Nello spogliatoio c’è
ancora odore di sudore, di calzini sporchi e di bagnoschiuma. Luca e Alessandro,
sono rimasti soltanto loro due. Per le ultime considerazioni, gli ulteriori
commenti, per analizzare nei dettagli la partita che hanno appena disputato e
scambiare alcune parole in assoluta libertà, come spesso accade tra due persone
legate da un profondo senso di amicizia.
Il primo è in piedi di
fronte a un piccolo specchio appannato, e cerca senza successo di sistemare la
sua folta capigliatura. Alcuni ciuffi ribelli si rifiutano con ostinazione di
stare al loro posto.
L’altro è seduto su una
panca e ha appena finito di rivestirsi. Sembra piuttosto affaticato, neppure la
lunga doccia calda è riuscito a rilassarlo, a lavare via del tutto la
stanchezza fisica che lo affligge. E il tonificante getto d’acqua bollente ancor
meno ha contribuito ad alleviare l’evidente tormento, la viva inquietudine che
traspare dal suo volto. I pensieri molesti persistono, in qualche modo lo
straziano proprio, e gli impediscono di assaporare in pieno quel momento di
intimità e confidenza con l’amico di sempre.
“Datti una mossa, Ale.
Vuoi che ci chiudano dentro?” dice Luca, che continua a passarsi e ripassarsi la
spazzola tra i capelli.
“Eh? Tranquillo, il
custode mi ha lasciato le chiavi. Possiamo fare con comodo.”
L’amico si volta e lo
osserva.
“D’accordo, facciamo
pure con calma, però non ho intenzione di trascorrere tutta la serata qui
dentro.”
Alessandro, per tutta
risposta, sorride. Il suo tuttavia è un sorriso distratto, di pura circostanza,
fatto nel tentativo di compiacere l’amico. In realtà sta pensando a tutt’altro.
La sua mente è un turbine, una autentica burrasca di pensieri che si
rincorrono, cozzano tra loro e si accatastano in maniera disordinata e confusa.
“Certo che quel sette
era davvero rognoso” riprende Luca. “Comunque dalla tua parte non si passava,
come sempre. Lo hai completamente annullato, gli hai impedito di fare qualsiasi cosa, alla fine era davvero frustrato quel poveraccio!”
“L’ho pure pestato…”
dice Alessandro, a bassa voce.
“È vero! Di solito non
ricorri alle maniere forti. Alla fine ti sei pure beccato quell’ammonizione,
hai rischiato addirittura di farti buttare fuori. Non è da te…”
“Chi se ne frega…”
“Uh? Che dici?”
“Niente… niente…”
“Comunque l’importante
era vincere e ce l’abbiamo fatta.”
“Già…”
Luca afferra il
giubbotto, sembra impaziente di andare via. Vede che l’amico è sempre seduto
sulla panca di legno, con lo sguardo smarrito. Cerca di scuoterlo dallo stato
di torpore in cui sembra essere precipitato.
“Ehi! Ti vuoi sbrigare
o no?”
“Luca…” Una specie di
implorazione, una disperata richiesta di attenzione.
“Che c’è?” La voce di
Luca ha una sfumatura preoccupata.
“Sai, ho una ragazza…”
sussurra Alessandro, senza guardarlo negli occhi.
I tratti del volto dell’amico
di distendono di nuovo.
“Cazzo! E per questo
motivo sei così mogio? D’accordo che le donne creano sempre problemi, però
dovresti essere in ogni caso contento! Accidenti, è la tua prima ragazza! Su
con la vita!”
Alessandro finalmente
lo guarda, un po’ risentito.
“Non è vero che è la
mia prima ragazza!” dice.
L’altro scoppia a
ridere.
“E quali sarebbero
state le altre?” chiede Luca.
Alessandro si alza in
piedi e inizia a camminare nello spogliatoio. Scalcia le scarpe, poi le
raccoglie e le sistema sotto la panca, infine si china e fruga nel borsone ma
non estrae nulla. Si siede di nuovo.
“C’è ne stata una sola,
per la verità. Te la ricordi quella del bar?”
“La biondina? Ma quella
era una ragazzina!”
“Aveva diciassette anni…”
“Ma ne dimostrava
quindici! E poi non ti filava per nulla, se ben ricordo…”
“Non è vero, una volta
siamo persino usciti insieme!”
