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venerdì 5 dicembre 2025

LETTURE DELLA GIOVINEZZA (6) - "LA FATTORIA DEGLI ANIMALI" DI GEORGE ORWELL

 


(Dodici letture dell'adolescenza che hanno fatto nascere l'amore per i libri).

George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair (1903–1950) è stato uno scrittore, giornalista e saggista britannico noto per la sua lucidità critica e il suo impegno politico contro i totalitarismi e le manipolazioni del potere.

Orwell ha combattuto nella guerra civile spagnola e ha sempre difeso la libertà di pensiero, denunciando le ingiustizie sociali e i pericoli della propaganda. Il suo stile chiaro e diretto, unito a una profonda coscienza etica, lo ha reso uno degli autori più importanti del Novecento.

La fattoria degli animali  è una delle sue opere più celebri. Si tratta di una potente allegoria politica che, sotto forma di favola, racconta la nascita, l’evoluzione e il fallimento di una rivoluzione. Ambientato in una fattoria inglese, il romanzo vede gli animali ribellarsi contro il padrone umano, il signor Jones, per liberarsi dalla sua tirannia e costruire una società più giusta, fondata sull’uguaglianza e sull’autogestione.

Dopo la rivolta, i maiali, considerati i più intelligenti, assumono la guida della fattoria. All'inizio, i principi della rivoluzione sono chiari: tutti gli animali sono uguali, nessuno deve comandare sugli altri. Ma ben presto, Napoleon, un maiale ambizioso e autoritario, prende il potere e trasforma la fattoria in un regime oppressivo, dove la propaganda, la paura e la manipolazione diventano strumenti di controllo.

Il motto "Tutti gli animali sono uguali" si trasforma un po' alla volta in "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri", rivelando il tradimento degli ideali iniziali. Gli animali lavorano più di prima, ma sono sempre più affamati e sfruttati, mentre i maiali vivono nel lusso e si comportano come il padrone che avevano rovesciato.

Il romanzo è una critica feroce ai regimi assolutisti, in particolare allo stalinismo, ma il suo messaggio è universale: mostra come il potere possa corrompere, come le rivoluzioni possano essere stravolte, e come la manipolazione del linguaggio e della verità possa servire a mantenere il controllo sociale.

Per un adolescente, La fattoria degli animali di George Orwell è molto più di una favola con protagonisti animali parlanti: è un racconto che accende la mente e invita a guardare il mondo con occhi più attenti. Anche se non sempre si colgono subito i riferimenti storici e politici, come l’allegoria della Rivoluzione Russa e la critica al regime stalinista, il romanzo riesce comunque a trasmettere messaggi universali e profondi.

Il lettore si trova di fronte a una società che nasce con ideali di uguaglianza e giustizia, ma che viene lentamente corrotta dal potere. Questo processo, narrato in modo semplice e diretto, spinge a riflettere su come le buone intenzioni possano essere manipolate, e su quanto sia importante vigilare su chi detiene il governo.

È un romanzo che può accompagnare un giovane nel suo percorso di formazione, offrendo non solo una storia coinvolgente, ma anche strumenti per comprendere meglio il mondo e il proprio posto in esso.


martedì 2 dicembre 2025

LE AMICHE

Francesca e Patrizia si sono trasferite da poco in un piccolo paese di campagna. Erano stufe della vita frenetica della città, del traffico e del rumore. Ora lavorano da casa. Hanno poco più di trent’anni, ma stanno insieme già da un bel po’. Il loro è un rapporto solido, fatto di abitudini consolidate, di sguardi complici. Hanno preso in affitto una casetta all’inizio dell’abitato, con un piccolo giardino e un glicine che si arrampica sulla grondaia. La mattina si sente il canto dei galli, e la sera il profumo della legna bruciata entra dalle finestre.

