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domenica 2 dicembre 2012

IL TERZO LATO



Nello spogliatoio c’è ancora odore di sudore, di calzini sporchi e di bagnoschiuma. Luca e Alessandro, sono rimasti soltanto loro due. Per le ultime considerazioni, gli ulteriori commenti, per analizzare nei dettagli la partita che hanno appena disputato e scambiare alcune parole in assoluta libertà, come spesso accade tra due persone legate da un profondo senso di amicizia.
Il primo è in piedi di fronte a un piccolo specchio appannato, e cerca senza successo di sistemare la sua folta capigliatura. Alcuni ciuffi ribelli si rifiutano con ostinazione di stare al loro posto.
L’altro è seduto su una panca e ha appena finito di rivestirsi. Sembra piuttosto affaticato, neppure la lunga doccia calda è riuscito a rilassarlo, a lavare via del tutto la stanchezza fisica che lo affligge. E il tonificante getto d’acqua bollente ancor meno ha contribuito ad alleviare l’evidente tormento, la viva inquietudine che traspare dal suo volto. I pensieri molesti persistono, in qualche modo lo straziano proprio, e gli impediscono di assaporare in pieno quel momento di intimità e confidenza con l’amico di sempre.
“Datti una mossa, Ale. Vuoi che ci chiudano dentro?” dice Luca, che continua a passarsi e ripassarsi la spazzola tra i capelli.
“Eh? Tranquillo, il custode mi ha lasciato le chiavi. Possiamo fare con comodo.”
L’amico si volta e lo osserva.
“D’accordo, facciamo pure con calma, però non ho intenzione di trascorrere tutta la serata qui dentro.”
Alessandro, per tutta risposta, sorride. Il suo tuttavia è un sorriso distratto, di pura circostanza, fatto nel tentativo di compiacere l’amico. In realtà sta pensando a tutt’altro. La sua mente è un turbine, una autentica burrasca di pensieri che si rincorrono, cozzano tra loro e si accatastano in maniera disordinata e confusa.
“Certo che quel sette era davvero rognoso” riprende Luca. “Comunque dalla tua parte non si passava, come sempre. Lo hai completamente annullato, gli hai impedito di fare qualsiasi cosa, alla fine era davvero frustrato quel poveraccio!”
“L’ho pure pestato…” dice Alessandro, a bassa voce.
“È vero! Di solito non ricorri alle maniere forti. Alla fine ti sei pure beccato quell’ammonizione, hai rischiato addirittura di farti buttare fuori. Non è da te…”
“Chi se ne frega…”
“Uh? Che dici?”
“Niente… niente…”  
“Comunque l’importante era vincere e ce l’abbiamo fatta.”
“Già…”
Luca afferra il giubbotto, sembra impaziente di andare via. Vede che l’amico è sempre seduto sulla panca di legno, con lo sguardo smarrito. Cerca di scuoterlo dallo stato di torpore in cui sembra essere precipitato.
“Ehi! Ti vuoi sbrigare o no?”
“Luca…” Una specie di implorazione, una disperata richiesta di attenzione.
“Che c’è?” La voce di Luca ha una sfumatura preoccupata.
“Sai, ho una ragazza…” sussurra Alessandro, senza guardarlo negli occhi.
I tratti del volto dell’amico di distendono di nuovo.
“Cazzo! E per questo motivo sei così mogio? D’accordo che le donne creano sempre problemi, però dovresti essere in ogni caso contento! Accidenti, è la tua prima ragazza! Su con la vita!”
Alessandro finalmente lo guarda, un po’ risentito.
“Non è vero che è la mia prima ragazza!” dice.
L’altro scoppia a ridere.
“E quali sarebbero state le altre?” chiede Luca.
Alessandro si alza in piedi e inizia a camminare nello spogliatoio. Scalcia le scarpe, poi le raccoglie e le sistema sotto la panca, infine si china e fruga nel borsone ma non estrae nulla. Si siede di nuovo.
“C’è ne stata una sola, per la verità. Te la ricordi quella del bar?”
“La biondina? Ma quella era una ragazzina!”
