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giovedì 30 maggio 2013

CAMPIONE DEL MONDO!


“Gentili signore e signori, buongiorno.” La voce calda e appassionata di Adriano De Zan proviene dall’apparecchio televisivo posto su un alto trespolo. A quel richiamo gli avventori del bar, fino a qualche istante prima moltitudine scomposta e vociante, si ammutoliscono come d’incanto.
“Venite! Inizia!” grida qualcuno. E tutti si dirigono verso il televisore, sintonizzato sul Primo Programma della RAI. Soltanto un giovane, indifferente al trambusto che lo circonda, non accorre. Si avvicina al juke-box, infila un gettone e seleziona un brano. Le note veloci di “Samarcanda”, di Roberto Vecchioni, si diffondono nel locale.
“Spegni quella roba! Cristo! Non si sente niente!” sbraita Pino, il camionista.
“Non posso ascoltare la musica?” domanda il ragazzo, con finta ingenuità. “Che cosa c’è di così importante alla tele?”
Faustino, il proprietario del bar, allo scopo di prevenire spiacevoli incidenti, si accosta al giovane e gli bisbiglia qualcosa all’orecchio. Poi smorza il volume del juke-box fino a che la musica diventa quasi impercettibile. Con gli occhi, si scusa con il cliente che dapprima si indispone e quindi se ne va, sbattendo la porta.
Adesso gli avventori sono ammassati in una piccola sala, quella che contiene il televisore. Tutti fumano e l’aria è pesante, quasi irrespirabile ma nessuno sembra rendersene conto. Gli sguardi sono puntati sullo schermo. I commenti si incrociano.
“Guarda i nostri! Sono quasi tutti davanti!”
“Chi è quello? Il giovane, dico.”
“È Beppe Saronni. Tira come un dannato.”
“Non ne ha più, guardate com’è bianco in faccia. Però ha fatto un buon lavoro, di belgi e di olandesi ne ha scoppiati parecchi.”
“Speriamo che non succeda come l’anno scorso.”
“Dov’è Bitossi?”
“Madonna come piove adesso!”
“Ahi… ahi…”
“Che c’è?”
“È partito, quello con la maglia bianca!”
“Mi sembra un tedesco.”
“Uno dei nostri gli è andato dietro!”
“È Moser! Dai Checco!”
“Come ha detto che si chiama l’altro?”
“Thurau.”
“È forte?”
“Altroché! Quello è bravo in volata. Fa le Sei Giorni.”
“Francesco, dagli la purga al crucco!”
“Quei bastardi di tedeschi rompono le palle dappertutto!”
“Ludovico, non fare il razzista!”
“Nazista?”
Badòla! Ho detto razzista!”
“E cosa c’entra il razzismo? Me lo vuoi spiegare?”
“Zitti! Quanto manca?”
“Meno di due giri.”
“Ci avete fatto caso? Non c’è un metro di pianura. Tutta salita e discesa. Che razza di percorso!”
“È durissimo!”
“È per gente con le palle!”
“Dai Moser! Non mollare!”
“Robe da matti! C’è di nuovo il sole!”
“Guardate che asfalto brutto, è pieno di gobbe.”
“Lì ti rompi il culo!”
“È peggio della Rubé."
“Il vigliacco non tira.”
“Forse è cotto.”
“Quelli? I tedeschi? Quelli sono furbi…”
“Merda, l’ultimo giro! E Moser non riesce a toglierselo dai coglioni!”
“Vedrai che finirà in volata.”
“Nooo!”
“Ma avete visto ai bordi della strada? Sembra che ci sia la giungla!”
“Eh! Sono in Venezuela!”
“Cazzo c’entra? Se fanno il campionato del mondo sarà ben un paese civile, no?”
“Perché? Se c’è la giungla non può essere un paese civile?”
“Non lo so. Però era meglio se lo facevano dalle nostre parti.”
“Sì, ma non in Puglia! Ti ricordi l’anno passato? Ha portato una sfiga nera!”
“Che avete contro la Puglia?”
Ti sta cìtu, nàpuli!”
“Che succede adesso?”
“Moser ha mollato!”
“Merda!”
“Cristo! Ha bucato! E l’altro non se n’è neppure accorto! Quel mangiapatate è proprio un coglione!”
“Dov’è l’ammiraglia? E Martini?”
“Quanto manca?”
“Mi sembra meno di cinque chilometri.”
“Arriva! Arriva!”
“Gli hanno cambiato la bici!”
“Però! Che velocità!”
“Vai Francesco!”
“L’ha quasi ripreso!”
“Uno sforzo così poi lo paghi…”
“Guarda che quell’altro non ne ha più, si è fatto prendere!”
“Sì, e poi lo ciula alla fine!”
“Moser non deve stare davanti!”
“Mica può fermarsi!”
“È partito!”
“Porca puttana!”
“Vaaai!”
“Non ce la fa a reggere una volata così lunga…”
“Quello è tosto! È un montanaro!”
“Ce la fa! Ce la fa!”
“Ha vinto!”
“Campione!”
“Guarda! Terzo Bitossi!”
“Faustino! Da bere! Subito! Per tutti!”




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