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venerdì 12 luglio 2013

SPIONAGGIO


Sono una persona di ampie vedute. Quando mia moglie ha manifestato il desiderio di fare vacanze separate non ho avuto alcuna esitazione e ho accordato il mio permesso. Sono abituato ormai da molti anni a soddisfare tutti i suoi capricci e anche questa volta non ho avuto nulla in contrario ad accontentarla. Naturalmente in vacanza alla fine è andata soltanto lei. A me non piace trascorrere le ferie da solo, non provo alcuna soddisfazione. In ogni caso per me non è stata una rinuncia molto dolorosa. In realtà odio i luoghi di villeggiatura in genere, in particolare non amo la vuota confusione dei villaggi turistici, da sempre la meta più ambita per la mia consorte. In quei posti mi sento come un pesce fuor d’acqua, mi annoio e guardo con disgusto alle “attività ludiche e ricreative” con le quali vengono di continuo perseguitati i clienti durante il loro soggiorno. Un vero tormento, che per fortuna quest’anno sono riuscito a evitare. Nei villaggi vacanza ovviamente si crea tra gli ospiti una certa promiscuità, nascono effimere amicizie che comunque non durano e, a volte, sbocciano relazioni amorose. Ecco, è proprio quest’ultimo l’aspetto che più mi ha reso inquieto. Una donna sola in vacanza può essere facile preda dei conquistatori da strapazzo che si aggirano tra i bungalow dei villaggi turistici. Con mia moglie però non ho fatto parola riguardo a queste mie preoccupazioni. Alla sua partenza l’ho salutata con un sorriso e le ho augurato buon divertimento. Le precauzioni le ho assunte dopo, al suo ritorno. Sapevo che la mia dolce metà a me non avrebbe raccontato nulla del suo soggiorno vacanziero, mentre la stessa cosa non l’avrebbe di certo fatta con la sua amica Simona. Ero sicuro che avrebbe rivelato ogni particolare proprio a lei, alla sua amica del cuore.
Durante l’assenza di mia moglie sono andato in un negozio di elettronica gestito da un mio conoscente. Mi sono procurato una microspia, proprio come quelle degli agenti segreti, e un apparecchio ricevente in grado di registrare le conversazioni. Ho sistemato la pulce sotto il tavolino del telefono e ho atteso il ritorno della mia signora. È tornata tutta abbronzata e ancora più bella del solito. Come previsto non mi ha riferito nulla, ha soltanto detto di essersi molto divertita. Il giorno dopo sono andato al lavoro e, alla sera, ho ascoltato le sue conversazioni telefoniche della giornata. Mi è bastato sentire la prima, proprio con quella stronza di Simona, per prendere la mia decisione.
“Allora, racconta, racconta… Com’è andata?”
“È stato bellissimo! Il posto era stupendo e il mare era molto pulito. All’interno del villaggio c’era di tutto! Bar, ristoranti e persino una mega-discoteca. Ci sono andata tutte le sere! Sai che mi è sempre piaciuto ballare, ma con quell’orso di mio marito…”
“E che hai fatto?”
“Ho ballato e ballato fino allo sfinimento. Erano anni che non mi svagavo così!”
“E gli uomini? C’erano uomini interessanti?”
“Pensa che c’era un ragazzo di Milano, molto più giovane di me, che non la smetteva di venirmi dietro…”
“E tu? E tu che cosa hai fatto? Lo hai assecondato?”
Basta così. A quel punto ho spento la mia apparecchiatura. Avevo già saputo ciò che volevo.
Adesso lo chiamano femminicidio, perché questo termine va di moda. Io so soltanto che non ho voluto sentire nessuna giustificazione e l’ho fatta fuori. L’ho fatto perché quella donna si è rivelata una poco di buono, come purtroppo temevo. Poi ho chiamato io stesso i carabinieri e adesso li sto aspettando. Mi è rimasto un dubbio: se lavarmi o no le mani lorde di sangue prima del loro arrivo.


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