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lunedì 19 febbraio 2024

MUTI NON MUTA


 

Riccardo Muti è in questi giorni a Torino per dirigere al Teatro Regio l'opera lirica "Il ballo in maschera" di Giuseppe Verdi. Il maestro ha affermato con forza che non ha nessuna intenzione di modificare il libretto dell'opera nel punto in cui si cita "l'immondo sangue dei negri", come era invece avvenuto al Teatro alla Scala di Milano in una rappresentazione dello stesso melodramma un paio di anni fa.

Il politicamente corretto, pur condivisibile e segno positivo dell'evoluzione delle sensibilità nella società moderna, deve comunque avere dei limiti.

Non sarebbe infatti accettabile l'utilizzo di siffatta terminologia in un'opera contemporanea, composta ai nostri giorni. Il lavoro di Verdi, completato a metà Ottocento, deve invece essere valutato tenendo conto del suo contesto storico. Non è quindi concepibile apportare modifiche al testo del libretto allo scopo di allinearlo al pensiero attuale. La storia, e le espressioni artistiche del passato, di ogni genere (letteratura, musica, pittura, scultura) non possono e non devono essere modificate, corrette o rimaneggiate. Insomma, il revisionismo non può mai essere applicato alla storia, perché la storia rappresenta il ricordo, e mutare la narrazione storica conduce alla rimozione e alla perdita del  ricordo, all'annullamento del passato. Non abbiamo il diritto di farlo.   

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