Enrico Letta è impegnato
in queste ore nel tentativo di formare il nuovo governo. Sappiamo tutti come si
è arrivati al suo incarico. In maniera quasi drammatica. Prima c’era stata l’incredibile,
per certi versi, rielezione di Giorgio Napolitano. Il vecchio/nuovo presidente
ha accettato il reincarico ponendo precise condizioni. Prima fra tutte la
costituzione, ad ogni costo, di un esecutivo di larghe intese. L’unica opzione
possibile, e su questo non si può che essere d’accordo. Il governo, alla fine,
nascerà. Non sarà di larghe intese, naturalmente, poiché alcune forze politiche
si sono già sfilate durante le consultazioni: Sinistra, Ecologia e Libertà (mai
con Berlusconi, sarebbe come governare con i fascisti…), la Lega (daremo il
nostro apporto pur stando all’opposizione…), il Movimento Cinque Stelle (con
questi non ci mescoleremo mai ma non faremo mancare i nostri sì nel caso di
provvedimenti che riterremo condivisibili…).
A questo punto per il
presidente incaricato la strada potrebbe apparire in salita, invece non è così.
Tutto dipenderà dall’atteggiamento del PDL. Il partito di Berlusconi all’inizio
delle trattative ha dato l’impressione di voler alzare la posta (abolizione e
restituzione dell’IMU irrinunciabili, presenza di ministri politici di alto
profilo per tutti i partiti coinvolti e altre assurde pretese) ma in realtà si
è trattato di una abile sceneggiata. Berlusconi non ha alcun intenzione di
lasciarsi sfuggire questa ghiotta occasione: essere al governo dopo aver perso
malamente le elezioni, dopo aver fatto cadere il governo Monti, dopo aver quasi
distrutto il Paese.
La verità è che
Berlusconi questa volta l’ha scampata per un pelo. Sarebbe stata sufficiente
una piccola spinta e la sua lunga parentesi politica si sarebbe chiusa per
sempre. Toccava al PD provvedere a questo minimo pungolo, e bastava davvero
poco. Sappiamo tutti com’è andata a finire. Invece di disarmare per sempre Berlusconi
il Partito Democratico è riuscito nell’impresa (tutt’altro che facile!) di
distruggere se stesso nel volgere di pochi concitati giorni. Se continuerà ad
esistere dovrà comunque scontare la tremenda pena di governare con il Diavolo,
e di sicuro perderà una grande fetta del suo elettorato, che mai come in questa
occasione si è sentito tradito.
Il governo dunque
nascerà, perché è Berlusconi che lo vuole, mentre il PD non potrà che subire in
modo passivo, mettendoci oltretutto la faccia. Il padrone del PDL sa benissimo
che, in caso contrario, il presidente Napolitano attuerebbe senza esitazione
ciò che ha lasciato intendere, vale a dire niente scioglimento delle Camere ma
dimissioni immediate. Un tremendo schiaffo a tutti. Un additare di fronte al
Paese, una volta di più, le tremende responsabilità dell’intera classe politica. A quel punto
sarebbe la piazza stessa a eleggere il successivo Capo dello Stato: Rodotà. Uno
scenario che Berlusconi non si può permettere, che lo terrorizza, che riempie
di incubi il suo sonno.
E allora via libera in
tempi brevi al governo Letta.
Povero Enrico.
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