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lunedì 13 agosto 2012

L'ESEMPIO



È calato il sipario sui Giochi Olimpici di Londra 2012. Come sempre accade in queste occasioni, è quasi inevitabile che il giorno dopo subentri negli appassionati, in tutti quelli che hanno seguito le gare con entusiasmo e trepidazione, un po’ di tristezza e di malinconia, insieme a tanta nostalgia.
Le Olimpiadi londinesi sono state un grande spettacolo, favorito dall’efficienza organizzativa dei britannici, e una grande festa di sport.
Siamo giunti purtroppo al momento dei bilanci, dei consuntivi sull’esito di una manifestazione planetaria che ha visto la partecipazione di oltre diecimila atleti in rappresentanza di 204 nazioni.
Sulle prime pagine dei quotidiani di oggi, sportivi e non, tutti hanno fatto a gara a mettere in risalto gli episodi più significativi dei Giochi, per esaltare le migliori prestazioni, per tributare il doveroso omaggio agli atleti che più si sono distinti, per accendere i riflettori un’ultima volta sui protagonisti più importanti. Per rilevare, infine, l’ottimo comportamento dei competitori italiani. La squadra azzurra, in un contesto sportivo sempre più globalizzato, è comunque riuscita a confermare (addirittura con un piccolo miglioramento) i buoni risultati ottenuti quattro anni fa alle Olimpiadi cinesi.
A questo punto, quindi, non ci sarebbe altro da aggiungere.
Tuttavia vorrei offrire anch’io un minimo contributo richiamando l’attenzione su uno tra i tanti nostri atleti che si sono distinti a Londra: Roberto Cammarelle.
Il poliziotto (perché quasi tutti i nostri atleti olimpici di spicco per avere la possibilità di fare sport ad alto livello devono appartenere a corpi militari?) di Cinisello Balsamo è un pugile, ma non un pugile qualunque. La sua categoria è quella dei super-massimi e lui è il campione olimpico in carica, è l’uomo da battere, il riferimento per tutti i suoi avversari.
Cammarelle, pugile elegante e dotato di gran classe, oltre che potente, non trova grandi ostacoli sul suo cammino, prima di approdare alla meritata finale per la medaglia d’oro, la seconda della sua carriera. E proprio qui, nella sfida decisiva con il giovane pugile britannico Joshua, accade il fattaccio. Roberto Cammarelle domina nettamente le prime due riprese dell’incontro e si difende senza grossi affanni nell’ultima. Ha vinto, non ci sono dubbi, ciò appare evidente anche ai non addetti ai lavori, ai semplici spettatori da poltrona. Invece, a sorpresa, il verdetto risulta favorevole al suo avversario, all’atleta di casa. Un giudizio scandaloso, che sorprende lo stesso pugile britannico, ormai rassegnato alla sconfitta.
Eppure, nonostante l’indignazione e la rabbia, la reazione del pugile italiano è composta. Si avvicina al suo avversario, lo abbraccia, si congratula con lui, con i suoi secondi. E poi si allontana, a testa china, deluso ma pieno di dignità. E lo stesso signorile decoro Cammarelle lo mostrerà in occasione della cerimonia di premiazione. Con lo sguardo triste ma fiero, traboccante di nobiltà sportiva, stringe tra le grosse mani la sua medaglia d’argento, risponde agli applausi del pubblico.
Roberto Cammarelle è stato uno dei tanti atleti che hanno contribuito a rinnovare lo spirito olimpico, un uomo in grado di reagire con enorme signorilità non soltanto contro le avversità che sempre possono colpire uno sportivo ma anche contro una palese ingiustizia perpetrata nei suoi confronti.
Un vero esempio, insomma. Per i giovani, per tutti noi.
La stessa cosa, purtroppo, non si può dire riguardo a un episodio accaduto lo stesso giorno al di fuori dell’ambito dei Giochi. La squadra di calcio del Napoli, sconfitta dalla Juventus nell’incontro valido per la Supercoppa italiana e disputato a Pechino (proprio nello stadio delle Olimpiadi del 2008!) non si è presentata alla cerimonia di premiazione, lamentando presunti o veri (non ha importanza) torti arbitrali subiti durante la partita. Un comportamento indecente e biasimevole, che ha esposto tutto il movimento sportivo italiano a una pessima figura. Un vero peccato, l’ennesima occasione persa, e persa come sempre dal calcio, uno sport che, a certe condizioni, sarebbe anche un bello sport.
Già, sarebbe…

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