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venerdì 2 settembre 2011

ROSPI E PRINCIPESSE



“Sei veramente brutto” dice il rospo.
“E tu? Ti sei mai guardato allo specchio?” risponde l’altro.
“Hai ragione, amico mio, ma c’è rospo e rospo, e nel tuo caso…”
“Certo che se mi confronti con Grog…”
“Sì, lui è veramente un bel rospo!”
“Però non ti devi scordare che noi due siamo speciali.”
“Ti riferisci all’incantesimo?”
“Esatto. Per noi essere rospi è una condizione… temporanea.”
L’altro scoppia ridere.
“Temporanea? Guarda che non siamo più ai vecchi tempi! Le principesse non esistono più!” dice il primo rospo.
“Non è vero” risponde pronto l’altro.
“D’accordo, hai ragione. Le principesse esistono ancora, anche se sono poche, in ogni caso non si interessano a noi.”
“Sbagliano.”
“Forse, tuttavia dobbiamo fare i conti con la realtà. Siamo destinati a rimanere rospi per sempre.”
“Chissà, con un po’ di fortuna…”
“Povero illuso!”
“Ma tu lo ricordi il tuo vero aspetto?”
“Eh? Il mio vero aspetto? No, ormai non lo ricordo più. E tu?”
“Mmm… vagamente. Rammento che ero alto, molto alto, e il terreno era molto distante dai miei occhi. Adesso, invece, io e il suolo siamo sullo stesso piano.”
“Già, al piano dei rospi!”
Stavolta scoppiano a ridere entrambi.
“Ci facciamo un tuffo?” propone il primo.
“Perché? Non vedi? Questo stagno fa schifo, guarda com’è immobile l’acqua!”
“Naturale, è uno stagno. Caro mio, ho l’impressione che tu non ti sia mai veramente adattato alla condizione anfibia. Sbaglio?”
“No, però…”
L’altro lo interrompe.
“In realtà intendo tuffarmi perché sta arrivando gente.”
“Hai paura?”
“Un po’…”
“Sono tre ragazze. Non ci faranno nulla. E poi, le donne di solito stanno ben lontane da noi rospi.”
“Purtroppo!” dice l’altro, sospirando. E i due rospi non si muovono.
Le tre giovani fanciulle si avvicinano allo stagno. La prima è vestita in maniera elegante e ha degli splendidi capelli biondi. Le altre due, entrambe brune, pure loro piuttosto graziose, sono abbigliate in modo meno appariscente.
“Ehi, principessa! Non correre!” dice una delle due.
La ragazza bionda si siede sulla sponda dello stagno.
“Uffa! Quel pranzo era così noioso! Non vedevo l’ora di andarmene!” sbotta.
“Sì, tuttavia le tue dame di compagnia avrebbero preferito rimanere invece di scarpinare in questa orrenda brughiera!”
“Dame di compagnia! Ma sentila! Che razza di linguaggio usi? Aggiornati! Voi siete mie amiche.”
“Retribuite…” aggiunge a bassa voce l’altra ragazza bruna.
“E comunque” prosegue la bionda. “Non voglio essere chiamata principessa!”
“Ma lo sei!”
“Appunto, quindi non c’è bisogno di ricordarmelo in continuazione. Chiamatemi con il mio nome! Ragazze, i tempi sono cambiati…”
“Guarda che cosa ho sgraffignato” dice una delle dame.
Gli occhi della principessa si illuminano.
“Una bottiglia di gin!” dice, e subito la afferra, la stappa e beve alcune robuste sorsate.
“E c’è pure qualcosa da fumare!” esclama l’altra, mostrando un paio di spinelli.
“Oh! Meraviglioso!”
Le tre ragazze bevono e fumano. Dopo un po’ sono completamente brille e con le menti intorpidite. Si accasciano sull’erba giallastra.
“Guarda! Laggiù!” dice una delle dame, indicando un punto poco lontano.
“Che cosa?” risponde la bionda principessa. I suoi immensi occhi azzurri sono lucidi e arrossati.
“Ci sono due rospi!”
“Be’?” dice l’altra, completamente intontita, con voce strascicata.
L’altra batte le mani, entusiasta.
“Tu sei una principessa!” aggiunge la dama.
“Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo!”
“Baciali! Baciali! Si trasformeranno in due splendidi principi!”
A quel punto interviene l’altra dama.
“Non darle retta, non regge assolutamente il fumo.”
La principessa la guarda in malo modo.
“Perché? Credi che non avrei il coraggio di farlo?” dice.
“Su, smettila. E non bere più.”
Per tutta risposta la principessa si alza e, seppure malferma sulle gambe, si dirige risoluta verso i due rospi. Si avvicina a loro e poi si inginocchia.
“Guardate, non hanno paura, non scappano” dice la fanciulla bionda.
I due rospi sono in attesa, immobili. Hanno capito tutto, forse è arrivata la loro grande occasione. Un incredibile e insperato colpo di fortuna! Lo stato di tensione è reso visibile soltanto da un lieve fremito che percorre la loro pelle spessa e rugosa.
La ragazza si abbassa ancora di più e schiocca un rumoroso bacio sulla bocca del primo rospo. Le due dame, sebbene molto alticce, inorridiscono schifate. Ma la loro smorfia di ribrezzo si trasforma all’istante in una espressione di grande meraviglia. Al posto del rospo adesso c’è un giovane, alto, bello, con folti capelli castani e uno sguardo languido e riconoscente.
Le due dame sono incredule, la principessa sembra attonita.
“L’altro! Anche l’altro!” riesce a dire, con voce rotta dall’emozione, una delle ragazze brune.
La principessa si riscuote e, senza più badare al giovane, avvicina le tumide labbra all’altra bestiola. La bacia ma non accade nulla. Subito dopo, il rospo si getta nello stagno. La principessa appare delusa.
“Bugiardo! Dannato bugiardo!” grida invece il giovane principe, che si tuffa a sua volta nello stagno e scompare.







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