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domenica 11 novembre 2012

PRIMA CHE IL GRILLO CANTI



Ci si chiede spesso – quando proprio non si ha di meglio da fare – se sia possibile contrastare, in qualche modo, l’impetuosa avanzata del Movimento Cinque Stelle; se sia verosimile farlo e, soprattutto, quale ne può essere l’esito.
Riguardo al primo quesito, è doveroso ammettere che, di fronte a fenomeni quali l’espansione improvvisa di un movimento politico, quasi nessuna azione di opposizione si sia mai dimostrata valida. Ci si trova di fronte come a una specie di eruzione vulcanica, la quale deve trovare sfogo, impossibile da reprimere, che deve fare necessariamente il suo corso finché non si esaurisce in maniera spontanea.
Tuttavia, a differenza degli avvenimenti naturali, nel caso di eventi politici esiste l’occorrenza di operare con una azione di contenimento, al solo fine di limitare i probabili danni, del tutto prevedibili, derivanti da essi. In passato ciò è stato fatto troppo debolmente.
È stato così per il fenomeno Forza Italia-Berlusconi. Sorto all’improvviso, prima di esaurire la sua spinta ha comunque caratterizzato un ventennio di vita pubblica, attraverso successive trasformazioni, e producendo gravi danni. Ancora tutti da riparare.  
La fiducia dei cittadini nella classe politica è ridotta ai minimi termini. Nulla porta a pensare che un rapporto virtuoso possa essere ricostruito in breve tempo. I politici stessi sembra non abbiamo percepito fino in fondo il grado di tale motivata disaffezione. Lo dimostrano tutti i giorni con il loro quasi immutato comportamento. Commettendo un grave errore di valutazione, pensano di scamparla, di potersi in qualche modo riciclare per poi riproporsi ammantati di nuova verginità. Si sbagliano.
Una simile situazione costituisce ideale terreno di coltura per il nascere e l’emergere di movimenti che cavalcano l’anti-politica, che mettono al centro della loro azione la lotta a quella che viene considerata una Casta autoreferenziale, quella dei politici appunto. Le proposte e le nuove idee passano in secondo piano. Il vero obiettivo è la distruzione di un sistema, marcio corrotto e inadeguato finché si vuole, ma che necessita di essere rinnovato e non semplicemente annientato. Perché non si può fare a meno della politica.
Occorre quindi, pur nella attuale grande confusione, mantenersi lucidi e riuscire a fare delle distinzioni, per salvare quel poco che c’è ancora da salvare, e ripartire. Soltanto così si possono, se non bloccare, almeno osteggiare e rallentare le spinte populiste ben rappresentate da movimenti come quello di Grillo e Casaleggio. È facile farsi irretire, è ben più difficile reagire, farlo in maniera intelligente e costruttiva.
L’opposizione a tali pressioni deve dunque essere condotta con forza, per evitare di precipitare dal buio verso tenebre ancora più fitte. Per fare ciò con convinzione è sufficiente ricorrere alla memoria recente, ripensare a quella che è stata la politica negli ultimi vent’anni. In tale esercizio purtroppo gli italiani non eccellono, il ricordo sfuma troppo in fretta e si è subito pronti a commettere altri errori fatali. La nostra storia ce lo insegna.
Il M5S, sorto dal nulla, in breve tempo è riuscito a consolidarsi fino a conseguire risultati di grande rilievo come quello nelle recenti elezioni regionali siciliane. Raccolto attorno al capo-portavoce, il comico genovese, questa forza politica (perché tale ormai è) non possiede una struttura ben definita. Non esiste, pertanto, alcuna forma di democrazia interna. Il capo propone e dispone (soprattutto dispone), i militanti obbediscono. E, proprio riguardo alle proposte, bisogna dire che queste appaiono assai deboli, mai ben definite, spesso semplicemente provocatorie. A fronte di alcune idee logiche, di buon senso, c’è una miriade di progetti utopistici, irrealizzabili, per nulla concreti. E poi, chi conosce le idee del Movimento Cinque Stelle riguardo la politica estera o su altri temi che sono del tutto ignorati?
Con le parole non si governa, e neppure con la buona volontà. Buoni propositi che di sicuro caratterizzano i militanti del movimento di Grillo. Ma chi sono questi attivisti? Be’, si tratta di persone del tutto sconosciute (e ciò potrebbe essere un pregio) che hanno deciso di impegnarsi in un progetto sì innovativo ma che presenta dei vizi di origine che loro in questo momento di grande entusiasmo non riescono a cogliere. La loro buona fede deve essere riconosciuta, allo stesso modo deve essere ammessa la loro inesperienza. Dilettanti allo sbaraglio, sarebbe facile dire. In gran parte è vero, anche se ciò può suonare assai ingeneroso nei loro confronti. Per fare politica sono indispensabili la preparazione e la motivazione, lo spirito di servizio e l’onestà. L’esperienza si può acquisire sul campo, senza dubbio, ma quando proprio tutti ne sono privi, in un movimento politico, si rischia di dover pagare (e di far pagare ai cittadini) uno scotto tremendo.
In ogni caso mettiamoci il cuore in pace. Nella prossima legislatura avremo in Parlamento numerosi esponenti del M5S. Rifiutando, per principio, qualsiasi alleanza, il loro sarà un ruolo di opposizione, ideale dunque per maturare esperienza e impratichirsi dei meccanismi (quelli buoni, ci si augura) della politica nazionale. E questo a meno di incredibili sorprese, al momento non prevedibili e, sia consentito dirlo, per niente auspicabili.  

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