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martedì 13 marzo 2012

PECCATORE E PECCATO



Colto da un impulso improvviso arresto l’automobile. Scendo, e mi dirigo verso la piccola chiesa. È la prima volta che la vedo, non sono mai stato in questo paese. Sono soltanto di passaggio.
Scosto il pesante portale. L’interno è buio, rischiarato soltanto da una infinità di candele accese. Ambiente suggestivo. Ci sarà un prete? Non credo, penso. Eppure mi auguro di trovarlo, perché il desiderio di confessarmi cresce sempre di più. Per quale motivo ho preso questa decisione? Che cosa mi ha spinto? Non lo so. E perché proprio oggi? In fondo, sono trascorsi quasi vent’anni da quando l’ho fatto l’ultima volta, avrei ancora potuto aspettare. No, lo voglio fare adesso, stabilisco risoluto.
Vicino all’altare scorgo un ometto che impugna scopa e paletta. Deve essere il sacrestano e sta pulendo. Mi avvicino. Lui posa gli attrezzi e mi guarda.
“Dove posso trovare il parroco?” domando.
Con un cenno del capo mi mostra un confessionale di legno scolpito, alla sua destra.
“Lì dentro?”
Annuisce. Sono fortunato. Quasi non ci credo! Ringrazio il sacrestano, che è uguale sputato a Bernardo, il servo muto di Zorro. Infatti anche questo non parla, comunque seguo la sua indicazione. All’improvviso una sensazione di panico mi paralizza. Che cosa devo dire? Devo elencare tutti i peccati che ho commesso negli ultimi vent’anni? E chi se li ricorda? D’accordo, qualche volta ho mentito, ma mai quanto Pinocchio. E non ho nulla da spartire con Arsenio Lupin e tantomeno con Caino. Il mio problema in realtà è un altro. La mia vera intenzione è quella di confessare un’unica colpa, la sola che da sempre mi tormenta. Mi inginocchio. Ahi che dolore! Che cosa devo fare? Bussare? Sono in grande imbarazzo. Poi la tendina viola si sposta. Attraverso la fitta grata intravedo un volto in ombra. Non riesco a distinguere i suoi tratti. Mi schiarisco la voce.  
“Buongiorno, Padre. Senta, avrei il proponimento di confessarmi.” Ma in che modo mi esprimo? Deve essere l’emozione.
“Ma no!” Una voce squillante. Cinguettante, direi. Sono forse incappato in Padre Tweet?
“Diamoci del tu” aggiunge. Mi rendo conto che il prete è giovane. In una vecchia chiesa di un minuscolo paese non dovrebbe esserci un anziano pastore d’anime? Che cosa ci fa in questo posto sperduto questo sacerdote che è poco più di un ragazzo? L’animatore dell’oratorio?
“Va bene, come vuole lei. Cioè, come vuoi tu.”
“Dimmi.”
“Ho un dubbio atroce che mi tormenta” dico, e poi mi blocco.
“Coraggio.”
“È vero che la Chiesa opera una distinzione tra peccato e peccatore?”
Silenzio.
“Padre?”
“Un attimo, sto riflettendo. Sai, mi hai fatto una bella domanda!”
Trascorre un altro interminabile minuto, poi finalmente risponde.
“Ci sono! Sì, è vero. La Chiesa afferma che il peccato è sempre da condannare, mentre il peccatore può ottenere il perdono. Meglio ancora se il peccatore potenziale il peccato non lo ha commesso affatto, dico io.”
Non ho compreso granché.
“Io non l’ho mai commesso, il peccato” provo a dire.
Dalla grata mi giunge uno sbuffo di impazienza.
“Ascolta, non vorrei metterti fretta, tuttavia sarebbe opportuno che tu mi dicessi qual è quel peccato che non hai mai commesso ma che, eventualmente, potresti commettere. Intesi?”
“Mi vergogno” dico.
“Ehi! Sono un prete! Ne ho sentite tante!”
“Tante? Sei giovane…”
“Bè… qualcosa…”
“D’accordo, come vuoi. Mi piacciono le ragazzine.”
Silenzio.
“Hai sentito?” domando.
“Certo, non sono mica sordo! Ragazzine hai detto?” Mi accorgo che la sua voce è tremolante.
“Sì, ho detto ragazzine” confermo. Ormai non ho più nulla da perdere.
“Quelle giovani?”
“Non ci sono ragazzine vecchie…”
“Già. Quindici, sedici anni?” chiede.
“No, molto più piccole…”
“Bambine!” esclama.
“Sì, purtroppo sì. Proprio quelle.”
“Sei un pedofilo!”
“Padre…”
“Scusami, mi sono lasciato trascinare. Ascolta, la faccenda è piuttosto grave. Sai, la pedofilia, oltre che peccato gravissimo, è pure un reato e…”
Lo interrompo.
“Non ho mai praticato.”
“No? Bene. Anzi, ottimo.”
La mia voce si incrina.
“Mi immagino di continuo nell’atto di sedurre bambine, non con la violenza, sempre con dolce persuasione. E sogno di essere da loro ricambiato. Mi rendo conto che… Comunque, le mie sono e rimarranno sempre fantasie. Fantasie malate e perverse, non degne di un essere umane. Perché sono fatto così?”
“Eh? Sei fatto in quel modo perché così ha voluto Dio. Lui ti ha fatto così!”
Sono senza parole. Lui prosegue, imperterrito.
“D’accordo, sei un pedofilo, ma che cosa hai fatto per diventarlo? Hai studiato? Hai frequentato un corso? No! Dio ti ha messo alla prova in questo modo, ha stravolto la tua natura. Una prova difficile, che però devi riuscire a superare.”
“Finora ce l’ho sempre fatta. E ce la farò anche in futuro. Non rovinerò mai l’esistenza di qualche giovane innocente! Lo giuro! Però, che vita sarà la mia?”
“Sarà simile alla mia…” dice il prete a bassa voce.
“Eh?”
“Niente. Accidenti!”
Mi allarmo.
“Che cosa ho fatto? Che cosa ho detto?”
“Nulla, non preoccuparti. Sta per iniziare il Gran Premio. Allora, dal momento che tu non hai mai peccato, posso assolvere senza alcun dubbio il peccatore che è te. Che ne dici? Ti va? Ti sembra un accordo ragionevole?”
“Sì, ma…”
“Vivi sereno e, soprattutto, continua a non praticare, mi raccomando.”
“Devo fare qualche penitenza?” chiedo, ormai sollevato.
“No, soltanto andartene perché mi hai già fatto perdere la partenza della corsa.”
“Va bene. Arrivederci…”
“Ah! Un’ultima cosa. Sappi che comprendo la tua sofferenza.”
“Grazie Padre, tuttavia non capisco…”
“Tu non immagini quanto mi piacciano i ragazzini…”

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