Powered By Blogger

domenica 13 febbraio 2011

L'ACCUSA



“Prego, si accomodi” disse uno dei due uomini.
Il vecchio, sospirando, si sedette  su una scomoda sedia posta proprio di fronte alla grande scrivania.
“Noi ci conosciamo già” disse il Procuratore Capo Torbidi. “Le presento il dottor Ribaldi, il mio vice.”
Il vecchio assentì. Aveva l’aria rassegnata.
“Niente avvocato?” aggiunse il magistrato. Il suo interlocutore scosse il capo.
“Bene, come vuole lei. Il motivo per il quale l’abbiamo convocata le è noto. C’è un’indagine in corso e lei è il principale, anzi l’unico indagato. Dottor Ribaldi, prosegua pure.”
“Allora, signor… San Valentino, dico bene?”
“Mi chiami semplicemente Valentino…” disse il vecchio, con un filo di voce.
“È vero, lei ha rinunciato al suo titolo, e al suo incarico…”
“Mi sono dimesso” rivendicò il vecchio, con orgoglio.
“Ciò è apprezzabile, da parte sua” intervenne il Procuratore. “Mi dica, chi ricopre attualmente il suo incarico?”
“Sant’Antonio” rispose il vecchio. “Ha assunto l’interim.”
“Quello da Padova?” domandò il magistrato.
“No, l’altro.”
“Quello delle bestie?” chiese il dottor Ribaldi.
“Dottor Ribaldi!” lo rimproverò il Procuratore Capo. “Si tratta del protettore degli animali domestici! Non quello delle bestie!”
Ribaldi assunse un’espressione offesa. Il vecchio ridacchiò tra sé.
“Sant’Antonio era già molto occupato, ma riuscirà senz’altro a svolgere bene anche il nuovo incarico. E comunque si tratta di una situazione provvisoria, in attesa di una nuova definitiva nomina” spiegò, paziente, il vecchio.
“Ribaldi, per favore, proceda.”
Il sostituto consultò alcuni appunti, si umettò le labbra e poi iniziò a parlare.
“Dunque, le accuse che la riguardano sono molto gravi” disse. “L’inchiesta è in corso da molto tempo, da centinaia di anni, per la precisione. Adesso, finalmente, è stata formalizzata, e spetta a noi il gravoso compito di condurla a termine…”
“Dottor Ribaldi, vada al sodo” lo spronò il Procuratore, tradendo impazienza.
“D’accordo. Nel corso del tempo sono stati raccolti migliaia… milioni di esposti nei suoi confronti, signor Valentino. Lei è sospettato di aver favorito, nel corso di un lungo periodo, infatuazioni tra un numero considerevole di persone, di entrambi i sessi…”
“No!” esclamò il vecchio, con voce forte e chiara. “Io non faccio scoccare la scintilla, faccio in modo che non si estingua.”
Il dottor Ribaldi, sconcertato, guardò il Procuratore.
Torbidi iniziò a sfogliare, febbrilmente, un voluminoso dossier.
“Dottor Ribaldi! Lei ha confuso le inchieste. Quelle accuse riguardano gli accertamenti in corso per quell’altra inchiesta, quella parallela, a carico dell’imputato… come si chiama?”
“Il signor Cupido?” disse Ribaldi.
“Sì, esatto!” Anche il vecchio annuì, soddisfatto.
“Mi scusi, signor Valentino. In realtà le accuse che riguardano lei in modo specifico sono da riferirsi al fatto che quella scintilla, come lei la chiama, in innumerevoli casi non si è conservata a lungo per niente, e da ciò sono derivate conseguenze nefaste. Vediamo: tradimenti, inganni, omicidi e sofferenze di ogni tipo.”
Il vecchio, colpito, chinò il capo. I suoi occhi erano umidi di lacrime.
“Ammetto di aver fallito, anche se non è mai mancato, da parte mia, l’impegno a fare del bene” disse, mesto.
“Già, un impegno che però ha sortito risultati devastanti” sentenziò il Procuratore con severità.
Il vecchio si coprì il volto con le mani.
“Mi tolga una curiosità” disse Torbidi. “Perché ha deciso di sottoporsi alla giustizia degli uomini? Nella sua posizione avrebbe potuto sollevare una questione di competenza e rivolgersi al Tribunale dei Santi.”
“Il motivo è semplice” rispose il vecchio, che si era un po’ ripreso dal suo abbattimento. “Sono sempre vissuto, se così si può dire, in mezzo agli esseri umani. Ho condiviso le loro afflizioni sentimentali, ma anche le loro grandi gioie, e tocca a loro valutare il mio comportamento, nel bene e nel male. C’è soltanto una cosa mi fa soffrire. Perché avete scelto proprio questo giorno per convocarmi? Non potevate farlo trascorsa la festa? Per me è umiliante…”
“Come? Ci accusa forse di giustizia a orologeria?” disse Ribaldi, con tono risentito.
Il vecchio annuì, sconsolato. Allora intervenne il Procuratore.
“Vede, signor Valentino, in parte lei ha ragione. La nostra è un’inchiesta che possiede un alto valore simbolico, e di conseguenza…”
“Ho capito” lo interruppe il vecchio.
Il procuratore annuì, poi continuò.
“Sappia comunque che apprezziamo il fatto che lei abbia acconsentito di farsi giudicare. Nel corso del dibattimento processuale lei avrà, come tutti gli imputati, la possibilità di far valere le proprie ragioni, e non è detto che i giudici non possano essere clementi e comprensivi nei suoi confronti.”
“Me lo auguro” disse il vecchio, che ora sembrava un po’ più sereno. “In fondo, anche loro, nel corso della loro esistenza, saranno stati innamorati almeno una volta, no?”
Il procuratore e il dottor Ribaldi, dopo essersi scambiati un significativo sguardo, non poterono che confermare annuendo.
Il vecchio, finalmente, sorrise.

Nessun commento:

Posta un commento