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lunedì 29 agosto 2011

LA RECENSIONE




"Un anno diverso" di Enzo Sopegno (2009)

Un anno vissuto pericolosamente - recensione di Vanni Spagnoli

La scuola, forse perché tutti l’abbiamo vissuta, sia pure in modo più o meno consapevole e con indirizzi e a livelli diversi, appartiene ad una sorta di memoria collettiva, fonte inesauribile di aneddoti e di ricordi dolce-amari.
E forse per questo, a dispetto dei continui tentativi di umiliarla da parte di politici poco illuminati, conserva sempre il suo fascino, a volte duro a spegnersi, tanto che molti si ostinano ancora, a distanza di anni, a promuovere incontri tra ex studenti, nell’illusione di ritrovare la magia e l’atmosfera di giorni ormai definitivamente trascorsi.
Enzo Sopegno (le iniziali “E.S.” coincidono, forse non casualmente, con quelle del protagonista del romanzo) affronta questo tema da un’ottica non nuova, quella dell’insegnante “dotato e fuori dagli schemi”, che non si rassegna alla mortifera banalità del programma ministeriale, provando a dare un taglio del tutto particolare al suo insegnamento.
Ezio Sentieri, docente di storia e filosofia, ama la musica classica e la lettura ed è in loro che si rifugia, quando il peso del passato affolla il suo quotidiano.
Un passato che gli ha lasciato cicatrici importanti, e forse anche il bisogno di illudersi che la vita abbia un senso.
E’ così che, scuola nuova, ragazzi nuovi, decide di sfidarli a impegnarsi in un progetto che possa farli crescere e maturare sul serio, che insegni loro “ad imparare a pescare”, così da regalare uno scopo anche alla propria esistenza.
Il progetto andrà avanti, tra entusiasmi e delusioni, fino al finale, forse scontato (perché inevitabile), ma non per questo meno significativo, perché tutti ne risulteranno, sia pure in modo diverso, arricchiti.
Questa la trama di una storia, condotta da Enzo Sopegno con rara maestria, specie nella presentazione dei personaggi.
Anche se l’immagine non è nuova, davvero si ha l’impressione di assistere all’anteprima di un concerto, in cui le voci isolate e spesso dissonanti dell’orchestra, a poco a poco trovano comunanza d’accordi e si trasformano in musica.
Così i ragazzi vengono, con leggerezza, sempre più caratterizzati, fino a trasformarsi, senza sforzo da parte del lettore, da semplici nomi, in esseri umani ricchi di spessore e complessa personalità.
Che deriva loro anche da una nuova consapevolezza: che nessuno è un’isola, che esistono delle regole indispensabili per crescere insieme e, soprattutto, che le regole devono essere rispettate, anche quando tra le loro pieghe si respira aria di ingiustizia e volontà di sopraffazione.
Ed è questo un merito non da poco, che nessuno potrà togliere al prof. Sentieri e, di riflesso, al suo autore.

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