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giovedì 21 luglio 2016

LA SCOMPARSA - 6° E ULTIMA PUNTATA



Fuori la pioggia cade sempre più forte. Tra uno scroscio e l'altro, all'investigatore pare di sentire un suono familiare, quello dell'Inno alla gioia. Il cellulare!
"Capo, sono io". Frank Saturnio ha la voce ansimante.
"Che succede, Frank? Il becco ti ha beccato e ti sta prendendo a cornate?"
"Non scherzare, capo".
"So io se devo scherzare o no? Intesi?"
"D'accordo, capo. Mi ha chiamato il mio amico poliziotto".
"Ah! Che fanno le giacche azzurre?"
"Lo hanno trovato!"
"Che cosa?"
"Lo hanno ripescato dal canale. È morto, capo".
"Porca troia! Dov'è il corpo?"
"All'obitorio, capo. Che facciamo?"
"Passa a prendermi. Sono di fronte alla sede della Lega Nazionale".
"Non ho la macchina, capo".
"E come sei arrivato al lago?"
"Con gli autobus di linea. Ne ho dovuto prendere ben tre. Il primo partiva da..."
"Non farla troppo lunga, Frank. E il cervo?"
"Lui è venuto in auto. Sai, il suo è un macchinone grosso e nell'incidente di ieri non si è danneggiato troppo. Ha soltanto un'ammaccatura sul..."
"Rubala, Frank".
"Eh?"
"Fotti quella macchina del cazzo e raggiungimi al più presto".
"Si tratta di un furto, capo".
"Ma guarda! Sei un autentico intelligentone, Frank. Fai come ti ho detto e sbrigati!"
"E lui come farà a tornare a casa?"
"A casa è meglio se torna il più tardi possibile. Vero, Frank?" Tom Pozzo riattacca e cerca rifugio sotto la pensilina dei bus. Compone un numero.
"Tommaso!" risponde una voce debole e gracchiante. Il telefono si sta scaricando, oppure è mezzo affogato.
"Scusa se ti disturbo, Davide. Ho bisogno di te".
"Lo immagino".
"Eh?"
"Hai saputo?"
"Sì, Davide. Ho saputo".
"Ciò significa che sei implicato in questa brutta faccenda?"
"Lo stavo cercando su incarico di un cliente".
"Capito".
"Devo parlarti, Davide".
"Sai che non è possibile. Per adesso, almeno".
"Tra mezz'ora sono da te".
"No!"
"Davide, non ti ricordi il temperamatite?"
"Che cosa? Non ti sento bene".
"Non fare il furbo, Davide. Il temperamatite. Lo scordavi sempre a casa, e chi te lo prestava se non il sottoscritto? Per merito mio non sei mai stato punito. Allora?"
"Va bene, Tommaso. Ma la tua dovrà essere una visita molto breve. Tra qualche ora qui si scatenerà un autentico pandemonio".
"Ciao, Davide. A presto".
Tom Pozzo si sporge oltre la pensilina e osserva il cielo. È completamente buio nonostante sia ancora pomeriggio. Il detective ha i piedi immersi nell'acqua, i vestiti incollati al corpo, che è percorso da brividi di freddo. Guarda nervosamente l'orologio, più volte, impreca. Finalmente, in fondo alla via ormai tutto allagata che sembra un fiume, scorge un enorme SUV che avanza con difficoltà procedendo a zig-zag, come se fosse pilotato da un ubriaco impasticcato reduce da una nottata in discoteca.
Frank Saturnio vede il suo capo che si sta sbracciando e accosta al bordo del marciapiede sollevando un gigantesco spruzzo che investe il povero Tom Pozzo e altri due sventurati passanti. Imperturbabile, sempre più fradicio, l'investigatore si issa a bordo del veicolo.
"Scusa, capo" dice Frank Saturnio
"Frank, guidi come un cane. Veloce, all'obitorio".
I due ripartono di gran carriera fendendo l'acqua. I tergicristalli fanno fatica a spazzare il parabrezza.
"Più in fretta, Frank. Schiaccia quel pedale."
"Non ci vedo un cazzo, capo".
In qualche modo, assistiti dalla fortuna, i due investigatori raggiungono il piazzale dell'ospedale.
"Capo, se lo spengo poi non riparte più".
"Te lo vuoi portare a casa, Frank? Ti sei affezionato a questo bestione? Ti ricordo che è rubato, e lo hai rubato tu".
"Era una questione di vita o di morte. Vero, capo?" dice Saturnio, un po' mortificato.
"Più di morte che di vita, Frank" risponde Tom Pozzo, lugubre.
All'ingresso dell'ospedale trovano ad accoglierli il dottor Davide Fogli, anatomopatologo.
"Ciao Tommaso. Presto, venite".
Davide Fogli guida i due visitatori alla sala autoptica. Su un tavolo di acciaio, ricoperto da un telo azzurro, c'è un corpo.
"È lui?" chiede Tom Pozzo all'amico.
Il dottor Fogli annuisce.
Il detective si avvicina al cadavere, solleva un lembo del lenzuolo e poi subito lo riabbassa. Frank Saturnio preferisce rimanere in disparte, non ama molto quell'ambiente di morte.
"Qualcuno lo ha identificato?" domanda ancora Tom Pozzo.
"Sì" risponde il medico. "Lo ha fatto un noto politico". E poi ne pronuncia il nome.
"Il mio cliente. Che cosa puoi dirmi sulle circostanze della morte?"
Davide Fogli si stringe nelle spalle.
"Devo completare gli esami tossicologici".
"Davide..."
"D'accordo. Il corpo è rimasto poco in acqua e mi sento di escludere il suicidio."
"Lo hanno ammazzato! Come?"
Il medico scuote il capo.
"Non lo, Tommaso. Sembra quasi che sia stato ucciso un poco alla volta, giorno dopo giorno".
Tom Pozzo annuisce.
"È anche colpa nostra. Siamo tutti responsabili. Non abbiamo creduto in lui. E questa ne è la tragica conseguenza.".
"Hai ragione, Tommaso. Non ci abbiamo creduto fino in fondo. Ora dovete andare via, appena la notizia si diffonderà qui ci sarà il mondo intero".
Prima di uscire Frank Saturnio trova infine il coraggio di dare un'occhiata al corpo. Posa lo sguardo su un alluce del cadavere che sporge dal telo, al quale con uno spago è legato un cartoncino che ne indica le generalità: Sentimento Europeo.
Tom Pozzo e Frank Saturnio escono dall'ospedale, affranti e a capo chino.
Non piove più.  (FINE)

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