Hollywood, California.
La porta dell’elegante ufficio del produttore cinematografico Bobby Malone si
spalancò all’improvviso. L’uomo si svegliò di soprassalto ed emise una specie
di gemito. Di sorpresa.
“Richard!” esclamò,
dopo essersi un po’ ricomposto.
L’uomo alto e distinto,
vestito con un raffinato abito grigio chiaro che ben si abbinava con i suoi
capelli d’argento, avanzò di qualche passo facendo scricchiolare il pavimento
di legno e poi sprofondò su una comoda poltrona.
“Carissimo Richard”
proseguì Malone. “Sai che sono sempre disposto a incontrarti, anche se non ti
fai annunciare e non bussi neppure prima di entrare…”
“Mi spiace, ma avevo
bisogno di parlarti con una certa urgenza.”
“Certo… certo.”
“Si tratta di un
progetto…”
“Ah! Pensavo fossi venuto
per quella parte nel film di Craig. Alla fine non se ne farà nulla. Sai, Willy
è testardo e non c’è stato verso di fargli cambiare idea. Vuole a tutti i costi
un protagonista più giovane. Non che tu sia vecchio, per carità, il fatto è
che…”
“Bobby, falla finita!
Il film di Craig è una schifezza! In ogni caso non avrei mai accettato di interpretare
quello stupido ruolo.”
Malone risistemò il suo
corpaccione sull’ampia poltrona.
“Di che cosa si tratta?
Il tuo progetto, intendo…”
L’altro annuì, frugò in
una borsa di pelle ed estrasse alcuni fogli. Li porse al produttore.
“È una sceneggiatura
originale per un film” disse.
“Mmm… guarda dietro di
te.”
L’attore si voltò. A
lato di un enorme armadio c’era una pila di copioni, che nessuno aveva ancora
sfogliato.
“Come puoi vedere, le
proposte non mancano. A scarseggiare sono invece i fondi, il denaro liquido.
Quel poco disponibile lo devo investire a colpo sicuro. Non mi posso permettere
errori. Che vuoi, la crisi ha colpito anche il cinema, era inevitabile.”
“Dagli comunque un’occhiata,
leggi almeno il plot.”
Bobby Malone sospirò.
“D’accordo, ma solo
perché sei tu, e in nome della nostra antica amicizia” acconsentì il
produttore.
“Che devo fare?
Baciarti i piedi? Mettermi a piangere per la commozione? Forza, leggi!”
“Ehi, Richard! Non
arrabbiarti!”
Malone inforcò un paio
di minuscoli occhiali con la montatura in oro, si mise comodo e iniziò a
scorrere le righe, emettendo dei piccoli grugniti di approvazione. Poi posò il
foglio sulla scrivania, sfilò gli occhiali e si passò un fazzoletto sull’ampia
fronte.
“Allora? Che ne dici?”
“Non è male, non è
affatto male. Curioso e insolito. Anche avvincente, direi. Però permettimi,
caro Richard, di rivolgerti una domanda: perché dovrei preferire questa idea a
quelle, altrettanto buone, che sono sottoposte di continuo alla mia
attenzione?”
L’attore lo guardò e
poi scoppiò a ridere, mettendo in mostra la sua perfetta dentatura.
“Semplice” rispose.
“Perché in questo caso non si tratta di pura finzione.”
“Eh? Che cosa intendi
dire?”
“Questa è una storia
vera.”
Il produttore scosse il
testone.
“Non capisco, Richard.
Vuoi dire che questi fatti sono già accaduti? È impossibile! Ne sarei di sicuro
venuto a conoscenza e…”
“Infatti, non sono
ancora accaduti, ma se tu darai la tua approvazione accadranno presto. E il
film li racconterà. E sono certo che sarà un grande successo.”
“Pazzesco!” esclamò il
produttore, ancora strabiliato per quanto aveva letto.
“Allora? Qual è la tua
decisione?” domandò l’uomo dal vestito grigio.
“Devo decidere adesso?
Così, su due piedi?”
“Credo proprio di sì.
