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martedì 3 dicembre 2024

DUE BANDIERE (EL ALAMEIN)

 

Lui c'era quando Tobruk era stata ripresa. Era stato un momento di gioia, anche se non tutti lo avevano compreso subito. Un soldato di fanteria, lui era un soldato della Divisione Ariete, quasi mai si rende conto del teatro delle operazioni nel quale opera. Attende, avanza, arretra, combatte, vive, muore. Tutto il resto è soltanto confusione, sudore, sabbia, polvere, boati, urla.

La soddisfazione, tuttavia, è durata poco. Le armate sono di nuovo impantanate nel deserto, nei pressi di questo avamposto chiamato El Alamein. L'avanzata verso il mare è bloccata. Le linee di rifornimento sono molto lunghe, troppo, molto più brevi quelle del nemico, al quale stanno affluendo rinforzi di mezzi e truppe.

È passato tanto tempo da quando ha lasciato i suoi cari. La madre, i fratelli e la sorella. Da quando ha dovuto abbandonare la stalla con le sue vacche, i suoi campi coltivati, la vigna.

Di cartoline precetto, allora, ne erano arrivate ben due. Una per lui e una per il suo mulo. Abili e arruolati entrambi. Lui era stato destinato ai deserti del Nord Africa, mentre l'amato quadrupede chissà dove... Forse, proprio in quello stesso momento, stava arrancando sotto la neve nell'infinita steppa sovietica. Oppure era stato divorato dagli alpini stremati e affamati.

L'altro giorno lo ha visto. Era proprio lui, la Volpe del Deserto. Il generale Rommel ha passato in rassegna prima le truppe tedesche e poi, un contentino non si nega a nessuno, anche quelle italiane. Lui era in prima fila, e ha potuto incrociare lo sguardo con quello del comandante tedesco. Gli è sembrato che gli occhi di ghiaccio del generale lo scrutassero e gli dicessero: "Bravo soldato". Non è mistero che, in merito agli alleati, Rommel nutra grande ammirazione per le semplici truppe e apprezzi gli appartenenti ai ranghi intermedi, mentre considera scheiße (merda) gli alti ufficiali italiani.

I giorni passano e non accade nulla. Prima o dopo arriverà l'ordine di attaccare. Oppure saranno i nemici a farlo, chissà se lui e i suoi compagni riusciranno a resistere oppure se saranno ricacciati indietro. Nel frattempo attendono, fumano e fanno cuocere le uova sui cofani incandescenti degli automezzi. Sono tutti bruciati dal sole, e sono stanchi. Lui non ha più paura. Spera di morire senza soffrire oppure di tornare a casa, tanto di vittoria non parla più nessuno. Teme soltanto di essere preso prigioniero. Di essere mandato in Australia, in Nuova Zelanda o addirittura in India. Troppo lontano dal suo minuscolo paese ai piedi della montagna. Ne morirebbe.

Lui ancora non lo sa, ma sarà davvero imprigionato, non in qualche luogo remoto ma in terra d'Albione. Riuscirà a sopravvivere a tutto, ma la sua vita risulterà comunque segnata. I suoi occhi buoni conserveranno per sempre un'espressione triste.

Non è possibile dimenticare il deserto.


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