L'ombra della paura si allungava sulle strade delle città, soffocando ogni
residuo di normalità. I reati aumentavano sempre di più, tanto da sembrare
inarrestabili, inghiottivano la tranquillità quotidiana, lasciando una tragica scia
di violenza e disperazione. Le prigioni, ormai al collasso, rigurgitavano
detenuti, ormai ammassati uno sull'altro. Lo Stato annaspava, impotente di fronte
al dilagare della criminalità. La gente era stanca, la rabbia ribolliva e le
piazze erano animate da proteste sempre più massicce, un coro assordante che
invocava giustizia, che chiedeva a gran voce un cambiamento.
Fu in questo clima di disperazione che fu presa una decisione severa: un
provvedimento straordinario e urgente stabilì l'abolizione delle pene detentive. Da quel momento in
poi, ogni condannato, dal più efferato assassino al più insignificante
ladruncolo, sarebbe stato giustiziato. Si trattava di una soluzione radicale,
brutale, nata dalla convinzione che solo il terrore potesse arginare il caos.
Le esecuzioni, da quel momento, si moltiplicarono a migliaia, troppe per
essere gestite dal solo apparato statale. Allora, con un cinismo disarmante, lo
Stato delegò la funzione capitale ai cittadini.
"Se ce l'avessi tra le mani" avevano sempre borbottato e urlato
nelle piazze. Adesso quelle parole si erano trasformate in una realtà
agghiacciante. Ogni mattina, un furgone scuro si fermava davanti alle
abitazioni sorteggiate. Un condannato, spesso con lo sguardo spento e
rassegnato, veniva consegnato alla famiglia prescelta. La sera, un altro
furgone passava a ritirare il cadavere. Una routine macabra che si ripeteva
senza sosta, scandendo il ritmo di una nuova, terrificante normalità.
Quel giorno, tra le altre, era il turno della famiglia Brogi. Un giovane dai tratti smunti, le mani legate
dietro la schiena e gli occhi privi di ogni speranza, fu scortato dentro casa.
L'aria si fece pesante, densa di una tensione insopportabile. La signora Brogi
si affrettò in cucina, fingendo indifferenza, sperando che il peso dell'orrore
ricadesse tutto sulle spalle del marito. Lui, lo sguardo sgomento, provò ad
affrontare la situazione, ma il coraggio gli venne meno. La sua mano tremava in
modo incontrollabile, il fiato gli mancava, soffocato da un'angoscia
opprimente. Alla fine desistette, incapace di compiere un gesto che considerava
mostruoso.
L'incubo si fece più pressante. Le regole erano chiare: se la famiglia incaricata non avesse
proceduto con l'esecuzione, sarebbe stata a sua volta processata e avrebbe
rischiato la condanna a morte. I Brogi erano intrappolati, un'onda
gelida di disperazione li avvolse. Il tempo stringeva, ogni secondo sembrava
un'eternità. La scelta era tra la vita di quel giovane sconosciuto e la
propria, e quella dei propri cari.
Poi, in un istante che si dilatò all'infinito, fu Clara, la figlia più giovane, a farsi avanti. I
suoi occhi, di solito pieni di sogni e di innocenza, ora riflettevano una
determinazione glaciale, una fredda risolutezza che non gli apparteneva.
Afferrò l'arma che era stata lasciata sul tavolo, la strinse con una fermezza
inaspettata per una ragazza della sua età. Senza esitare, senza pronunciare una
sola parola, eseguì il compito. Il rumore squarciò il silenzio innaturale della
casa, un suono secco e assordante che marchiò per sempre le loro vite. La
famiglia Brogi era salva, ma a quale prezzo? Il sangue di un innocente, o di un
colpevole che fosse, aveva macchiato le loro mani, le loro anime, in un mondo
dove la giustizia era morta e la sopravvivenza era diventata la sola, brutale
legge.


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