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domenica 14 agosto 2011

MANI IN TASCA



Quel giorno Gualtiero si presentò al bar in mutande.
D’accordo, il ragazzo era un poco tocco, qualcuno affermava che gli mancasse qualche giovedì e probabilmente anche qualche altro giorno feriale o festivo che fosse, tuttavia la sua apparizione, così conciato, suscitò comunque una certa sorpresa. E pure un certo divertimento.
Soltanto Oscar, il barista, la prese male. Certo, il suo era pur sempre un locale pubblico frequentato, oltre che da noi perdigiorno abituali, da studenti, da donne di una certa età e da pensionati con i loro cagnetti al guinzaglio, e di conseguenza l’abbigliamento del giovane lo indispose. Allora lo rimbrottò con severità, gli intimò di andarsene immediatamente o, al più, di coprire in qualche modo quelle sue gambette sottili, bianche e completamente glabre.
Gualtiero abbassò lo sguardo, in apparenza mortificato, ma non si mosse. A un tratto vidi spuntare sul suo muso da faina un beffardo sorriso, quindi il ragazzo si avvicinò a me e, rapido come un fulmine, tuffò una sua mano ossuta nella tasca destra dei miei pantaloni e la rivoltò. Era vuota, completamente vuota, a eccezione di alcune briciole di incerta origine.
“Ah! Ah! È già passato! È già passato. Non è rimasto niente!” cantilenò euforico Gualtiero, non nascondendo il proprio entusiasmo.
Dapprima rimasi alquanto sorpreso da quel gesto improvviso e inspiegabile poi, aiutato da una sagace asserzione del vecchio Pilade, che nel frattempo si era alzato dal suo solito tavolino per rifornire il bicchiere, finalmente compresi.
“Ieri il Presidente ha detto che sarà costretto a metterci le mani in tasca! E faceva pure finta di essere dispiaciuto, il gran bastardo!” esclamò l’anziano ubriacone, con la sua voce catarrosa.
Scemo sì, ma non del tutto, il buon Gualtiero! Il suo ragionamento era chiaro: niente pantaloni, niente tasche e qualsiasi tentativo di sottrazione governativa era così impedito. Non faceva una grinza. Subito dopo, nel locale si scatenò un coro di voci, la maggior parte delle quali decisamente alterate dall’alcol, ma non per questo meno efficaci.
“Quel farabutto!”
“Quel ladro!”
“Quel puttaniere da strapazzo!”
“Quel vigliacco!”
Mi resi conto che si trattava di insulti, alcuni dei quali preferisco non riferire, tutti rivolti alla stessa persona: il nostro Capo del Governo.
Gualtiero era riuscito a scatenare un bel pandemonio!
Il buon Oscar cercò di riportare un po’ di ordine, ma invano. Gli avventori erano scatenati, e si incoraggiavano l’uno con l’altro sempre di più.
“Quel nano merdoso!”
“Quel mascalzone!”
“Quella canaglia!”
“Quel criminale!”
Dal momento che la sequela di ingiurie non accennava ad arrestarsi, decisi di intervenire. Odio quando la gente assume atteggiamenti animaleschi, da branco. E, dopo aver ancora udito un: “Deve finire appeso a testa in giù!” sbottai.
“Basta!” urlai. “Smettetela di fare questi discorsi da bar!”
Oscar mi guardò torvo, io finsi indifferenza, nondimeno il mio intervento si rivelò adeguato perché tutti si zittirono. Accanto a me, Gualtiero sogghignava soddisfatto, grattandosi il posteriore. Ero intervenuto poiché, tra le altre cose, non tollero l’ipocrisia, e sapevo benissimo che almeno una metà di quegli scatenati urlatori aveva per anni sostenuto o addirittura idolatrato quel bieco individuo che adesso invece era oltraggiato in maniera così pesante.
“Finiremo tutti con le pezze al culo” aggiunse ancora Faustino, però con tono pacato, amaro.
Dovetti annuire. Ero completamente d’accordo con quella sua analisi semplice ma efficace.
Gualtiero continuò a sorridere, si chinò in avanti e, ruotando lentamente su se stesso, espose a tutti il retro delle sue mutande gialle, compiaciuto. Il suo ragionamento continuava a reggere. Chi non possedeva pantaloni, non rischiava di doverli rattoppare.
Faustino scosse lentamente la testa, si accese una sigaretta e prosciugò tutto di un fiato il bicchiere che reggeva tra le mani.
“Prima o poi ci ruberanno pure le mutande” disse con tono grave.
Gualtiero impallidì di colpo. Poi si voltò e scappò di corsa dal locale. Noi ci guardammo, meravigliati per quella strana e imprevista reazione.
Il giorno dopo il ragazzo si presentò al bar completamente nudo. E rideva.


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