Fuori la pioggia cade
sempre più forte. Tra uno scroscio e l'altro, all'investigatore pare di sentire
un suono familiare, quello dell'Inno alla gioia. Il cellulare!
"Capo, sono
io". Frank Saturnio ha la voce ansimante.
"Che succede,
Frank? Il becco ti ha beccato e ti sta prendendo a cornate?"
"Non scherzare,
capo".
"So io se devo
scherzare o no? Intesi?"
"D'accordo, capo.
Mi ha chiamato il mio amico poliziotto".
"Ah! Che fanno le
giacche azzurre?"
"Lo hanno
trovato!"
"Che cosa?"
"Lo hanno
ripescato dal canale. È morto, capo".
"Porca troia!
Dov'è il corpo?"
"All'obitorio,
capo. Che facciamo?"
"Passa a
prendermi. Sono di fronte alla sede della Lega Nazionale".
"Non ho la
macchina, capo".
"E come sei
arrivato al lago?"
"Con gli autobus
di linea. Ne ho dovuto prendere ben tre. Il primo partiva da..."
"Non farla troppo
lunga, Frank. E il cervo?"
"Lui è venuto in
auto. Sai, il suo è un macchinone grosso e nell'incidente di ieri non si è
danneggiato troppo. Ha soltanto un'ammaccatura sul..."
"Rubala,
Frank".
"Eh?"
"Fotti quella
macchina del cazzo e raggiungimi al più presto".
"Si tratta di un
furto, capo".
"Ma guarda! Sei un
autentico intelligentone, Frank. Fai come ti ho detto e sbrigati!"
"E lui come farà a
tornare a casa?"
"A casa è meglio
se torna il più tardi possibile. Vero, Frank?" Tom Pozzo riattacca e cerca
rifugio sotto la pensilina dei bus. Compone un numero.
"Tommaso!"
risponde una voce debole e gracchiante. Il telefono si sta scaricando, oppure è
mezzo affogato.
"Scusa se ti
disturbo, Davide. Ho bisogno di te".
"Lo
immagino".
"Eh?"
"Hai saputo?"
"Sì, Davide. Ho
saputo".
"Ciò significa che
sei implicato in questa brutta faccenda?"
"Lo stavo cercando
su incarico di un cliente".
"Capito".
"Devo parlarti,
Davide".
"Sai che non è
possibile. Per adesso, almeno".
"Tra mezz'ora sono
da te".
"No!"
"Davide, non ti
ricordi il temperamatite?"
"Che cosa? Non ti
sento bene".
"Non fare il
furbo, Davide. Il temperamatite. Lo scordavi sempre a casa, e chi te lo
prestava se non il sottoscritto? Per merito mio non sei mai stato punito.
Allora?"
"Va bene, Tommaso.
Ma la tua dovrà essere una visita molto breve. Tra qualche ora qui si scatenerà
un autentico pandemonio".
"Ciao, Davide. A
presto".
Tom Pozzo si sporge
oltre la pensilina e osserva il cielo. È completamente buio nonostante sia
ancora pomeriggio. Il detective ha i piedi immersi nell'acqua, i vestiti
incollati al corpo, che è percorso da brividi di freddo. Guarda nervosamente
l'orologio, più volte, impreca. Finalmente, in fondo alla via ormai tutto
allagata che sembra un fiume, scorge un enorme SUV che avanza con difficoltà procedendo a zig-zag,
come se fosse pilotato da un ubriaco impasticcato reduce da una nottata in
discoteca.
Frank Saturnio vede il
suo capo che si sta sbracciando e accosta al bordo del marciapiede sollevando
un gigantesco spruzzo che investe il povero Tom Pozzo e altri due sventurati
passanti. Imperturbabile, sempre più fradicio, l'investigatore si issa a bordo
del veicolo.
"Scusa, capo"
dice Frank Saturnio
"Frank, guidi come
un cane. Veloce, all'obitorio".
I due ripartono di gran
carriera fendendo l'acqua. I tergicristalli fanno fatica a spazzare il
parabrezza.
"Più in fretta,
Frank. Schiaccia quel pedale."
"Non ci vedo un
cazzo, capo".
In qualche modo,
assistiti dalla fortuna, i due investigatori raggiungono il piazzale
dell'ospedale.
"Capo, se lo
spengo poi non riparte più".
"Te lo vuoi
portare a casa, Frank? Ti sei affezionato a questo bestione? Ti ricordo che è
rubato, e lo hai rubato tu".
"Era una questione
di vita o di morte. Vero, capo?" dice Saturnio, un po' mortificato.
"Più di morte che
di vita, Frank" risponde Tom Pozzo, lugubre.
All'ingresso
dell'ospedale trovano ad accoglierli il dottor Davide Fogli, anatomopatologo.
"Ciao Tommaso.
Presto, venite".
Davide Fogli guida i
due visitatori alla sala autoptica. Su un tavolo di acciaio, ricoperto da un
telo azzurro, c'è un corpo.
"È lui?"
chiede Tom Pozzo all'amico.
Il dottor Fogli
annuisce.
Il detective si
avvicina al cadavere, solleva un lembo del lenzuolo e poi subito lo riabbassa.
Frank Saturnio preferisce rimanere in disparte, non ama molto quell'ambiente di
morte.
"Qualcuno lo ha
identificato?" domanda ancora Tom Pozzo.
"Sì" risponde
il medico. "Lo ha fatto un noto politico". E poi ne pronuncia il
nome.
"Il mio cliente.
Che cosa puoi dirmi sulle circostanze della morte?"
Davide Fogli si stringe
nelle spalle.
"Devo completare
gli esami tossicologici".
"Davide..."
"D'accordo. Il
corpo è rimasto poco in acqua e mi sento di escludere il suicidio."
"Lo hanno ammazzato!
Come?"
Il medico scuote il
capo.
"Non lo, Tommaso.
Sembra quasi che sia stato ucciso un poco alla volta, giorno dopo giorno".
Tom Pozzo annuisce.
"È anche colpa
nostra. Siamo tutti responsabili. Non abbiamo creduto in lui. E questa ne è la
tragica conseguenza.".
"Hai ragione,
Tommaso. Non ci abbiamo creduto fino in fondo. Ora dovete andare via, appena la
notizia si diffonderà qui ci sarà il mondo intero".
Prima di uscire Frank
Saturnio trova infine il coraggio di dare un'occhiata al corpo. Posa lo sguardo
su un alluce del cadavere che sporge dal telo, al quale con uno spago è legato
un cartoncino che ne indica le generalità: Sentimento Europeo.
Tom Pozzo e Frank
Saturnio escono dall'ospedale, affranti e a capo chino.
Non piove più. (FINE)
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