La Prima Guerra Mondiale è stato l’ultimo conflitto
planetario nel quale la popolazione civile non è stata coinvolta, se non in
maniera indiretta. La Grande Guerra fu esclusivamente un combattimento tra eserciti,
una lunga e tragica lotta di posizione, con i soldati rintanati per prolungati periodi
di tempo nelle trincee e bersagliati dalle artiglierie opposte, oppure condotta
con rapidi e cruenti assalti e scontri combattuti nella terra di nessuno, cioè nello spazio compreso tra le due linee
nemiche.
Il Secondo Conflitto Mondiale invece coinvolse in pieno i
cittadini degli stati belligeranti. Le città furono sottoposte a devastanti
bombardamenti dal cielo che provocarono autentici massacri, le stesse furono
occupate militarmente da nemici e alleati, i civili furono spesso oggetto di
rappresaglia e comunque, in diversi modi, furono costretti a partecipare al
conflitto.
Alcuni anni fa ci è stato fatto credere che la Guerra al Terrore (o, per meglio dire,
al terrorismo islamico) potesse essere considerata la Terza Guerra Mondiale. Si
trattava di un conflitto che, a ulteriore differenza dei precedenti, riguardava
soprattutto la popolazione civile,
esposta a indiscriminati e tremendi attentati allo scopo di seminare, appunto,
il terrore e l’insicurezza. E trascinando nelle ostilità, in tal modo, tutti
gli stati ma senza la diretta partecipazione delle loro forze militari.
Abbiamo visto come tale lotta (“perfezionata” poi dall’inutile
invasione e occupazione di paesi come l’Iraq e L’Afghanistan) si sia rivelata
un autentico bluff ed ora ci
domandiamo se la vera Terza Guerra Mondiale (o globale?) non sia invece quella
che si sta combattendo sotto gli occhi di tutti in questi giorni.
Quali sono le principali caratteristiche di tale conflitto?
E, soprattutto, chi è il nemico?
Il nemico è sfuggente, difficile da individuare. Esiste e
non esiste, tuttavia combatte. Il nemico può essere il mercato (la sua parte
più crudele e malevola), può essere la finanza speculativa, le grandi banche d’affari,
le multinazionali, la deriva del sistema capitalistico, cinici gruppi di potere
che agiscono nell’ombra, il nemico può essere rappresentato da noi stessi.
Tutto e niente.
Una guerra di questo genere non può essere combattuta
schierando gli eserciti, perché il nemico è infiltrato ovunque ed è impalpabile,
praticamente invisibile, non esistono armi atte a fronteggiarlo. È una guerra
di tutti contro tutti, dove i soccombenti sono tanti, e le vittime saranno
sempre di più. Vittima è chi si impoverisce, chi perde il lavoro, chi non avrà
mai un lavoro, chi fallisce e si uccide per disperazione, chi non può sperare
nel futuro. Vittime sono gli stati nazionali che, incapaci di reagire, di
fornire adeguate e forti risposte politiche sono erosi e spolpati e con loro i
cittadini, alcuni corresponsabili di tale tragica situazione e altri no, ma il
nemico non opera distinzioni.
Un nemico spietato, dunque, che probabilmente vincerà la
guerra, e che nessuno di noi vedrà mai in volto.
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