Powered By Blogger

martedì 16 dicembre 2025

SONO TRA NOI


Il signor Rossi del terzo piano annaffia le sue begonie con grande meticolosità. Lo fa ogni mattina, alle sette in punto. Lui è un uomo metodico e tranquillo, sempre con il sorriso sul volto. Nessuno nel condominio ha mai un problema con lui. Anzi, l'uomo è sempre pronto a dare una mano, a offrire un consiglio, a portare un po’ di spesa alla signora anziana del primo piano.

Elena, la giovane infermiera che abita di fronte, lo considera una persona rara in un mondo sempre più frenetico e indifferente. A volte lo osserva dalla finestra mentre aiuta il signor Bianchi, il vicino invalido, a scendere le scale con una pazienza infinita. Ne è ammirata. Se Elena potesse avere accesso a una verità nascosta, cosa che invece non può fare, vedrebbe il signor Rossi sotto una luce diversa. Avvertirebbe in quell'uomo (quell'essere?) il peso di millenni sulle sue spalle, la stanchezza di tanti tentativi, la frustrazione di fronte a una specie che si ostina a essere autodistruttiva.

Il signor Rossi non è soltanto un uomo gentile. È un custode, una barriera contro il dilagare dell’egoismo umano. Lui è uno dei pochi, sparsi un po' ovunque nel pianeta, che in silenzio lavorano per contenere la violenza e per ispirare un barlume di altruismo, per richiamare alla ragione.

Non si sa da dove provengano gli esseri come lui, né quando siano arrivati. Si tratta forse di un’antica civiltà galattica, mossa da una specie di compassione cosmica. Oppure sono viaggiatori interstellari, che hanno assistito a troppe estinzioni, che hanno scelto di non restare a guardare un’altra specie che si inabissa nell’odio e nell’oblio.

Loro sono tra noi, ma non c’è modo di riconoscerli. Il fornaio con le mani infarinate, la maestra d’asilo dei nostri figli, il meccanico burbero ma onesto: ognuno di loro può essere uno dei guardiani invisibili.

Unico indizio che li potrebbe smascherare è la loro innata bontà. Una benevolenza mai ostentata o calcolata, ma spontanea. Un’empatia profonda, accompagnata dal desiderio sincero di alleviare la sofferenza altrui. Qualità rare in un mondo che premia l’arrivismo e la sopraffazione.

Qualche volta il signor Rossi si ritrova a guardare il notiziario, vede scandali di corruzione, guerre e violenze, e un’ombra di tristezza vela i suoi occhi azzurri. Sa che le sue forze e quelle dei suoi compagni sono limitate, che potrebbero non bastare.

Pensa a un altro tempo, ad altri pianeti, a tutte quelle specie, pur promettenti, che hanno imboccato una deriva autolesionista senza possibilità di ritorno.

Una mattina, mentre esce per andare al lavoro, Elena si confida con il signor Rossi. La ragazza è stanca della cattiveria che vede ogni giorno in ospedale, dell’indifferenza di molti, della mancanza di umanità. Il signor Rossi l’ascolta con la sua solita pazienza, poi le dice che la vera forza risiede nella gentilezza. Non bisogna lasciarsi scoraggiare dall’oscurità. Anche una piccola luce può essere importante.

La giovane infermiera non comprende del tutto il significato di quelle parole, ma prova comunque un grande conforto.

Il signor Rossi torna alle sue begonie, il sole del mattino illumina i suoi capelli bianchi. Sa che la partita è quasi persa. Le ondate di egoismo e di violenza sono ormai troppo potenti per essere arginate. Il fragile equilibrio che il suo popolo ha cercato di mantenere per millenni sta per spezzarsi.

E voi, che leggete queste parole, guardatevi intorno. Osservate con attenzione i vostri vicini di casa, i vostri amici, gli sconosciuti che incrociate per strada. Chi sono davvero? Sono tra quelli che combattono la silenziosa battaglia? Oppure sono quelli che, come voi, partecipano alla devastazione?

Riflettete, e poi pensate e fate ciò che vi pare. Ognuno è artefice del proprio destino. Voi, con la vostra immensa fragilità, non siete nulla. E non conoscete nulla. Non sapete neppure se io sono uno di loro oppure no...


Nessun commento:

Posta un commento