Tina si avvicina,
sempre restando dietro il bancone, e scruto con più attenzione il suo volto. La
pelle è un po' rilassata, grigia. Ha un piercing a una narice.
Quel primo giorno di
scuola, impegnato a riallacciare i rapporti con i vecchi compagni, non badai
più di tanto alla nuova arrivata. Nei giorni successivi, tuttavia, la notai
eccome. La personalità esuberante, la capacità di monopolizzare l'attenzione,
l'irriverenza nei confronti degli insegnanti, erano tutte caratteristiche che
in quella ragazza non passavano inosservate.
"Deve essere
comunista, mi fa un po' paura" confessò Giulio. Lui aveva il terrore di
tutto ciò che era diverso, stravagante, anticonformista.
Oltre al suo carattere,
ciò che mi colpì di Tina fu la bellezza del suo viso. Un ovale perfetto, pelle
olivastra senza il minimo difetto, occhi scuri, dal taglio quasi orientale.
Capelli neri come la pece, lunghi e lisci.
Dopo abbiamo capito che i nostri
ragionamenti erano eccessivi, estremi, ma perché ciò accadesse siamo dovuti
maturare, acquisire una maggiore esperienza di vita. Nello stesso tempo,
tuttavia, le nostre illusioni sono andate in frantumi, ci siamo resi conto che
non saremmo stati noi quelli che avrebbero cambiato il mondo per renderlo
migliore. Ci siamo arresi, ci siamo ritirati nei nostri minuscoli universi
personali, abbiamo alimentato a dismisura i nostri egoismi, e il personale non
è più stato politico ma privato e basta.
È domenica sera, e
siamo al campo. Il vecchio campo da calcio circondato dalla pista di atletica,
quella dove si è allenato il Campione, dove mi sono allenato anch'io, con
risultati assai più modesti. Quella pista che adesso non utilizza più nessuno,
nella nostra cittadina non c'è più alcuna società di atletica, quella pista che
da allora non è più stata rifatta, che è tutta rovinata. La osservo bene, ne
vedo le numerose imperfezioni, le crepe, le piccole buche, e mi assale una
malinconia alla quale non riesco a reagire, che mi annienta.
"Pensi mai alla
morte?" domando ad Antonella all'improvviso.
"No, mai. E
tu?"
"Spesso"
dico.
"Che cosa
pensi?"
"Penso che non sia
la morte in sé che mi fa paura. Come tutti, temo la sofferenza, ma ciò che mi
provoca la maggiore inquietudine è il non sapere se dopo ci sarà qualcosa
oppure no".
"Tu speri ci sia
qualcosa?" chiede Antonella, che ora appare un po' turbata.
"Il mio più grande
terrore è proprio quello, che possa esserci qualcosa. Vorrei invece essere
sicuro che non ci sarà nulla. E soprattutto vorrei essere certo che ciò che noi
proviamo durante la nostra vita, quella che definiamo come consapevolezza di
esistere, si annulli in maniera definitiva".
Il libro è reperibile, in formato cartaceo e digitale, su Amazon, nei principali store online (Mondadori, Feltrinelli, IBS, Hoepli, ecc...) e sul sito dell'editore Youcanprint.
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