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giovedì 26 gennaio 2012

CORAGGIO



Nel corso di tutta la mia vita ho sempre creduto di possedere una dote che è assai rara: il coraggio. Ne sono stato consapevole fin da quando ero ancora un bambino. Sapevo di essere una persona valorosa, già da allora. Non ho mai avuto paura di niente e di nessuno. Se i miei genitori, per punizione, mi avessero chiuso in un luogo buio, sono certo che non avrei avuto alcun timore.  Avrei affrontato l’oscurità senza trepidazione, avrei scacciato mostri e fantasmi con una semplice risata. Auspicavo di continuo che lo facessero, a tale scopo combinavo una birbanteria dopo l’altra. Purtroppo, loro non lo hanno mai fatto, e non ho mai avuto la possibilità di mettere alla prova quella mia dote, di dimostrare a tutti di quale pasta fossi fatto. Vivevo per quello, e grande e continua era la mia frustrazione.
L’audacia e la temerarietà non sono visibili, risiedono dentro di noi ma, nel caso esistano, sono sempre pronte a venir fuori, a scatenarsi. L’importante è che ci sia l’occasione giusta, proprio quella che a me è sempre mancata.
Poi sono cresciuto, e tale ardire, tale forza è maturata con me. Sempre di più. Con il trascorrere del tempo si è trasformata, è divenuta intenso desiderio di compiere atti eroici. Non ero più interessato a misurare me stesso, volevo essere di aiuto agli altri. Quante volte ho immaginato o sognato di salvare la vita a mia moglie o ai miei figli? Ai miei amici più cari? A perfetti sconosciuti? Quante situazioni ho concepito con la fantasia, dove io, soltanto io, ero l’artefice di un intervento miracoloso? Compiuto nel più assoluto sprezzo del pericolo? Ho vagheggiato di sventare rapire, di salvare persone vittime di incidenti e disastri, e di ricevere da quei beneficiati della mia incosciente e fiera risolutezza una semplice ma significativa stretta di mano, alla quale avrei risposto con un cenno di indifferenza. Perché l’uomo di valore, l’uomo forte e spericolato,  non ha meriti particolari, si limita soltanto ad assecondare la propria natura. Non si può fare a meno di essere coraggiosi.
Invece non è accaduto nulla di tutto questo. Sono stato sfortunato. La mia esistenza è trascorsa in maniera grigia, piatta e monotona. Non ho mai incontrato nessuna di quelle situazioni che ho spesso bramato. La mia attitudine è rimasta inutilizzata. Gli avvenimenti mi hanno sempre sfiorato e non mi hanno mai colpito. Non sono mai stato coinvolto in nulla che richiedesse lo sfoggio del mio ardimento.
Poi sono invecchiato. Poco per volta mi sono reso conto che non avrei più potuto aiutare nessuno. La riserva di coraggio è rimasta intatta ma ormai mi manca la forza per poterla utilizzare. Sono debole.
Sono un povero vecchio, solo e ammalato. Sto per morire, lo sento. Non posso più aiutare nessuno se non me stesso. Posso però affrontare la morte con dignità, e soprattutto con coraggio.
Invece, con mio grande sconforto, con immensa disperazione, mi accorgo di avere tanta paura. 

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