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domenica 7 aprile 2013

SERATA



Da solo mentre si fa sera
Su una macchina che è puttana
In ardente attesa del chimico frutto
L’aria fresca d’aprile e il cielo cupo
Passo dopo passo è giunta l’ora
L’ultima infinita esitante attesa
Scrivo i numeri della visione
Risate sguaiate di ragazzi giapponesi
Odore d’umanità nella soffocante cabina
L’artiglio contratto sul campanello luminoso
E poi lei appare
Abiti vecchi e sorriso da sogno
Stoffe informi sulle curve ambite
Quindi tutto e nulla
Il troppo pieno e l’improvviso vuoto
Il tormento e lo smarrimento
Traboccanti umori caldi e umidi
Il corpo combatte e la mente vacilla
E subito diventa tardi
Stracci ributtati sulle ossa dolenti
L’ultimo disperato risucchio di labbra
E poi fuori dalla stanza arroventata
Furtivo come un ladro nell’androne
L’uomo/donna sbuca all’improvviso
Tette enormi e alta statura
Un invito che è un gioco
La risposta è un bacio simulato
All’aperto sul selciato
Urla e grida e schiamazzi di animali
E poi da solo attraverso la notte
Su una macchina che è sempre più puttana
Quando l’anima è un vulcano

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