"Capo,
ti vuole il questore".
Una
smorfia di disappunto si disegnò sul volto dell'ispettore Baldi.
"Quando?"
"Subito".
"Uff..."
Baldi
prese la giacca poi, mentre l'indossava, salì di un piano.
Entrò
nell'ufficio del questore quasi senza bussare. Il dottor Mazza lo guardò di
traverso.
"Siediti"
disse.
"Scusa,
ma avrei un po' di premura..." tentò di dire l'ispettore.
"Siediti!"
ribadì il questore. Il suo tono di voce, adesso, non ammetteva repliche. Baldi
ubbidì.
"Che
cazzo avete fatto stanotte?" domandò Mazza, diretto, senza alcun
preambolo.
"Uh?"
"L'arresto
dei tre ragazzi".
"Ah,
sì..." disse Baldi, ma poi non proseguì.
"Nulla
da dire?" lo incalzò il superiore.
"Ha
telefonato più di un cittadino. Quei tre si stavano producendo in schiamazzi
intollerabili".
"Cioè?"
"Erano
ubriachi. Urlavano, cantavano a squarciagola, si lanciavano per gioco lattine e
bottiglie. La gente per bene, quella che il giorno dopo deve andare al lavoro,
non può tollerare scene del genere. Siamo intervenuti e li abbiamo portati in
centrale. Li abbiamo trattenuti".
"In
che modo siete intervenuti?"
"Seguendo
le solite procedure. Li abbiamo identificati, ammanettati e caricati sulle
auto".
"Nient'altro?"
"Erano
molto agitati. Li abbiamo un po' ammorbiditi".
"Li
avete pestati?"
"Qualche
scappellotto" disse l'ispettore. Gli scappò un sorrisetto.
"E
poi? Che cosa è accaduto dopo?" domandò l'ispettore, serissimo.
"Li
abbiamo interrogati".
"Interrogati?
Perché? Che cosa avrebbero dovuto dire? La marca della birra che avevano
bevuto?"
"Hai
ragione. In realtà lo abbiamo fatto per spaventarli. Per evitare che in futuro
reiterassero lo stesso comportamento".
"I
pugni e i calci facevano parte del percorso rieducativo?" chiese Mazza.
"Quali
pugni? Quali Calci?"
"Questi"
disse il questore, esibendo un cellulare.
"Non
capisco".
"Vieni
a vedere questo video".
L'ispettore
Baldi si alzò e si affiancò al questore. Quest'ultimo avviò un filmato. Due
poliziotti stavano prendendo a ceffoni tre giovani in sala interrogatori. A un
certo punto questi cadevano a terra, quasi nello stesso momento, e i due agenti
proseguivano a infierire su di loro prendendoli a pedate su torace e schiena.
In un angolo dell'ambiente si intravedeva l'ispettore Baldi a braccia conserte,
lo sguardo compiaciuto.
"Come
hai avuto il video?" domandò Baldi, che appariva un po' preoccupato.
Il
questore non rispose.
"Te
l'ha passato qualcuno dei miei?" chiese ancora l'ispettore.
"Non
ha importanza" rispose l'altro.
Baldi
annuì.
"Per
quale ragione non avete informato subito il magistrato dell'arresto?"
domandò ancora il questore.
"Non
è trascorso troppo tempo, lo abbiamo comunicato nel corso della notte" si
difese l'ispettore. "Il fatto è che il magistrato non ha risposto subito
al telefono. Stava dormendo, e forse è duro d'orecchi..." aggiunse.
"Non
voglio sapere altro. In ogni caso il dottor Borghi ha disposto l'immediata
liberazione degli arrestati. Eseguite senza indugi".
"Ho
capito, è sempre la solita storia. Noi ci facciamo il culo, e dopo poche ore i
fringuelli tornano a riprendere il volo. Chissà dove andranno a fare casino la
prossima notte..."
"Capisco
la tua amarezza" disse Mazza. "Tuttavia è giusto ricordare che anche
noi siamo sottoposti alla legge..." Si interruppe.
"Sottoposti,
ma non troppo?" disse l'ispettore.
Il
questore sollevò le spalle, poi fece il gesto di lavarsi le mani.
"Rilasciate
subito quei ragazzi" disse. "Ma prima non fategli mancare un saluto
da parte mia".
Baldi
acconsentì soddisfatto. Già pregustava il divertimento.
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