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venerdì 13 maggio 2011

SPALLATA O SPINTARELLA?



Tra due giorni saremo chiamati alle urne per rinnovare le assemblee cittadine di alcune grandi città come Milano, Torino, Bologna e Napoli, e di molti altri centri medi e piccoli.
Da parte dell’attuale maggioranza di governo c’è stata grande insistenza nel sottolineare la valenza politica nazionale di questa consultazione.
Noi continuiamo a pensare che si tratti comunque di elezioni amministrative e che occorra, pertanto, concentrare l’attenzione degli elettori su esigenze, necessità e problemi locali.
Ma, come ricordato, così non è per chi attualmente regge in modo disastroso le sorti del Paese. Quindi, ci chiediamo, perché non raccogliere la sfida?
Si tratta, senza ombra di dubbio, di una ghiotta occasione per ribadire che ogni limite è stato oltrepassato, e deve essere sfruttata.
L’appello, accorato, è rivolto non a chi, da tempo, denuncia l’insostenibilità dell’attuale situazione, ma soprattutto a chi, seppure con grande ritardo, si è reso conto di essere stato ingannato. Un imbroglio che si perpetua da troppo tempo e che rende quindi difficile e sofferta tale ammissione. Anche di fronte alla palese dimostrazione del raggiro, al manifesto svelamento delle falsità propinate, è comprensibile quanto sia arduo dichiarare, da parte di alcuni elettori, la propria ingenuità, se non la vera e propria dabbenaggine.
Tuttavia, in questi casi, occorre far ricorso all’umiltà, ed avere il coraggio di dire basta, di voltare pagina. Ritrovare la forza e l’orgoglio necessari a riconoscere gli errori di valutazione commessi in passato.
Il voto è il culmine del processo democratico. Si dice, da una parte di opposizione che troppo spesso si abbandona a motti di facile propaganda, che il nostro Paese è sottoposto a un regime di matrice dittatoriale. Nulla di più inesatto. Se è vero che gran parte dell’informazione è controllata da una persona sola, è vero altresì che esistono ancora segmenti di stampa e di televisione assolutamente libere di dare voce a opinioni differenti, non allineate ai servilismi di marchio governativo. E poi esiste la rete che, per sua natura, è di fatto incontrollabile da parte di un unico soggetto. Inoltre, sussiste il pluralismo partitico, fondamento essenziale di ogni sistema politico democratico.
Il nostro avversario non è un dittatore o aspirante tale, bensì un individuo che possiede una visione padronale del processo politico che lo conduce a non tollerare regole, limiti e contrappesi istituzionali, tutti elementi imprescindibili in una moderna democrazia.
L’azione di contrasto più efficace nei suoi confronti deve essere compiuta utilizzando il voto.
Se poi, alla fine, l’esito della consultazione rappresenterà una vera o propria spallata, con ripercussioni non calcolabili, oppure una semplice spintarella, lo vedremo.
Un piccolo urto, una semplice pressione, possono comunque essere sufficienti per precipitare nel baratro chi, da tempo, sosta sul ciglio.
L’alternativa è che nell’abisso frani l’intero Paese.

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