“Una volta! E dove
siete andati?” Il tono di Luca è un po’ irridente.
“Al cinema.”
“Ah! E che cosa avete
visto? Biancaneve?”
“Luca, vaffanculo!”
“E dài! Sto scherzando.
Ricordo che eri pazzo di gelosia per quella! E lei come ci godeva a farti
incazzare…”
“Era il suo lavoro…”
inizia dire Alessandro, con scarsa convinzione.
“Guarda che il suo
lavoro era quello di fare i caffè, non quello di fare la smorfiosa con tutti i
ragazzi che frequentavano il bar.”
Alessandro annuisce.
“In parte hai ragione.
Che vuoi, era troppo giovane…”
“Diciamo che era pure
un po’… Va be’, lasciamo stare…”
“Adesso è tutta un’altra
storia” dice Alessandro.
“Mi fa piacere per te.
Si può sapere dove l’hai conosciuta, questa ragazza? Tu non esci mai, ti
rifiuti di venire in discoteca, se ti invito ad andare in birreria fai un sacco
di storie.”
“Che importanza ha dove
ci siamo incontrati?” risponde Alessandro, stizzito.
“Ehi! Calma! Non te la
prendere, era una semplice curiosità. Non voglio certo apprendere a tutti i
costi i vostri segreti. Almeno me la farai conoscere? Potremmo organizzare una
serata a quattro. Liliana ne sarebbe ben felice.”
Alessandro non
risponde, scrolla le spalle.
“Allora? Lo incalza
Luca.
“A quattro? Non credo
sia possibile. E poi questa ragazza tu la conosci già, non c’è bisogno di particolari
presentazioni.”
Luca guarda l’amico,
aggrotta un sopracciglio.
“Ah sì? E chi sarebbe?
Una nostra compagna di università? Un’amica di Liliana?”
“Non mi va di parlarne,
era meglio se non ti dicevo nulla.”
“Ufff! Ma quanto sei
pesante! Che male c’è a parlarne? Sono il tuo miglior amico sì o no?” sbotta
Luca.
“Certo, il fatto è che
ci sono alcuni problemi. Anzi, uno solo ma grosso…”
Luca assume un’espressione
furba, poi appoggia una mano sulla spalla dell’amico.
“Ho capito! La ragazza
è impegnata e non sa decidersi tra il vecchio e il nuovo, giusto?”
Alessandro si morde le
labbra, poi fa cenno di no.
“No, non è così. A lei
piaccio molto, me l’ha detto e ripetuto, ma non vuole lasciare il suo ragazzo.
Dice che è innamorata di lui, allo stesso modo in cui è innamorata di me.
Insomma, preferisce non scegliere perché vuole molto bene a entrambi. Non vuole
rinunciare a nessuno dei due, dice che sarebbe un’immensa ingiustizia.”
“Un bel tipo! E tu? Non
venirmi a dire che ti sta bene una situazione del genere! Che cosa farai?”
“Ho già deciso, e ho
accettato questa situazione. Pensavo che ciò mi avrebbe causato sofferenza,
invece sono sereno…
“Non si direbbe!” Luca
è davvero sorpreso e non sa quasi che dire.
“No, ti sbagli. Le mie
preoccupazioni sono dovute ad altro…”
“Vale a dire?”
“Il suo ragazzo lo
conosco…”
“Che cosa?”
“È così, si tratta di
una persona che stimo molto…”
“Per questo riesci a
sopportare una storia come questa? Soltanto perché hai una buona considerazione
del suo fidanzato?”
“Sì.”
“Pazzesco! In ogni caso
il vero problema è lei! È lei che si sta comportando in maniera strana. Sta
prendendo in giro tutti e due!”
Alessandro fa cenno a
Luca di calmarsi.
“Anch’io all’inizio lo
pensavo, ma poi ho capito che lei era sincera. Dice che è in grado di dare
amore a entrambi, ed è vero.”
Luca sospira.
“Non dirmi che vi
frequentate in tre…”
“No, finora non è mai
accaduto. Ma a me e Liliana farebbe molto piacere poterlo fare.”
“Liliana? Si chiama
Liliana proprio come la mia Liliana?”
Alessandro annuisce,
respira a lungo e poi risponde.
“Luca, guarda che si
tratta proprio della tua Liliana. Della nostra Liliana...”
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