È una splendida
giornata di sole e stai passeggiando nel parco con la tua giovane fidanzata.
Mano nella mano. Ma poi squilla il cellulare e stacchi la tua mano dalla sua. E
tutto accade in un attimo. La vedi incespicare, su un sasso o su una radice che
sporge. La osservi sbilanciarsi in avanti, pedalare in maniera ridicola con le
gambe, mulinare le braccia, ma a quel punto non è più possibile mantenere
l'equilibrio, non su quella scarpe dal tacco altissimo. E lei cade a terra,
appoggia le mani, sfrega il ginocchio. Nulla di grave, comunque: le sue belle
mani sono tutte impolverate, le calze sottili sono lacerate in modo irrimediabile.
Lei, goffa e imbarazzata, cerca di rimettersi in piedi. Tu dovresti aiutarla, e
lo fai, ma dopo un istante di esitazione. Perché è difficile reprimere
quell'onda di divertimento che ti scuote tutto il corpo ma che devi comunque
non lasciare trasparire.
Sei a cena con il tuo
migliore amico. Vi conoscete dai tempi dell'infanzia, tuttavia le vicissitudini
della vita vi hanno un po' allontanati. Ma adesso vi siete finalmente ritrovati
e avete deciso di festeggiare nel modo che preferite: con una bella mangiata.
Il ristorante è di quelli eleganti, con il cameriere che rimane sempre
appostato dietro di voi, pronto a soddisfare le vostre necessità. Tutto sta
andando molto bene, gli antipasti erano squisiti, e adesso viene servito il
primo. I piatti di pasta sono elaborati ma piuttosto invitanti. Il tuo amico si
avventa sul suo, sorridendo, esprimendo il suo compiacimento. La prima forchettata,
molto abbondante, troppo abbondante, invece di finire in bocca si spalma sullo
sparato della sua camicia immacolata. Lui rimane immobile, con la forchetta a
mezz'aria, attonito. E tu sei costretto a voltarti, per condividere lo spasso con
il cameriere, che invece rimane serio.
Tua moglie ha impiegato
una vita per prepararsi. Nel suo abbigliamento non ha trascurato nessun
particolare. Una tale cura ha comunque prodotto un risultato brillante: è
bellissima in quel completo chiaro di grande sartoria, costato due stipendi.
D'altra parte il matrimonio della sorella è un'occasione davvero importante, è
d'obbligo essere perfetti. Lei sale in auto con estrema circospezione, sembra quasi
che si muova al rallentatore, non vuole assolutamente sgualcire quell'abito favoloso.
Dopo un breve tragitto arrivate alla chiesa. Scendete, lei si specchia per
un'ultima volta nel finestrino dell'automobile. Appena arrivati sul sagrato
della chiesa, per ultimi, per essere ammirati da tutti, un maligno piccione in
transito sgancia la sua bomba. Il proiettile, scuro denso e copioso, colpisce
la tua signora proprio sulla spalla, poi si allarga sulla sua giacchetta color
panna. Lei alza le braccia, emette in piccolo urlo stridulo, poi impallidisce.
Le tue spalle iniziano a sussultare, fai di tutto per controllare la tua
espressione allegra. E ti rendi conto di quanto sia difficile dominare una
risata.
Manca poco a
mezzogiorno, l'ora della sospirata pausa. Hai lavorato tutta la mattinata e
adesso sei stanco. Ti rilassi un attimo. E la stessa cosa fa la tua collega, seduta
alla scrivania di fronte alla tua. Incroci il suo sguardo e scambi con lei
alcune parole di convenienza. Ma la tua attenzione è attirata da una zanzara
che volteggia accanto al suo viso. L'insetto volteggia a lungo prima di posarsi
sulla sua guancia rubiconda, mentre lei non si avvede di nulla. Saresti ancora
in tempo per avvisarla, ma non lo fai. E poi è troppo tardi. Il molesto insetto
ha già svolto il suo dovere. Ha colpito, ha affondato il suo pungiglione in
quella carne tenera e succosa. Lei all'improvviso si schiaffeggia, lancia un
gridolino di disappunto, ma la zanzara si è già allontanata. E allora perdi
tutti i freni inibitori e inizi a ridere, e poi ancora a ridere...
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