“Aveva diciassette anni…”
“Ma ne dimostrava quindici! E poi non ti filava per nulla, se ben ricordo…”
“Non è vero, una volta siamo persino usciti insieme!”
“Una volta! E dove siete andati?” Il tono di Luca è un po’ irridente.
“Al cinema.”
“Ah! E che cosa avete visto? Biancaneve?”
“Luca, vaffanculo!”
“E dài! Sto scherzando. Ricordo che eri pazzo di gelosia per quella! E lei come ci godeva a farti incazzare…”
“Era il suo lavoro…” inizia dire Alessandro, con scarsa convinzione.
“Guarda che il suo lavoro era quello di fare i caffè, non quello di fare la smorfiosa con tutti i ragazzi che frequentavano il bar.”
Alessandro annuisce.
“In parte hai ragione. Che vuoi, era troppo giovane…”
“Diciamo che era pure un po’… Va be’, lasciamo stare…”
“Adesso è tutta un’altra storia” dice Alessandro.
“Mi fa piacere per te. Si può sapere dove l’hai conosciuta, questa ragazza? Tu non esci mai, ti rifiuti di venire in discoteca, se ti invito ad andare in birreria fai un sacco di storie.”
“Che importanza ha dove ci siamo incontrati?” risponde Alessandro, stizzito.
“Ehi! Calma! Non te la prendere, era una semplice curiosità. Non voglio certo apprendere a tutti i costi i vostri segreti. Almeno me la farai conoscere? Potremmo organizzare una serata a quattro. Liliana ne sarebbe ben felice.”
Alessandro non risponde, scrolla le spalle.
“Allora? Lo incalza Luca.
“A quattro? Non credo sia possibile. E poi questa ragazza tu la conosci già, non c’è bisogno di particolari presentazioni.”
Luca guarda l’amico, aggrotta un sopracciglio.
“Ah sì? E chi sarebbe? Una nostra compagna di università? Un’amica di Liliana?”
“Non mi va di parlarne, era meglio se non ti dicevo nulla.”
“Ufff! Ma quanto sei pesante! Che male c’è a parlarne? Sono il tuo miglior amico sì o no?” sbotta Luca.
“Certo, il fatto è che ci sono alcuni problemi. Anzi, uno solo ma grosso…”
Luca assume un’espressione furba, poi appoggia una mano sulla spalla dell’amico.
“Ho capito! La ragazza è impegnata e non sa decidersi tra il vecchio e il nuovo, giusto?”
Alessandro si morde le labbra, poi fa cenno di no.
“No, non è così. A lei piaccio molto, me l’ha detto e ripetuto, ma non vuole lasciare il suo ragazzo. Dice che è innamorata di lui, allo stesso modo in cui è innamorata di me. Insomma, preferisce non scegliere perché vuole molto bene a entrambi. Non vuole rinunciare a nessuno dei due, dice che sarebbe un’immensa ingiustizia.”
“Un bel tipo! E tu? Non venirmi a dire che ti sta bene una situazione del genere! Che cosa farai?”
“Ho già deciso, e ho accettato questa situazione. Pensavo che ciò mi avrebbe causato sofferenza, invece sono sereno…
“Non si direbbe!” Luca è davvero sorpreso e non sa quasi che dire.
“No, ti sbagli. Le mie preoccupazioni sono dovute ad altro…”
“Vale a dire?”
“Il suo ragazzo lo conosco…”
“Che cosa?”
“È così, si tratta di una persona che stimo molto…”
“Per questo riesci a sopportare una storia come questa? Soltanto perché hai una buona considerazione del suo fidanzato?”
“Sì.”
“Pazzesco! In ogni caso il vero problema è lei! È lei che si sta comportando in maniera strana. Sta prendendo in giro tutti e due!”
Alessandro fa cenno a Luca di calmarsi.
“Anch’io all’inizio lo pensavo, ma poi ho capito che lei era sincera. Dice che è in grado di dare amore a entrambi, ed è vero.”
Luca sospira.
“Non dirmi che vi frequentate in tre…”
“No, finora non è mai accaduto. Ma a me e Liliana farebbe molto piacere poterlo fare.”
“Liliana? Si chiama Liliana proprio come la mia Liliana?”
Alessandro annuisce, respira a lungo e poi risponde.
“Luca, guarda che si tratta proprio della tua Liliana. Della nostra Liliana...” 

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