Un
saggio graffiante, satira sarcastica, toni velenosi, linguaggio sulle righe,
critica feroce in forma di diario quotidiano degli ultimi due anni politici,
eppure un'opera di spessore, documentata ed attenta, informata anche se
dichiaratamente partigiana, dalla quale trasuda un amore sviscerato per il
paese, una tristezza sconfinata per le sue sorti, una rabbia indicibile nel
constatare l'inadeguatezza addirittura imbarazzante della sua odierna classe
dirigente. Ogni giorno malefatte, gaffe clamorose, dichiarazioni inquietanti,
ed atti di governo vergognosi, costituiscono oggetto di lucida analisi e considerazioni
drammatiche sul futuro di quello che una volta era uno dei paesi più importanti
del mondo, una democrazia presa a calci ogni giorno con atti sconsiderati ed
assai discutibili, da politici ridanciani, figure quasi caricaturali, diventate
note per ignavia e cialtroneria, in ogni angolo del mondo, diventato ormai
villaggio globale. Un libro rendiconto e piuttosto amaro, sulla difficile
empasse in cui è stato cacciato il nostro paese, dopo anni di pressappochismo,
populismo sciatto, cesarismo demenziale e relative tragiche conseguenze, con la
caduta di ogni credibilità a qualsiasi livello sulla scena internazionale ci fa
dire... povera... Italia, speriamo sia solo un raffreddore!! (Giovanni Lossi)
Appassionata
testimonianza di un’Italia che vorrebbe essere diversa e tuttavia non riesce a
darsi forma politica. Con il difetto storico del particolarismo e
tradizionalmente poco incline all’autocoscienza. Un’Italia, verrebbe da dire
scorrendo le pagine di questo libro lucide e impietose, senza speranza. E’
l’eterno Seicento del Manzoni. E piaccia o non piaccia lo spettacolo è così
desolante che forse ci restano aperte soltanto, oggi come allora, le vie
segrete della Provvidenza. (Antonio
Bianchessi)
Uno
scritto che è anche manifesto, grido e appello disperato per un’Italia che
sembra non approdare mai al lido sicuro di una serena e laboriosa disposizione
al meglio, quale si vorrebbe. Oggi, se possibile, l’Italia è messa ancor peggio
rispetto ai tempi in cui lo scritto di Enzo Sopegno è stato steso. Uno scritto
tuttavia che merita una lode particolare per l’appassionata testimonianza
dell’autore. Da riassumere in futuro, quando questa tremenda fase politica avrà
trovato finalmente un suo punto fermo, sempre che non sia il punto fermo del
disastro totale. Non ce lo auguriamo. Questa nostra POVERA ITALIA merita
davvero altro. (Gian Primo
Brugnoli)
Un
libro che deve essere letto anche se il cuore fatica. Anche se viene,
vigliaccamente, voglia di chiudere gli occhi e la mente. Davvero povera patria
nostra! E invece gli occhi occorre tenerli ben aperti su queste pagine di Enzo Sopegno il quale con una lucidità spietata nonché con la solita maestria,
descrive alcuni degli anni più tragici della nostra storia dal dopoguerra ad
oggi! Un libro splendido che deve dare, invece, coraggio e spingerci a non
dimenticare. (Franco Piantanida)
Ancora
una volta l’autore ci regala una delle sue amare e lucide riflessioni, e
stavolta non in forma di romanzo o racconto, ma di cronaca e analisi ragionata
dell'attualità politica e sociale italiana. E gli strumenti di indagine sono
gli stessi: lo stesso sguardo disilluso e un po’ cinico, la stessa capacità di
raccontare estraniandosi come da un punto di osservazione lontanissimo e al
tempo stesso perfettamente a fuoco, le stesse drammatiche sintesi che fanno
delle sue affabulanti pagine una esperienza di lettura illuminante e preziosa.
(Carlo Crescitelli)
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