Ansima, Matteo Renzi.
L'ex Presidente del Consiglio è in difficoltà, sembra quasi aver perso la
bussola. La riconquista della segreteria del partito, dopo la batosta del
referendum istituzionale, è stata un gioco da ragazzi. Subito dopo però sono
ricominciati i problemi. Renzi sperava di essersi sbarazzato per sempre dei
suoi più ostili oppositori interni, i Bersani e i D'Alema, che invece sono
ricomparsi a fianco di Pisapia, interessati al progetto politico dell'ex
sindaco di Milano, e futuri e nuovamente minacciosi interlocutori per una
eventuale alleanza a sinistra. Sta andando tutto male per Renzi, pure se lui
ben dissimula le avversità. La veloce rioccupazione dello scranno più alto di
Palazzo Chigi si sta rivelando un'autentica chimera. Le elezioni politiche
anticipate non ci saranno, e chissà se sarà approvata una nuova legge
elettorale. La traversata nel deserto di Renzi richiederà molti altri mesi, da
trascorrere svolgendo compiti che proprio non gli piacciono, che lo rendono
insofferente. Renzi non è un politico da partito, è un animale da governo. Le
alchimie di segreteria lo annoiano. Nel frattempo le elezioni amministrative
sono andate male, e in prospettiva nazionale l'unica alleanza che potrebbe
riportarlo a Palazzo Chigi è quella con Forza Italia, panorama che provoca dolorosi
mal di pancia alla maggior parte degli elettori del Partito Democratico. L'ex
sindaco di Firenze potrebbe già essere giunto al termine della sua carriera
politica.
Ansima, Silvio Berlusconi.
L'ex Cavaliere ha vinto le elezioni amministrative ma non festeggia. A lui
proprio non va giù il progetto sovranista e vagamente razzista di Matteo Salvini,
e soprattutto non intende essere subordinato al leader leghista. A Berlusconi
starebbe ben più a cuore un'alleanza con Renzi, il miglior modo, a suo parere,
per poter continuare a tutelare i propri interessi. E poi questo non è il
momento più adatto per Berlusconi per lasciarsi andare a derive lepeniste,
proprio adesso che è tornato a sfoggiare grandi e finti sorrisi in Europa.
Un'Europa che dà a intendere di avere scordato il passato dell'ex Cavaliere,
fatto di processi, condanne, servizi sociali, ma che in realtà non ha dimenticato
affatto. E poi c'è l'attesa per la sentenza del tribunale di Strasburgo, una
pronuncia che gli potrebbe restituire l'agognata piena agibilità politica, ma
che fatalmente arriverà troppo tardi. E infine tra poco le primavere saranno
ottanta, e questo non gioca a suo favore.
Ansima, Beppe Grillo.
L'ex comico non ha ancora deciso se intende governare oppure no. Probabilmente
tale decisione è stata presa, ma non può essere esternata. Ed è quella di
continuare a fare opposizione, per sempre. Grillo ha ormai compreso che
governare non è semplice. Occorre competenza, occorre una classe dirigente
all'altezza, occorre assunzione di responsabilità. Tutte caratteristiche che
mancano al suo partito. Le esperienze in merito nei governi locali sono state
disastrose. Federico Pizzarotti, primo sindaco Cinque Stelle di una grande città,
si è rivelato un buon amministratore ed è stato rieletto, ma da tempo e senza
alcuna ragione è stato espulso dal partito Cinque Stelle. Le sindache di Roma e
Torino, elette trionfalmente soltanto un anno fa, sono entrambe gravate da
avviso di garanzia, per motivi diversi, ma ciò che le accomuna è l'inerzia
delle loro giunte, l'inesperienza evidente, l'incapacità di affrontare
un'attività complessa com'è quella di governare una grande città, la totale
assenza di progetti, di una visione.
Ansima, l'Italia. Un
paese che ha il fiato corto.
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