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venerdì 18 febbraio 2011

MUSICA



Sei finita stritolata, spezzettata, sminuzzata.
Sei ridotta a un sottofondo, un qualcosa che si sente ma che non si ascolta.
Tuoi frammenti sono scaricati, immagazzinati e mai più rivissuti.
Giacciono dimenticati nelle fredde memorie virtuali, in disordine e scomposti.
A volte riesumati, rimbombano nei timpani di strani esseri erranti e incuffiati. 
Accompagni la vita di tutti, ma soltanto pochi badano veramente a te.
Ti accosti, imbarazzata, a profumi, biscotti e mozzarelle.
Assordi le menti vuote di gente prigioniera di abitacoli di lamiera.
Ma la tua vera dimensione non è questa.
Tu esisti per procurare emozioni: il pianto, la gioia, la commozione, la malinconia e l’allegria.
Per essere ossequiata e rispettata nelle sale da concerto, i tuoi templi.
Solo tu riesci ad allietare, a rendere meno grevi le lunghe ore di solitudine.
Sgorghi dal nulla, e continuerai a farlo per sempre.
È questo il vero miracolo.   

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