Sono una persona di
ampie vedute. Quando mia moglie ha manifestato il desiderio di fare vacanze
separate non ho avuto alcuna esitazione e ho accordato il mio permesso. Sono
abituato ormai da molti anni a soddisfare tutti i suoi capricci e anche questa
volta non ho avuto nulla in contrario ad accontentarla. Naturalmente in vacanza
alla fine è andata soltanto lei. A me non piace trascorrere le ferie da solo,
non provo alcuna soddisfazione. In ogni caso per me non è stata una rinuncia
molto dolorosa. In realtà odio i luoghi di villeggiatura in genere, in
particolare non amo la vuota confusione dei villaggi turistici, da sempre la
meta più ambita per la mia consorte. In quei posti mi sento come un pesce fuor
d’acqua, mi annoio e guardo con disgusto alle “attività ludiche e ricreative”
con le quali vengono di continuo perseguitati i clienti durante il loro soggiorno.
Un vero tormento, che per fortuna quest’anno sono riuscito a evitare. Nei
villaggi vacanza ovviamente si crea tra gli ospiti una certa promiscuità,
nascono effimere amicizie che comunque non durano e, a volte, sbocciano
relazioni amorose. Ecco, è proprio quest’ultimo l’aspetto che più mi ha reso
inquieto. Una donna sola in vacanza può essere facile preda dei conquistatori
da strapazzo che si aggirano tra i bungalow dei villaggi turistici. Con mia
moglie però non ho fatto parola riguardo a queste mie preoccupazioni. Alla sua
partenza l’ho salutata con un sorriso e le ho augurato buon divertimento. Le
precauzioni le ho assunte dopo, al suo ritorno. Sapevo che la mia dolce metà a
me non avrebbe raccontato nulla del suo soggiorno vacanziero, mentre la stessa
cosa non l’avrebbe di certo fatta con la sua amica Simona. Ero sicuro che
avrebbe rivelato ogni particolare proprio a lei, alla sua amica del cuore.
Durante l’assenza di
mia moglie sono andato in un negozio di elettronica gestito da un mio
conoscente. Mi sono procurato una microspia, proprio come quelle degli agenti
segreti, e un apparecchio ricevente in grado di registrare le conversazioni. Ho
sistemato la pulce sotto il tavolino del telefono e ho atteso il ritorno della
mia signora. È tornata tutta abbronzata e ancora più bella del solito. Come
previsto non mi ha riferito nulla, ha soltanto detto di essersi molto divertita.
Il giorno dopo sono andato al lavoro e, alla sera, ho ascoltato le sue
conversazioni telefoniche della giornata. Mi è bastato sentire la prima,
proprio con quella stronza di Simona, per prendere la mia decisione.
“Allora, racconta, racconta… Com’è andata?”
“È stato bellissimo! Il posto era stupendo e il mare era
molto pulito. All’interno del villaggio c’era di tutto! Bar, ristoranti e
persino una mega-discoteca. Ci sono andata tutte le sere! Sai che mi è sempre
piaciuto ballare, ma con quell’orso di mio marito…”
“E che hai fatto?”
“Ho ballato e ballato fino allo sfinimento. Erano anni che
non mi svagavo così!”
“E gli uomini? C’erano uomini interessanti?”
“Pensa che c’era un ragazzo di Milano, molto più giovane di
me, che non la smetteva di venirmi dietro…”
“E tu? E tu che cosa hai fatto? Lo hai assecondato?”
Basta così. A quel
punto ho spento la mia apparecchiatura. Avevo già saputo ciò che volevo.
Adesso lo chiamano
femminicidio, perché questo termine va di moda. Io so soltanto che non ho
voluto sentire nessuna giustificazione e l’ho fatta fuori. L’ho fatto perché
quella donna si è rivelata una poco di buono, come purtroppo temevo. Poi ho
chiamato io stesso i carabinieri e adesso li sto aspettando. Mi è rimasto un
dubbio: se lavarmi o no le mani lorde di sangue prima del loro arrivo.
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