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martedì 12 luglio 2016

LA SCOMPARSA - 2° PUNTATA


Tom Pozzo paga ed esce dal bar. Fuori, la pioggia è ancora più torrenziale. Quando il detective arriva all'agenzia è completamente zuppo. Irrompe in ufficio bestemmiando.
"Salve, capo" lo accoglie il suo collaboratore, Frank Saturnio, seduto con i piedi sulla scrivania.
"Tempo di merda, Frank"
"Questa mattina alle otto, quando sono arrivato, pioveva di meno".
"Vaffanculo Frank. Novità? Credo proprio di no, con questo tempaccio non si muove nessuno".
"Ti sbagli, capo".
"Eh?"
"Ho ricevuto ben due visite. Per fortuna che sono arrivato presto altrimenti le avremmo perse".
"Frank, dacci un taglio, stai diventando stucchevole. Di cosa si tratta?"
"Dopo, capo. Prima dobbiamo affrontare un problema piuttosto urgente".
"Sarebbe?" domanda Tom Pozzo, dai cui abiti ancora cola acqua.
"Si tratta di Lola".
"Lola?"
L'altro annuisce, poi si accende una sigaretta.
"Dice che se ne vuole andare".
"Perché?"
"Tu che cosa faresti se non ti pagassero lo stipendio da tre mesi?"
"Niente, aspetterei fiducioso".
"Col cavolo, scateneresti il finimondo".
"Lasciamola andare, che ci importa? Il suo lavoro lo puoi fare benissimo tu".
Frank Saturnio si drizza in piedi di colpo e si avvicina al suo capo.
"Lo sai che puzzi di cane bagnato? Io non so battere a macchina!"
"Le macchine per scrivere non si usano più da almeno vent'anni. Non te ne eri accorto?"
"No, e non so fare il caffè!"
"Sul serio? Neppure io. Questo è davvero un problema".
Tom Pozzo medita in silenzio per un paio di minuti.
"Ho un'idea. Lola! Lola!"
Dalla stanzetta attigua, dopo qualche tramestio, si affaccia la segretaria. È una donna sulla quarantina, piuttosto in carne, e il vestito attillato che indossa mette ancora più in risalto il fisico prosperoso.
"Oh, buongiorno signor Tommaso. Desidera?"
"Frank mi ha detto che te ne vuoi andare. È vero?"
"Certo che è vero. Ho diritto ad avere il mio stipendio!"
"Non c'è dubbio, e lo avrai. Abbiamo un paio di grossi casi tra le mani. Non soltanto avrai lo stipendio, compresi tutti gli arretrati, ma otterrai pure un cospicuo aumento".
Frank Saturnio, alle parole del suo capo, rimane a bocca aperta. La sigaretta gli cade di mano.
"Davvero?" esclama Lola. "È magnifico! Vado subito a preparare il caffè!"
"Un po' ingenua la ragazza" dice Tom Pozzo.
"E tu sei un gran bastardo" risponde Saturnio.
"Siediti e parlami delle visite di questa mattina".
"D'accordo. La donna è arrivata poco dopo le otto. Per fortuna che..."
"Frank!"
"Ok, capo. Beh, è presto detto, si tratta di un caso di corna".
"Ottimo, non dovremo sbatterci troppo e sarà di sicuro un caso redditizio. Ti occuperai tu di pedinare l'uomo, intesi?"
"Sì capo".
"Ehi, perché quella faccia da funerale? Ti è sempre piaciuto seguire i mariti infedeli."
"Mmm... il fatto è che quella infedele è lei".
"La donna? Che cazzo dici?"
"Vuole che pediniamo il marito e, se necessario, che gli impediamo di interferire con i suoi programmi scoperecci".
"Questa è buona, Frank! In ogni modo, a noi che interessa? L'importante è che paghi. Ti è sembrata ricca?"
"Pare che quello ricco sia lui".
Tom Pozzo scoppia in una gran risata.
"Poveraccio! Cornuto e spennato! Bene, comincerai domani. E l'altro caso?"
Frank Saturnio fa una smorfia.
"Oh, da quello non ricaveremo nulla. Il mio parere è quello di rifiutare".
"Del tuo parere non mi frega un cazzo. Sono io che decido. Allora?"
"Si tratta di un politico piuttosto noto".
"Chi?" Saturnio abbassa la voce e poi dice il nome.
"Accidenti! Che cosa vuole? Che sorvegliamo qualche suo rivale e lo sputtaniamo? So che quel tipo ambisce alla segreteria del partito".
"Niente di tutto questo, capo. Dobbiamo trovare qualcuno, o qualcosa, che è scomparso".
"Cerca di essere più chiaro, Frank. Qualcuno o qualcosa?"
"Non ho capito bene. Quell'uomo era agitato, e con il suo gran parlare mi ha un po' confuso. Sai come sono i politici, non si capisce mai ciò che dicono."
"Dimmi che cosa ti ha detto".
Saturnio sporge al suo principale un blocco di appunti.
"Ho scritto tutto qui".
Tom pozzo finalmente si siede e inizia a leggere con attenzione.
"Frank, questa è una cosa grossa. Me ne occuperò io. Se il tuo cornutone non ti impegnerà troppo mi darai una mano".
"Capo, sei davvero convinto che questa storia ci possa rendere qualcosa?"
"Frank, stai al tuo posto. So io che cosa fare. A proposito, sono stati lasciati degli anticipi?"
"La donna ha sganciato mentre il politico ha tergiversato. Ha detto che agiva in nome del partito e che all'acconto provvederà il tesoriere. Quando, non lo ha detto."
"Eh, la politica ha i suoi tempi! Frank, sai che ti dico? Io inizio subito, è meglio portarsi avanti con il lavoro".
"Capo, hai già pranzato?"
"Pranzato? Tu pensi soltanto a mangiare, per questo l'agenzia sta andando in malora! Mettiti subito sulle piste del cornuto!"
"Avevi detto domani".
"Ho cambiato idea, Frank".
Tom Pozzo si alza e si dirige verso la porta.
"Che fai, capo? Esci già?"
"Non ho intenzione di perdere tempo, ho detto".
"Piove sempre più forte".  (continua)

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