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venerdì 24 giugno 2011

CRISI



“Non pensi anche tu che il nostro rapporto sia in crisi?”
“No.”
“No?”
“No.”
“Voi uomini siete sempre così superficiali!”
“Non mi interessano gli altri uomini, parliamo di noi.”
“Di che vuoi parlare? Hai appena detto che va tutto bene!”
“Tu mi hai rivolto una domanda e io ho risposto. Però mi chiedo: perché hai fatto proprio quella domanda? Tu credi davvero che tra di noi ci sia qualche problema?”
“Non soltanto lo credo, ma ne sono sicura.”
“La tua certezza si baserà senza dubbio su alcuni presupposti. Posso conoscere quali sono?”
“Sei noioso anche in questo momento, sai solo porre sciocche domande, non sei in grado di fornire risposte. E inoltre non sai discutere, non sai affrontare le complicazioni, e un rapporto in difficoltà è di certo una questione importante.”
“Che il nostro rapporto sia in crisi lo hai affermato soltanto tu, finora.”
“Vedi? Per quale motivo dici finora? Fino a un attimo fa stavi negando tutto, proprio come fanno gli uomini. Siamo in crisi? No. Hai l’amante? No. Sei un perfetto cretino? No. E adesso hai già cambiato idea.”
“Primo: non ho affatto cambiato idea. Secondo: come mai hai la fissazione degli altri uomini? Ti manca forse la quantità? O la varietà, magari?”
“A volte riesci a essere veramente offensivo. Che ti piaccia o no, tu appartieni a un genere inferiore e ne stai dando prova, tanto da diventare spregevole.”
“Piano con le parole. Non ti intendevo assolutamente offendere.”
“La tua stessa presenza è oltraggiosa!”
“Isteria.”
“Eh? Ripeti!”
“Il tuo è un tipico comportamento isterico, e la mia è una constatazione puramente scientifica. Il termine isterico deriva da…”
“Non fare il saccente con me! Non osare! Da sempre gli uomini, boriosi e cattedratici, tentano di inculcare nelle donne…”
“Femminismo.”
“Basta! La vuoi smettere di esprimerti con singoli termini? Che cosa vuoi mai dimostrare? D’accordo che il vostro vocabolario, degli uomini intendo, è piuttosto limitato, tuttavia potresti anche fare un piccolo sforzo onde evitare di apparire come un essere rozzo e primitivo quale invece sei.”
“Sai soltanto insultare, mia cara.”
“E tu non sai fare nulla!”
“Alt! Che cosa intendi dire? Precisa meglio.”
“In casa non sai fare nulla. Fuori? Boh! E a letto? Be’, meglio non dire niente. Le mie parole potrebbero annientare per sempre la tua sfera più intima!”
“Questo non me l’avevi mai detto…”
“Quest’ultima cosa? Finora non era stato necessario.”
“Stai parlando sul serio?”
“Guardami in faccia. Mi conosci bene, ti pare forse che stia scherzando?”
“No…”
“È assai facile fingere per compiacere gli uomini, per tenerli buoni.”
“Le tue affermazioni sono di una gravità incredibile.”
“Le mie verità, vuoi dire. Le mie assolute verità.”
“Lascia che mi sieda.”
“Che c’è, ti senti male?”
“No, ma sono sconvolto.”
“E se ti dicessi che ti ho mentito? Che invece tu a letto sei un vero portento?”
“Non ci crederei.”
“E faresti bene!”
“Ah!”
“Che c’è adesso?”
“Nulla. Non ti credevo così spietata e crudele.”
“Sono soltanto me stessa.”
“Non la donna che io conoscevo.”
“Quella arrendevole? Sottomessa?”
“Sì…”
“Quella che dice sempre di sì?”
“Ascolta, non pensi anche tu che il nostro rapporto sia in crisi?”
“Sì, lo penso anch’io.”



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