(Dodici letture dell'adolescenza che hanno fatto nascere l'amore per i libri).
James
Oliver Curwood (1878
- 1927) è stato uno scrittore statunitense, che ha celebrato il Grande Nord
come il suo contemporaneo Jack London.
Dai
suoi racconti e romanzi sono stati tratti molti film.
Il romanzo L'orso è stato pubblicato nel
1916.
Nell'opera
si racconta la storia di Thor, il possente grizzly che abita le terre selvagge
della Columbia Britannica. Per tutta la sua vita l'orso ha regnato indisturbato
tra le vette maestose, le vallate silenziose e i boschi fitti che nessun uomo
ha mai calpestato. Il suo mondo è puro, intatto, governato da leggi antiche e
ritmi naturali. Un giorno, tuttavia, qualcosa cambia. Un odore nuovo si insinua
tra le correnti d’aria, un odore estraneo, pungente, che porta con sé il
presagio del dolore. È l’odore dell’uomo. E con lui arrivano i fucili.
Due
cacciatori si mettono sulle sue tracce. Uno di loro è Jim Langdon, studioso
della fauna selvatica, ma anche appassionato di caccia. Per lui, Thor non è solo
un animale: è un trofeo, una conquista, un simbolo da dominare. Langdon non
cerca solo il corpo del grizzly, ma la sua grandezza, la sua leggenda.
Inizia
così la fuga di Thor, una corsa istintiva e disperata attraverso paesaggi
spettacolari e impervi: creste rocciose, foreste millenarie, altipiani battuti
dal vento. Durante il cammino, il grizzly incontra Muskwa, un cucciolo d’orso
bruno rimasto solo, orfano della madre, uccisa da quegli stessi uomini che ora
inseguono Thor. All’inizio, il vecchio orso è diffidente. Non ha mai conosciuto
la compagnia, né la tenerezza. Ma Muskwa lo segue, lo osserva, lo imita. E
lentamente, tra i due nasce un legame inatteso: una forma di affetto, di
protezione, di silenziosa complicità.
Il
pericolo, però, non si allontana. I cacciatori si avvicinano, giorno dopo
giorno, tracciando orme, lasciando segnali, stringendo il cerchio. La minaccia
è costante, e incombe come un’ombra. Ogni passo, per i fuggitivi, potrebbe
essere l’ultimo. Ogni rifugio, una trappola.
L’orso non è solo un racconto d’avventura. È una favola moderna, aspra e struggente,
che ha lasciato un’impronta profonda nell’immaginario di generazioni di
lettori. Attraverso la fuga di Thor e l’amicizia con Muskwa, il romanzo esplora
il fragile equilibrio tra l’uomo e la natura, la brutalità della conquista, la
dolcezza della solidarietà, la bellezza selvaggia di un mondo che resiste. Una
storia che parla di libertà, di istinto, e di quel confine sottile dove il
rispetto si trasforma in violenza.
Una lettura
potente che lascia in un adolescente un’impronta profonda: un senso di
meraviglia per la natura selvaggia, una riflessione sul rispetto per gli esseri
viventi e una consapevolezza nuova del confine sottile tra istinto e violenza,
tra libertà e dominio. Una storia che porta a interrogarsi sul ruolo dell’uomo
in un equilibrio fragile che non gli appartiene del tutto.


Nessun commento:
Posta un commento