In paese, in apparenza, sono state accolte bene. Tutti si dimostrano gentili con loro. Un sorriso, un "buongiorno", un "serve una mano?" Francesca si rilassa. Patrizia sorride più spesso. Fanno la spesa al mercato, prendono il pane fresco dal fornaio, salutano il postino per nome. La vita sembra più semplice, più umana.

Ma nelle piccole realtà, si sa, i sorrisi sono spesso maschere. Dietro le tende, dietro le persiane, si celano pettegolezzi e ipocrisie. La loro situazione sentimentale non è passata inosservata. Fa parlare. Fa discutere. Ma sempre dietro le spalle.

Come accade spesso sul sagrato della chiesa.

"Quelle due..." bisbiglia Mariuccia, stringendo il rosario tra le dita, mentre Francesca e Patrizia passano a pochi metri da lei. 

"Eh?" dice Teresina, che era un po’ distratta, intenta a sistemarsi il foulard.

"Dicono a tutti che vivono insieme per dividere le spese, ma secondo me dividono anche il letto" insiste Mariuccia, con un sorrisetto tagliente. Mariuccia è la responsabile delle Figlie di Maria, la più potente associazione religiosa del paese. Provvede a tutto: fiori per l’altare, candele, raccolte fondi, e naturalmente, al benessere del parroco...

Teresina fa finta di scandalizzarsi, si porta una mano alla bocca. "Vivono nel peccato!" esclama, con tono teatrale.

"Sono belle, sono giovani, e qui in paese ci sono tanti ragazzi scapoli che vorrebbero prendere moglie e non trovano" aggiunge Mariuccia, con tono di rimprovero.

"Eh? Quali?"chiede Teresina.

"Quali? Tommasino, per esempio, il figlio di Giovanna. È un bravo ragazzo, sta sempre con i genitori e…

"Ma è ritardato! esclama Teresina. Mariuccia solleva le spalle. "Allora Pietrino" propone. Teresina scuote le mani, fa segno di no. "Anche quello sta sempre con i genitori, ma li picchia! È mezzo matto! "E Michelino? Il figlio di Leonilda, non va bene neanche lui?" "Ma quello beve!" esclama Teresina.

"È un grande lavoratore. È vero, a volte esagera con il vino, ma lo fa soltanto il sabato e la domenica" dice Mariuccia. "E durante le feste comandate e il giorno della fiera" aggiunge Teresina.

"Sarà così, ma per quelle come loro sarebbe già un lusso" ribadisce Mariuccia, con tono definitivo.

Al bar del paese, i discorsi non sono tanto diversi. Le due donne che stanno insieme fanno parlare anche lì.

"Non sono brutte" dice Giorgione, che ha già scolato un paio di bicchieri.

"E chi ha detto che sono brutte? ribatte Livio, che invece si è bevuto quasi un litro. "Anzi" aggiunge. "La bionda non è niente male. Però è uno spreco. Si vede che non hanno mai provato un uomo vero".

"E chi sarebbe l’uomo vero? Tu?" lo provoca Giorgione. "Certamente!" biascica Livio. "Se provassero con me cambierebbero subito parrocchia! Garantito! Provare per credere! "

"Sarebbero le prime, a provare con te" lo prende in giro Giorgione. Tutti si mettono a ridere.

"Quando ero più giovane c’era la fila!"  ribatte Livio, e poi si versa ancora da bere. "Comprese quelle dell’altra sponda!" Altre risate, ancora più sguaiate.

Proprio in quel momento, entrano nel bar Francesca e Patrizia. Si dirigono al banco.

"Due caffè, grazie" comanda Patrizia. Il barista annuisce. Tutti zittiscono. Qualcuno abbassa lo sguardo. Qualcun altro accenna un sorriso, un cenno di saluto, come se nulla fosse. Come se non avessero appena riso di loro.

Francesca sorride. Guarda fuori dalla finestra, dove il sole filtra tra i rami spogli del platano.  Come si sta bene in questo paese, pensa. Com’è piacevole vivere in questa piccola realtà. Sono tutti così carini e gentili! Poi appoggia la mano sul braccio di Patrizia.