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mercoledì 19 luglio 2017

DALLA PARTE DI MUTTLEY


È una splendida giornata di sole e stai passeggiando nel parco con la tua giovane fidanzata. Mano nella mano. Ma poi squilla il cellulare e stacchi la tua mano dalla sua. E tutto accade in un attimo. La vedi incespicare, su un sasso o su una radice che sporge. La osservi sbilanciarsi in avanti, pedalare in maniera ridicola con le gambe, mulinare le braccia, ma a quel punto non è più possibile mantenere l'equilibrio, non su quella scarpe dal tacco altissimo. E lei cade a terra, appoggia le mani, sfrega il ginocchio. Nulla di grave, comunque: le sue belle mani sono tutte impolverate, le calze sottili sono lacerate in modo irrimediabile. Lei, goffa e imbarazzata, cerca di rimettersi in piedi. Tu dovresti aiutarla, e lo fai, ma dopo un istante di esitazione. Perché è difficile reprimere quell'onda di divertimento che ti scuote tutto il corpo ma che devi comunque non lasciare trasparire.
Sei a cena con il tuo migliore amico. Vi conoscete dai tempi dell'infanzia, tuttavia le vicissitudini della vita vi hanno un po' allontanati. Ma adesso vi siete finalmente ritrovati e avete deciso di festeggiare nel modo che preferite: con una bella mangiata. Il ristorante è di quelli eleganti, con il cameriere che rimane sempre appostato dietro di voi, pronto a soddisfare le vostre necessità. Tutto sta andando molto bene, gli antipasti erano squisiti, e adesso viene servito il primo. I piatti di pasta sono elaborati ma piuttosto invitanti. Il tuo amico si avventa sul suo, sorridendo, esprimendo il suo compiacimento. La prima forchettata, molto abbondante, troppo abbondante, invece di finire in bocca si spalma sullo sparato della sua camicia immacolata. Lui rimane immobile, con la forchetta a mezz'aria, attonito. E tu sei costretto a voltarti, per condividere lo spasso con il cameriere, che invece rimane serio.
Tua moglie ha impiegato una vita per prepararsi. Nel suo abbigliamento non ha trascurato nessun particolare. Una tale cura ha comunque prodotto un risultato brillante: è bellissima in quel completo chiaro di grande sartoria, costato due stipendi. D'altra parte il matrimonio della sorella è un'occasione davvero importante, è d'obbligo essere perfetti. Lei sale in auto con estrema circospezione, sembra quasi che si muova al rallentatore, non vuole assolutamente sgualcire quell'abito favoloso. Dopo un breve tragitto arrivate alla chiesa. Scendete, lei si specchia per un'ultima volta nel finestrino dell'automobile. Appena arrivati sul sagrato della chiesa, per ultimi, per essere ammirati da tutti, un maligno piccione in transito sgancia la sua bomba. Il proiettile, scuro denso e copioso, colpisce la tua signora proprio sulla spalla, poi si allarga sulla sua giacchetta color panna. Lei alza le braccia, emette in piccolo urlo stridulo, poi impallidisce. Le tue spalle iniziano a sussultare, fai di tutto per controllare la tua espressione allegra. E ti rendi conto di quanto sia difficile dominare una risata.
Manca poco a mezzogiorno, l'ora della sospirata pausa. Hai lavorato tutta la mattinata e adesso sei stanco. Ti rilassi un attimo. E la stessa cosa fa la tua collega, seduta alla scrivania di fronte alla tua. Incroci il suo sguardo e scambi con lei alcune parole di convenienza. Ma la tua attenzione è attirata da una zanzara che volteggia accanto al suo viso. L'insetto volteggia a lungo prima di posarsi sulla sua guancia rubiconda, mentre lei non si avvede di nulla. Saresti ancora in tempo per avvisarla, ma non lo fai. E poi è troppo tardi. Il molesto insetto ha già svolto il suo dovere. Ha colpito, ha affondato il suo pungiglione in quella carne tenera e succosa. Lei all'improvviso si schiaffeggia, lancia un gridolino di disappunto, ma la zanzara si è già allontanata. E allora perdi tutti i freni inibitori e inizi a ridere, e poi ancora a ridere...


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