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martedì 18 febbraio 2025

LA LEGGE SIAMO NOI

 

"Capo, ti vuole il questore".

Una smorfia di disappunto si disegnò sul volto dell'ispettore Baldi.

"Quando?"

"Subito".

"Uff..."

Baldi prese la giacca poi, mentre l'indossava, salì di un piano.

Entrò nell'ufficio del questore quasi senza bussare. Il dottor Mazza lo guardò di traverso.

"Siediti" disse.

"Scusa, ma avrei un po' di premura..." tentò di dire l'ispettore.

"Siediti!" ribadì il questore. Il suo tono di voce, adesso, non ammetteva repliche. Baldi ubbidì.

"Che cazzo avete fatto stanotte?" domandò Mazza, diretto, senza alcun preambolo.

"Uh?"

"L'arresto dei tre ragazzi".

"Ah, sì..." disse Baldi, ma poi non proseguì.

"Nulla da dire?" lo incalzò il superiore.

"Ha telefonato più di un cittadino. Quei tre si stavano producendo in schiamazzi intollerabili".

"Cioè?"

"Erano ubriachi. Urlavano, cantavano a squarciagola, si lanciavano per gioco lattine e bottiglie. La gente per bene, quella che il giorno dopo deve andare al lavoro, non può tollerare scene del genere. Siamo intervenuti e li abbiamo portati in centrale. Li abbiamo trattenuti".

"In che modo siete intervenuti?"

"Seguendo le solite procedure. Li abbiamo identificati, ammanettati e caricati sulle auto".

"Nient'altro?"

"Erano molto agitati. Li abbiamo un po' ammorbiditi".

"Li avete pestati?"

"Qualche scappellotto" disse l'ispettore. Gli scappò un sorrisetto.

"E poi? Che cosa è accaduto dopo?" domandò l'ispettore, serissimo.

"Li abbiamo interrogati".

"Interrogati? Perché? Che cosa avrebbero dovuto dire? La marca della birra che avevano bevuto?"

"Hai ragione. In realtà lo abbiamo fatto per spaventarli. Per evitare che in futuro reiterassero lo stesso comportamento".

"I pugni e i calci facevano parte del percorso rieducativo?" chiese Mazza.

"Quali pugni? Quali Calci?"

"Questi" disse il questore, esibendo un cellulare.

"Non capisco".

"Vieni a vedere questo video".

L'ispettore Baldi si alzò e si affiancò al questore. Quest'ultimo avviò un filmato. Due poliziotti stavano prendendo a ceffoni tre giovani in sala interrogatori. A un certo punto questi cadevano a terra, quasi nello stesso momento, e i due agenti proseguivano a infierire su di loro prendendoli a pedate su torace e schiena. In un angolo dell'ambiente si intravedeva l'ispettore Baldi a braccia conserte, lo sguardo compiaciuto.

"Come hai avuto il video?" domandò Baldi, che appariva un po' preoccupato.

Il questore non rispose.

"Te l'ha passato qualcuno dei miei?" chiese ancora l'ispettore.

"Non ha importanza" rispose l'altro.

Baldi annuì.

"Per quale ragione non avete informato subito il magistrato dell'arresto?" domandò ancora il questore.

"Non è trascorso troppo tempo, lo abbiamo comunicato nel corso della notte" si difese l'ispettore. "Il fatto è che il magistrato non ha risposto subito al telefono. Stava dormendo, e forse è duro d'orecchi..." aggiunse.

"Non voglio sapere altro. In ogni caso il dottor Borghi ha disposto l'immediata liberazione degli arrestati. Eseguite senza indugi".

"Ho capito, è sempre la solita storia. Noi ci facciamo il culo, e dopo poche ore i fringuelli tornano a riprendere il volo. Chissà dove andranno a fare casino la prossima notte..."

"Capisco la tua amarezza" disse Mazza. "Tuttavia è giusto ricordare che anche noi siamo sottoposti alla legge..." Si interruppe.

"Sottoposti, ma non troppo?" disse l'ispettore.

Il questore sollevò le spalle, poi fece il gesto di lavarsi le mani.

"Rilasciate subito quei ragazzi" disse. "Ma prima non fategli mancare un saluto da parte mia".

Baldi acconsentì soddisfatto. Già pregustava il divertimento.


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