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domenica 9 ottobre 2011

GONFIO DI PASSIONE



Ho sempre amato molto il calcio, fin da quando sono nato. In realtà, della mia vita non ricordo altro che il profumo dell’erba, gli allenamenti e le partite. Non ho mai fatto altro se non calcare il campo di gioco, del mondo non ho visto nulla, tuttavia non nutro alcun rimpianto. Fin dall’inizio ho compreso che la mia esistenza sarebbe stata soltanto quella, senza sosta, sino alla fine.
Ho calcato palcoscenici importanti, e di ciò sono molto orgoglioso. Ho udito le grida di entusiasmo, di rabbia e di delusione di una moltitudine di spettatori deliranti. Di fronte a tali manifestazioni sono sempre rimasto del tutto indifferente, non ne sono mai stato per nulla contagiato.
In tutta onestà devo ammettere che non sono stati gli incontri, le partite, i momenti che più hanno contribuito a farmi appassionare al calcio. Le gare si possono vincere o perdere. Io non ne ho mai persa una e, allo stesso tempo, non sono mai uscito vittorioso dal campo di gioco. Vi domanderete se ho sempre pareggiato? Dite che ciò non è possibile? Sì, in parte avete ragione, non si può pareggiare ogni volta, il fatto è che per me vittoria, sconfitta o pareggio sono esattamente la stessa cosa. Ma, dicevo, per me l’aspetto agonistico non è mai stato così importante. A me interessa giocare, e nient’altro. Io desidero passare più tempo possibile sul prato, non importa se impegnato in un incontro importante oppure in un semplice allenamento. Tra l’altro, la preparazione è l’aspetto del mio sport che apprezzo di più. Ore e ore trascorse sul terreno, impegnato a svolgere i più svariati esercizi, a volte semplicemente a riposare sotto i raggi del sole. Cercate di capire, quando esco dal terreno di gioco la mia esistenza non ha più alcun senso.
Il calcio è uno sport molto duro. Gli scontri possono essere anche piuttosto violenti. Botte di tutti i tipi e soprattutto calci. Di continuo. Utilizzando gli stinchi, con l’interno, l’esterno o il collo del piede, con maggiore o minore forza. A volte, addirittura, con le mani. Questi ultimi sono i momenti più dolci, anche se durano poco. In ogni caso, il colpo si assorbe in fretta, e poi si ricomincia con rinnovato vigore, con nuovo entusiasmo.
La mia carriera è ormai arrivata alla fine. Non sono più quello di una volta. Me ne rendo conto, con amarezza, ogni giorno che passa. Da tanto tempo ormai non disputo più partite ufficiali. Non mi mancano, perché continuo comunque a giocare, quasi ogni giorno. Non sono più veloce come un tempo, le innumerevoli botte ricevute hanno lasciato il segno, la mia pelle è colma di cicatrici. Ma, sappiate, non intendo assolutamente mollare. Finché la passione – ed è ancora tanta – mi sosterrà e sarò in grado di muovermi, seguiterò a calcare i campi da gioco, non importa se più o meno spelacchiati.
“Ehi! Prendi quel pallone che facciamo due tiri!”
Mi chiamano! Mi vogliono! Adesso devo proprio andare! Si gioca!
Scusate…   

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