Ho l’impressione che molte altre case di produzione potrebbero essere
interessate a questo progetto. Sai, ho già avuto contatti con la Harper’s e con
la…”
“Aspetta!” lo
interruppe Malone. “Sarà necessario definire meglio i particolari, alcuni dei quali non
sono di poco conto. Per esempio, chi sarà l’interprete principale?”
L’altro sorrise.
“Si trova di fronte a
te” disse.
“Un attimo, fammi
capire. Impersonerai te stesso?”
“Perché no? Hai
qualcosa in contrario, forse?”
Malone rifletté un
attimo, poi si versò un bicchiere d’acqua.
“Assolutamente no”
rispose infine. “Ti va un drink?”
“Non ti ricordi? Sono
astemio. Acqua anche per me, grazie.”
“Mmm… e per gli altri
ruoli?” domandò il produttore.
“Mi fido di te. Ho
chiesto agli altri, a tutti quelli che saranno coinvolti, e nessuno di loro è
interessato a recitare la parte di se stesso. Quindi, a tale proposito, hai
campo libero.”
“Mmm… che ne dici del
vecchio Clint per la parte del… monaco?”
Ora fu l’attore a
sospirare.
“Bobby! Per prima cosa
si tratta di un monaco un po’… particolare. E, in ogni caso, ci vorrebbe un
interprete che abbia tratti somatici orientali.”
“Hai presente gli occhi
di Clint? Sono due fessure! Immaginatelo completamente rasato, e con la pelle
del viso un po’ ingiallita…”
“Bobby, ti prego! Tieni
a freno la tua fantasia. Queste cose le chiariremo in seguito. In più, ho
intenzione di curare personalmente la regia, e quindi avremo tutto il tempo per
parlarne. Al momento mi interessano di più gli aspetti economici della
questione.”
“Vale a dire?” chiese
Malone, all’erta. Dopotutto si parlava di soldi.
“L’hai letto il
soggetto, no? Affinché certi eventi possano accadere, per poi essere
raccontati, ho necessità di disporre di un cospicuo anticipo.”
Malone iniziò a sudare,
e dovette sfilarsi la giacca. L’attore, invece, sembrava fresco come una rosa.
“Le spese per i
trasferimenti, l’elicottero e… tante altre cose” elencò. “Saranno costi di
pre-produzione, così li chiamate voi, no?”
Il produttore alla fine
acconsentì, non prima di essersi scolato altri tre bicchieri d’acqua, che
subito ributtava fuori in forma di sudore.
“Ti posso fare
un’ultima domanda?” chiese all’attore prima del congedo.
“Certamente.”
“Ma… quel monaco,
perché accetta di mettersi in gioco in questo modo? In fondo è una persona
importante e, da quanto ho inteso, ha più da perdere che da guadagnare in
questa faccenda.”
“Vedi, nella sua lunga
vita quell’uomo umile e meritevole ha intrapreso qualsiasi azione che, a suo
giudizio, potesse essere utile per il suo popolo. Questa volta ha deciso di
porre in atto un gesto eclatante. In fondo, che male c’è?”
“Già, già…”
“Bobby, è arrivato il
momento di salutarci…”
Il produttore, con
fatica, si alzò in piedi. Strinse la mano all’attore, ma era molto pensieroso.
“Ah! Il finale!”
strillò.
“Come?”
“Sulla trama non è
precisato il finale.”
“Il finale,
naturalmente, è aperto” disse l’affascinante uomo dai capelli d’argento. “Non
sappiamo ancora come andrà a finire.”
“Certo, hai ragione. In
ogni caso sarà un film drammatico, vero? O addirittura tragico?”
L’altro non si
scompose. Arricciò solo lievemente le labbra.
“Può essere, caro
Bobby, può essere. Ma potrebbe pure essere una pellicola divertente, comica”
disse, prima di uscire e lasciare completamente di stucco il corpulento produttore.
“Ricordati” aggiunse
l’attore mentre era già fuori. “Tenzin Gyatso è un uomo davvero sorprendente!” (continua)
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