magistratura, a destabilizzare le istituzioni, e a perseguire interessi privati. Una persona senza scrupoli, dissoluta, immorale, che non rifugge dall’utilizzo dei notevoli mezzi finanziari per asservire ai propri turpi scopi lo stesso Parlamento, corrompendo i rappresentanti del popolo, non eletti ma nominati. Una politica estera incerta e ambigua, disonorevole per un grande Paese quale siamo, quale eravamo.
Dici: ma lui è stato voluto dai cittadini, che gli hanno confermato più volte il loro sostegno e che continuano, in misura quasi immutata, a fidarsi del suo racconto falso e ingannevole, slegato dalla realtà e dalle vere, oggettive difficoltà del Paese.
Ecco, è proprio questo il problema.
Innanzitutto, occorre sfatare l’assunto che l’attuale Governo sia sostenuto dalla maggioranza dei cittadini. L’effettivo consenso riguarda non più di un quarto degli elettori. Una quantità altrettanto consistente di potenziali votanti è disinteressata, in modo colpevole, alle questioni pubbliche, alle faccende della politica. Un’ulteriore minoranza lotta invece, in maniera affannosa, per far prevalere le ragioni del buon senso, della normalità.
Dici: ma non esiste un’autentica alternativa, chi rappresenta l’opposizione non detiene, non propone una valida opzione, non c’è unità d’intenti, non sussiste una linea condivisa, manca l’offerta di progetti politici adeguati, e i leader appaiono deboli.
È naturale rispondere che, di fronte a una situazione incerta e disastrosa quale si presenta quella attuale, qualsiasi soluzione sarebbe preferibile. Durante le crisi di sistema, la ragionevolezza dovrebbe rendere automatico il ricorso a espedienti che garantiscano comunque l’autoconservazione del sistema stesso. Da qui il via libera, senza ulteriori indugi, al consenso nei confronti di una classe dirigente che, seppure fiacca e poco brillante, possa in ogni modo garantire la sopravvivenza della struttura di valori democratici. Ma così non è.
Dici: è possibile che i cittadini non si rendano conto di tutto ciò? Saranno mica stupidi?
Il discorso diventa complesso. A favore degli elettori ottusi esistono innumerevoli attenuanti: la scarsa cultura politica, dovuta al progressivo degrado delle istituzioni scolastiche, il perdurare, da molto tempo ormai, di una condizione permanente di conflitto di interessi che consente, attraverso la concentrazione della proprietà dei media, di manipolare l’informazione, di condizionare le opinioni e le scelte.
Tuttavia i cittadini sono dotati di libero arbitrio e, pur nell’attuale difficile situazione, si trovano ancora nella condizione di poterlo esercitare. I livelli minimi di democrazia, per fortuna, ancora esistono, così come è presente una pluralità di soggetti politici, e la stampa e l’informazione antagonista hanno ancora la possibilità di far sentire la loro voce.
Dici: e allora, dove vuoi andare a parare?
Il popolo italiano è quel popolo che ha acconsentito all’avvento del fascismo. In seguito, dopo i tragici avvenimenti del Ventennio, si sono sviluppati degli anticorpi che hanno permesso l’instaurarsi della democrazia. Col tempo, tuttavia, questi anticorpi si sono rivelati deboli e, poco alla volta è nuovamente prevalsa quella tara culturale che da sempre accompagna il nostro popolo, da ricondursi a manifestazioni di furbizia, di scarso o nullo senso civico, di adulazione nei confronti dell’Uomo Solo.
È possibile sfuggire a questa maledizione di imperscrutabile origine? Facendo riferimento ai ricorsi storici, probabilmente no. È però necessario fare in modo che la tenue fiammella della ragione, del buon senso e della speranza non si spenga del tutto. Chi ritiene di poterlo fare, pur appartenendo a una esigua minoranza, lo faccia. Al più presto.   
  

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