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lunedì 6 giugno 2011

GIOCHETTI



Ci risiamo. Di nuovo giochetti, ancora ambiguità, sempre nuovi tentativi di perpetuare, in un tempo che ormai è diventato  infinito, la falsa realtà fondata sull’inganno e sulla menzogna.
Le vittime? La solita parte – in lenta diminuzione, per buona sorte – di sprovveduti e creduloni cittadini che ancora sottostanno alla perfida arte ammaliatrice del Gran Bugiardo.
Nell’ultima settimana lo sciagurato presidente del Consiglio – confuso, annebbiato ma non per ciò meno pericoloso – si affanna e si ostina a minimizzare gettando secchiate d’acqua (a gestione privata o pubblica?) sul metaforico incendio per lui rappresentato dai quesiti referendari.
Assistiamo increduli a sconcertanti dichiarazioni del tipo: i referendum sono stati svuotati del loro significato, sono di conseguenza inutili, non possiedono la minima valenza politica, il Governo non ha alcun interesse per la consultazione, dall’esito del voto non può derivare nessuna conseguenza per la maggioranza, lasciamo ai nostri elettori la piena libertà di scelta (nel senso che possono decidere se recarsi alle urne oppure no e lasciando intendere che è preferibile optare per non andare). E così via, in un crescendo parossistico di annunci e comunicazioni distorte e scellerate.
In realtà, già da alcuni giorni è in atto l’ennesima – e non comunicata – maldestra e disperata manovra rivolta a impedire che gli elettori si possano esprimere in modo diretto e democratico.
Il Governo ha infatti presentato un ricorso alla Corte Costituzionale – in esame probabilmente già martedì e con pronunciamento atteso il giorno stesso – che prevede, in caso di suo accoglimento da parte della Consulta, l’annullamento del referendum sulla scelta nucleare.
Perché questo grande interesse, questo accanimento tutto concentrato su tale quesito? In verità l’autentico interesse è sempre lo stesso, quello di un solo individuo, il Premier, impegnato in maniera spasmodica a tentare di attenuare – o addirittura annullare – le pesanti ripercussioni che potrebbero derivare dai numerosi procedimenti giudiziari in corso nei suoi confronti.
Si teme infatti, in ambito governativo, che le tematiche legate alla scelta sul nucleare – molto sentite dall’opinione pubblica – possano rappresentare un temibile traino, raffigurabile in una specie di inarrestabile locomotiva impazzita, e che contribuiscano così al paventato raggiungimento del quorum anche sulla consultazione che riguarda il legittimo impedimento. Tale norma, esempio cristallino di legge ad personam – una delle tante, purtroppo, che abbiamo sopportato – seppure abbia avuto i suoi nefasti effetti mitigati dal pronunciamento della Suprema Corte che ne ha cassato ampie parti, possiede intatto un intrinseco valore simbolico: si tratta, insomma, di una sorta di ennesimo giudizio popolare sulla persona del Presidente del Consiglio, e su temi piuttosto sensibili quali la legalità e l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Considerando che nell’ultimo periodo il vento ha un po’ mutato la sua direzione, il Grande Impunito preferirebbe senz’altro evitare tale inconsueta ordalia, nella quale a prevalere non sarebbe il giudizio divino, bensì quello di milioni di elettori, e ben difficilmente l’accusato ne uscirebbe con la patente d’innocenza.

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