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giovedì 24 marzo 2011

CELLULARI



“Pronto?”
“Ciao, sono io. Dove sei?”
“Ciao, sono qui.”
“Dove?”
“Qui, in mezzo alla piazza.”
“Ah! Bene. Ascolta, ti ho chiamata per…”
“E tu?”
“Come, scusa?”
“Ho detto tu…”
“Eh? Io cosa?”
“Tu, dove sei?”
“Come, dove sono? Sono a casa.”
“A casa? E allora perché mi chiami con il cellulare?”
“Non ti ricordi? L’offerta…”
Ah! Sì, è vero. L’offerta.”
“Si risparmia…”
“Scusa, non me lo ricordavo più.”
“Ascolta…”
“Su, dimmi.”
“Dove sei adesso?”
Silenzio.
“Sono sempre qui. Cioè, no. Mi sono spostata di qualche metro. Sai, sto camminando.”
“Ah! Ho capito.”
Risata.
“Perché ridi?”
“Stavo pensando… Più stiamo al telefono più mi ricarico.”
“Sul serio? Ti rilassa?”
“Ma no! Che dici? Sei scemo? Mi riferivo sempre all’offerta.”
“Uh? L’offerta? Allora vale la stessa cosa anche per me?”
“Assolutamente no! Sei tu che hai chiamato! Sei sempre il solito, aderisci alle promozioni e poi non ti curi dei dettagli.”
“È vero, hai ragione. Il fatto è che le trovo piuttosto complicate da comprendere.”
“Uff!”
“Sul serio!”
“Ma dove sei?”
Silenzio.
“Come? Te l’ho detto, a casa.”
“Lo so. Intendevo dire, non sei uscito?”
“Non vedo perché sarei dovuto uscire.”
“Così, tanto potevamo parlare lo stesso.”
“No.”
“Che cosa?”
“Ho detto che non dovevo uscire. Oltretutto, sono appena arrivato.”
“Non ho capito. Che cosa hai detto? Non ti sento bene.”
“Ho detto che…”
“Adesso sì! Adesso ti sento. C’è campo!”
“Dove stai andando?”
“Uh? Da nessuna parte. Ora mi sono fermata. Sono sempre in piazza…”
“Sì, me l’hai detto.”
“…ma dalla parte opposta.”
“Ah! Bene, bene.”
“Parla più forte.”
“Più forte? Ma sto urlando! Mi senti?”
“Certo che ti sento. Perché?”
“Nulla, credevo che…”
“Cosa stai facendo?”
“In che senso, scusa?”
“Adesso. Ti stavo chiedendo che cosa stai facendo in questo momento.”
“In questo momento? Sono al telefono…”
Silenzio.
“Aiuto!”
“Che succede?”
“Una tacca! Ho soltanto più una tacca! Si sta scaricando.”
“Ah! Allora ti lascio. Dimmi velocemente ciò che dovevi dirmi.”
“Che cosa?”
“Dimmi perché mi hai chiamato.”
“Scusa, guarda che sei stato tu a chiamarmi.”
“Sei sicura?”
“Certo! Ahhh, sta morendo!”
Silenzio.



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