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venerdì 18 febbraio 2011

SANREMO?



Sono un po’ in imbarazzo perché voglio parlare del festival di Sanremo. Comunque rassicuratevi. Non l’ho visto. Almeno finora. Però, essendo un appassionato di musica, confesso di averlo ascoltato. Non che si tratti, nel caso, di grande musica. Ma questo, da tempo, lo sapete pure voi. Tuttavia, come sempre accade, alcuni brani spiccano su altri. Quindi subitevi le mie preferenze, in ordine sparso e per ciò che esse possono valere.

Luca Madonia con Franco Battiato – L’alieno
Battiato ha messo a punto una astuta operazione. In crisi di ispirazione, ha deciso di auto plagiarsi, fondendo insieme due suoi vecchi brani. La cosa sorprendente è che il risultato è ottimo, grazie altresì al valido apporto in fase di esecuzione del bravo Luca Madonia (chi ricorda i Denovo?). L’ibrido è dunque di buon livello, musicalmente curato e gradevole. La classe non è acqua. E neppure il talento.

La Crus – Io confesso
Mauro Giovanardi riunisce, per l’occasione, il suo gruppo. Un ensemble che non ha mai goduto del grande successo commerciale ma che si è sempre distinto, finché è stato in attività, per la qualità delle proposte, pregio puntualmente riconosciuto dalla critica.
Il brano è deliziosamente e volutamente retrò, (anni ’60?) ricco di sonorità ricercate e di spunti esecutivi di qualità.

Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore
In apparenza, può sembrare il Vecchioni più sdolcinato e melodico. In realtà non è così. L’impostazione del brano è di sicuro piuttosto classica ma il testo è molto interessante e significativo, crudo e poetico allo stesso tempo. Una piacevole e gradita sorpresa. Il Professore ha ancora qualcosa da dire.

Tricarico – Tre colori
Certo, l’interprete è quello che è: un tipo strampalato che dà l’impressione di essere fresco reduce da TSO e che, all’occorrenza, è pure in grado di stonare alla grande. Tuttavia il brano presentato è, tra tutti, quello più stimolante sotto l’aspetto strettamente musicale. Originale e accattivante. In ogni caso, singolare.

Davide Van De Sfroos – Yanez
Il personaggio è un po’ discusso (è o no un leghista? Mah! In fondo, anche Bossi è un leghista, e si trova addirittura al Governo!) ma, in quanto musicista, è dotato di una carica notevole e innegabile. I suoi brani sono sempre musicalmente ricchi e trascinanti, addirittura migliorati dall’utilizzo del dialetto laghée. Il buon Davide Bernasconi, comunque, convince. Così come la sua ironica e dissacrante Yanez.

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