Powered By Blogger

venerdì 9 marzo 2012

ALE' TORO?



Succede spesso, soprattutto frequentando i social networks, di vedere immagini, postate (orrendo neologismo gergale!) da altri utenti, che riguardano la corrida. Si tratta quasi sempre di figure, o di brevi filmati, contenenti straripanti crudeltà, e dove il toro ha la meglio sul matador. Casi rari, oltretutto. Seguono gli immancabili commenti di consenso a favore dell’animale e, all’opposto, di derisione ed espressi a volte con toni violenti, nei confronti dell’essere umano. Ebbene,  devo ammettere che tale atteggiamento causa in me una certa insofferenza, proprio per il fatto che mi considero, da sempre, un convinto animalista.
Vorrei tentare, pertanto, di produrre un ragionamento un po’ più articolato, che vada al di là del sintetico e discutibile commento.
Intendiamoci, la condanna di uno spettacolo atroce e brutale come la corrida è, da parte mia, totale e assoluta. Tuttavia, l’assistere a quelle accennate scene orribili e agghiaccianti non suscita in me grande entusiasmo, né alimenta un sentimento di partigianeria, quasi di tifo, verso il più debole, cioè il povero toro.
Subentra invece in me una sensazione di pietà per il torero ferito o colpito mortalmente e, nello stesso tempo, di immensa pena per l’animale ormai martoriato e comunque destinato a sicura morte. Il toro non è per me uno strumento di rivalsa, di vendetta, rivolta al torturatore. L’animale stesso non desidera la vendetta, perché tale impulso non appartiene alla sua natura, ma si limita a difendere, con il ricorso all’istinto, la sua vita. Il toro non aspira a uccidere il matador, bensì cerca una via, qualsiasi, per porre fine al tremendo supplizio. Gli animali non si vendicano mai, perché non odiano. Non ne sono capaci, e ciò li rende profondamente diversi (superiori?) dagli esseri umani.
La tauromachia ha origini molto antiche. Attualmente, nelle sue diverse e tutte crudeli forme, è ancora diffusa in Spagna (con la lodevole eccezione della più civile Catalogna), in Messico e in altri paesi ispano-americani come Colombia e Venezuela. Le tradizioni remote, come ben sappiamo, sono difficili da rimuovere. Essendo la loro origine arcaica, toccano nel profondo le corde emotive delle popolazioni coinvolte. In esse ci si riconosce, la cultura di un popolo ne può essere impregnata. È questo il caso dei combattimenti con i tori. Chiunque è in grado di stabilire che si tratti di uno spettacolo barbaro e incivile ma, nonostante questa palese consapevolezza, le resistenze a una sua necessaria abolizione sono molto forti. La corrida, in fondo, non è nient’altro che la rappresentazione della morte, e nutre gli istinti primordiali di chi vi assiste, li soddisfa, e mette a nudo la miseria dell’animo umano.
Torniamo al torero cogido, colpito, incornato, l’oggetto della mia pietà, sulla quale non tutti saranno d’accordo. Quel torero che trae spesso dalla sua disumana attività denaro e gloria, ma che in fondo rappresenta soltanto l’ultimo anello di una lunga catena. Mi pare opportuno far notare che le arene spagnole e messicane sono sempre colme di spettatori, gente cinica e del tutto priva di etica, che si fa scudo di consuetudini fuori dal tempo, e talmente irresponsabile da trascinare anche bambini ad assistere a uno spettacolo oltremodo diseducativo. Le corride rappresentano inoltre la fortuna di tanti allevatori e, di certo, di molti impresari. E di tanti altri che vi orbitano attorno. Quindi, è inutile l’accanimento contro un singolo matador, e il burlarsi della sua sfortuna (d'accordo, cercata e... trovata). È l’intero sistema che deve essere contrastato, attraverso una incisiva e costante opera di sensibilizzazione indirizzata in particolar modo alle nuove generazioni. E in tale azione devono essere impegnati soprattutto gli animalisti, vale a dire chi lotta a favore dei diritti degli animali; persone che, si presume, debbano essere dotate di maggiore sensibilità rispetto ad altri. Quando si gioisce per un atto violento, invece, significa che parte di quella sensibilità è andata persa. Di conseguenza, chi si ritiene autentico difensore degli animali eviti chiose vuote e inopportune, ma agisca sempre e soltanto in senso positivo. 

Nessun commento:

Posta un commento