Il sole picchiava senza pietà sul campo centrale, l'aria era pesante e
densa di umidità. La tennista slovacca, tale Maria Mikula, una giocatrice di
ottimo livello, si preparava a servire. La ragazza era molto alta, con gambe
lunghe e muscolose, spalle quadrate e capelli biondi raccolti in una unica treccia.
Si era appena concluso uno scambio molto intenso, il caldo aveva contribuito a
renderlo ancora più faticoso.
Uno dei raccattapalle si avvicinò per porgere alla tennista un asciugamano,
come era solito fare tra un gioco e l'altro. Uno dei suoi tanti compiti, oltre
a quello principale di recuperare le palline. Il ragazzo, un adolescente un po'
robusto con i capelli rossi, stava proprio dietro di lei. La ragazza afferrò la
salvietta di spugna di scatto, quasi gliela strappò di mano, senza neppure guardarlo
in faccia. Quindi si deterse in fretta prima il viso, poi le spalle e la
scollatura, e infine passò più volte l'asciugamano sulle cosce abbronzate e
lucide di sudore. Quindi restituì l'asciugamano al ragazzo lanciandolo, pronta
a riprendere il gioco.
E fu proprio in quel breve istante, mentre la tennista si preparava al
servizio, che accadde l'inaspettato. Il raccattapalle, invece di riporre con
sollecitudine l'asciugamano, se lo premette sul viso e lo annusò con avidità. Un
gesto folle. La regia, pronta a catturare ogni momento cruciale della partita,
inquadrò la sorprendente scena. L'immagine del ragazzo con l'asciugamano
compresso sul volto fu proiettata sul grande schermo dello stadio e diffusa in
tutto il mondo.
Un boato improvviso ruppe il silenzio. Dalle tribune gremite arrivarono
risate, applausi, fischi e mormorii di stupore. La tennista avversaria, che
aveva visto tutto, a fatica nascose un sorriso malizioso dietro la mano.
L'unica a non essersi accorta di nulla era proprio la giocatrice slovacca, che,
girata di spalle, non aveva potuto vedere quanto accaduto. La sua espressione
era rimasta concentrata, i muscoli tesi in vista dell'imminente ripresa del
gioco.
Lo sventurato nonché sciagurato raccattapalle, caduto preda di
quell'istinto primordiale, con gli occhi sbarrati e le orecchie in fiamme, fu
inquadrato in primo piano, senza alcuna pietà. In quel momento, lui desiderava
soltanto sprofondare e scomparire dalla vista di tutti. La giudice di sedia
rimase un attimo in silenzio, imbarazzata. A togliere tutti dallo stallo fu
proprio la tennista slovacca. Si mise in posizione e, senza alcuna esitazione,
scagliò il servizio. La partita era ricominciata.


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