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giovedì 28 marzo 2013

STREAMING!



Il tentativo di Pierluigi Bersani di dare vita, in un modo o nell’altro, a un esecutivo sembra giunto agli sgoccioli. Il leader del Partito Democratico si è preso tutto il suo tempo, e ciò probabilmente era parte della sua strategia. Ha dapprima consultato tutti i settori della società, infine le forze politiche presenti in Parlamento. Da tutti questi colloqui non è emerso nulla di nuovo. Il Paese è in grande difficoltà, e l’attuale sofferenza non potrà che aumentare se trascorrerà ancora altro tempo senza che sia trovata una soluzione. Sul fronte dei partiti le offerte avvelenate del Pdl sono state respinte, e non poteva essere altrimenti. Monti e i suoi sono apparsi, al solito, piuttosto ambigui. Non si capisce, in realtà, ciò che Scelta Civica vorrebbe in cambio della fiducia all’eventuale nuovo esecutivo.
Nessuna novità di rilievo neppure sul fronte del Movimento Cinque Stelle, il gruppo nei confronti del quale Bersani nutriva le maggiori aspettative. Il no secco a ogni collaborazione è stato ribadito per l’ennesima volta, condito subito dopo dai soliti insulti di un sempre più impresentabile Grillo.
Eppure, forse, una piccola novità c’è stata. L’incontro tra Bersani e la delegazione del M5S è stato pubblico, poiché è stato diffuso in streaming. Prima di andare oltre, una domanda: dal momento che si è optato per la divulgazione della riunione non sarebbe stato meglio introdurre una telecamera, per consentire una migliore qualità di immagini e segnale audio? Si sa, lo streaming qualche limite lo possiede
Chiusa questa parentesi, ci si chiede che cosa sia emerso da ciò che abbiamo visto, al di là dell’esito finale, che era scontato. Ebbene, abbiamo assistito a qualcosa di un po’ imbarazzante, e patetico. Vale a dire Bersani che parlava e parlava, tentando di spiegare le sue posizioni e soprattutto lo stato di necessità e l’urgenza di fare qualcosa per il Paese, mentre i due capigruppo del M5S sono rimasti quasi sempre muti. Le poche volte che hanno pronunciato qualche parola, sono apparsi, oltre che evidentemente intimiditi, del tutto inadeguati al ruolo rivestito. Ciò che si era paventato purtroppo si è verificato: in Parlamento ci sono numerosi dilettanti allo sbaraglio. La maggior parte di loro sono persone in buona fede, ma pur sempre di dilettanti si tratta, con tutte le conseguenze del caso.
A questo punto non si sa se il Presidente della Repubblica (appresi gli esiti delle consultazioni) affiderà a Bersani un mandato pieno e gli permetterà così di presentarsi in Parlamento per richiedere una quasi impossibile fiducia, oppure se tenterà di mettere in pratica altre disperate soluzioni alternative.
In ogni caso, adesso come non mai, è possibile distinguere bene le responsabilità (e il loro grado) delle diverse forze politiche. Esercizio tuttavia un po’ inutile quando, ancora una volta, si è sull’orlo del disastro.

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