Ho tra le mani i
documenti di acquisto. Li scorro, nell'ultima pagina è indicato il prezzo
dell'autovettura: cinquecento euro. La mia intenzione non era quella di
spendere così poco. Non è per risparmiare che alla fine ho accettato di
acquistare questa automobile. L'ho fatto, e non so il perché. La macchina, in
realtà, non l'ho neppure vista. Sto andando adesso all'autosalone a ritirarla.
Mi dovrà piacere per forza, non c'è possibilità di tornare indietro. Io volevo
acquistare un'auto come quelle di adesso, con tanta plastica e tanta
elettronica, ma non ci sono riuscito.
Gli eventi sono andati in una direzione che non ho potuto fare a meno di
seguire. Ecco, sono arrivato a destinazione. Il venditore che mi accoglie porta
le basette lunghe, come si usava alcuni anni fa, e indossa un completo blu un
po' stazzonato.
"La sua automobile
è sotto, al coperto" dice.
Lo seguo. Un grande ascensore
ci conduce nel seminterrato.
Camminiamo per qualche
decina di metri in mezzo a un mare di autovetture. Quando siamo quasi arrivati
in fondo all'immenso salone il basettone si ferma.
"Ecco, la sua è
questa" dice, con enfasi.
Guardo l'auto. È di colore
rosso, e io odio il colore rosso, almeno quanto il giallo. Riconosco il
modello, si tratta di una FIAT 124 familiare. Davanti, sul frontalino, sono
avvitati due fari antinebbia, rotondi. Sul tettuccio è montato un enorme
portabagagli.
"Se vuole, ci può
caricare pure un armadio" dice il venditore.
Non ho armadi da
caricare, per cui non gli bado. Noto che la carrozzeria, un po' rovinata, è
stata lucidata in maniera approssimativa, le numerose cromature sono opache.
Sbircio l'interno, attraverso un finestrino socchiuso. Il volante è rivestito
di cuoio. I sedili in finta pelle, soprattutto quello del guidatore, appaiono
consumati. Quando mi sposto sul lato sinistro della vettura non riesco a
trattenere una esclamazione di stupore. Sotto la fiancata, tra le ruote, spunta
una marmitta color ottone. Sembra la parte finale di un sassofono e sporge di
almeno una ventina di centimetri. La indico al venditore, senza dire nulla. Lui
annuisce, compiaciuto.
"Sentisse che
rumore!" esclama. "Occorre soltanto fare attenzione ai pedoni, a non
falciarli".
Sono sempre più
sbigottito. Che cosa ho fatto? Che automobile ho comprato?
Per buona sorte mi
sveglio. Sì, era soltanto un sogno. Mi sono destato all'improvviso, prima che
la visione si trasformasse in incubo. È piena notte, decido di alzarmi per bere
un po' d'acqua. Giunto in cucina, noto sul tavolo i documenti di acquisto
dell'automobile nuova. L'ho comprata ieri, l'operazione mi ha impegnato tutto
il pomeriggio, ecco spiegato il perché di quel sogno. E poi, soddisfatto per
l'acquisto, ieri sera ho un po' esagerato a cena. Mentre bevo l'acqua, sfoglio
distrattamente i documenti. Da nessuna parte vedo indicati marca e modello
dell'auto nuova. Un po' in affanno proseguo e, arrivato ormai all'ultima
pagina, leggo il prezzo di acquisto dell'automobile nuova: cinquecento euro.
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