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giovedì 5 luglio 2012

LA VOLATA



Ricorrere ad analogie tra il mondo della politica e quello dello sport può risultare, il più delle volte, assai stucchevole, soprattutto se lo sport in questione è il calcio.
Per tale motivo mi sottrarrò da questa pratica, sebbene soltanto in parte, utilizzando per la similitudine un altro sport, meno diffuso ma altrettanto affascinante: il ciclismo.
Nel ciclismo, appunto, la volata è lo scatto finale che un corridore compie in vista del traguardo.
Nel nostro caso (e torno a parlare di politica) la linea d’arrivo è rappresentata dalle elezioni politiche che si terranno nella prossima primavera. Le forze politiche, inutile negarlo, hanno già iniziato, in un modo o nell’altro, la loro lunga volata.
Qualsiasi corridore o semplice appassionato di ciclismo è perfettamente consapevole che lo sprint finale è un’azione molto delicata. Per prevalere è indispensabile possedere qualità particolari: resistenza allo sforzo prolungato, ottima capacità di distribuzione delle energie, forza pura, doti acrobatiche non comuni, sagacia tattica, scelta della miglior strategia possibile, coraggio e, infine, un pizzico di sana follia.
Come stanno interpretando i partiti politici, i movimenti che si contenderanno la vittoria elettorale, questo finale di gara estremamente delicato?
In pratica, tutti hanno già sferrato il loro attacco, scegliendo naturalmente piani d’azione differenti.
Qual è la reale situazione al momento attuale?
Il PDL appare lento. L’intera squadra (compresi i numerosi e servili gregari) è in attesa di un colpo di reni, dell’ennesimo guizzo vincente del corridore più rappresentativo, l’unico in grado di trionfare, quel Berlusconi che però appare imbolsito e piuttosto disorientato. La squadra correrà da sola, poiché la compagine alleata in tutte le passate gare sta attraversando un periodo di grande difficoltà, invischiata in turpi vicende legate al finanziamento pubblico dei partiti. Alcuni corridori (dopati dal denaro) sono stati squalificati. Il nuovo capitano appare volenteroso e determinato ma, in un attimo di scoramento, ha fatto intravedere la possibilità di rinunciare alla competizione nazionale per puntare sulle corse locali, in particolare quelle che si disputano nella inesistente regione chiamata Padania.
Il fronte degli avversari tradizionale di PDL e Lega, tuttavia, si mostra un po’ titubante e alquanto diviso.
Il PD, secondo quasi tutti gli osservatori più accreditati, sarebbe potenzialmente in grado di arrivare alla vittoria con le sue sole forze. Sta conducendo la volata, anche se il margine di vantaggio non può essere definito rassicurante. I suoi tifosi non nascondono la loro preoccupazione. Oltretutto, incognita non da poco, le regole della gara non sono certe. Ad esempio, quale sarà la legge elettorale con la quale si andrà alle urne? Buio fitto.
I sostenitori del PD, di conseguenza, sono pressoché tutti concordi nel sostenere la necessità di un’alleanza con qualche altra squadra, per meglio controllare e rintuzzare gli attacchi avversari.
Già, ma con quale altra squadra? Questo è il vero problema, ed è ciò che  provoca sofferenza nel capitano Bersani, ancora alla ricerca della sua prima prestigiosa affermazione.
Forse un accordo con l’UDC di Casini, corridore esperto anche se mai vincente? Il fatto è che Casini mal tollera, nell’ipotetica alleanza, la presenza dell’IDV di Di Pietro, quest’ultimo atleta confusionario e piuttosto indisciplinato tatticamente. E lo stesso Casini si mostra pure dubbioso riguardo la presenza di Vendola e dei suoi, vale a dire la squadra che indossa la maglietta rossa (un po’ sbiadita) di SEL. A sua volta l’ex giovane ciclista prodigio Vendola manifesta fastidio per l’eventuale presenza proprio del troppo moderato (un passista?) Casini, mentre gradirebbe avvalersi dell’apporto di Di Pietro, da impiegare, al bisogno, come guastatore.
Inoltre tutti, ma proprio tutti, si ritrovano a dover fare i conti con un corridore emergente, tale Grillo da Genova che, avvalendosi dei suoi quasi invisibili compagni di squadra, da tempo ha iniziato la volata e si trova ormai in una posizione di immediato rincalzo rispetto ai primi e quindi pronto per l’allungo finale. Il dubbio, legittimo, è se non abbia iniziato troppo presto lo sprint…
Le volate, come ben sanno gli esperti di ciclismo, possono essere molto pericolose. Gli spazi, in particolare negli ultimi metri, sono stretti. Si sgomita e spesso si commettono scorrettezze. Ci si urta, ci si spintona, si usano le spalle per farsi largo. Si può cadere. Cadute che spesso possono essere disastrose, soprattutto quando coinvolgono l’intero gruppo di atleti. In quel caso nessuno vince, e inoltre ci si può fare molto male.
Riprendendo l’analogia tra politica e ciclismo si può affermare che, nella malaugurata ipotesi di una caduta rovinosa, a ferirsi non sarebbero soltanto i corridori, ma tutti i cittadini.  

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