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venerdì 11 febbraio 2011

CAIMANI



Le numerose e vivaci polemiche seguite al divieto di trasmettere per intero, in una apprezzata trasmissione serale della terza rete Rai, la scena finale del film “Il Caimano”, hanno spinto alcuni autorevoli osservatori, tra i quali Eugenio Scalfari, ad affermare che la profezia contenuta nella pellicola di Nanni Moretti (che risale al 2006) si sia rivelata perfetta.
Le gravi e irresponsabili dichiarazioni pronunciate, vomitate a raffica nei giorni scorsi da Silvio Berlusconi e dai suoi spregevoli accoliti ricalcano infatti alla perfezione quelle del film stesso, in particolare nel passaggio in cui  si riferiscono alla pretesa di impunità di fronte alla Legge di cui beneficia chi è stato eletto direttamente dal popolo sovrano, unico organismo, secondo la loro eversiva valutazione, che può detenere la potestà di giudizio.
Tralasciando il dettaglio, tutt’altro che secondario, che nel nostro ordinamento il Presidente del Consiglio è nominato dal Capo dello Stato ed è espressione di una maggioranza parlamentare che gli concede la fiducia, e tornando allo spunto iniziale, vale a dire l’egregia opera del regista romano, sorge spontanea e doverosa una considerazione. Siamo davvero certi che il nostro omuncolo, nonché aspirante dittatorello, non si sia invece ispirato, seppure in modo inconsapevole, al film e lo abbia fatto proprio? In fondo, quel ruolo, quello del caimano, gli piace, e la parte dello spietato predatore ben gli si addice. E le prede siamo noi, e il nostro sventurato paese.       

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