Mi domando: che cosa
rimane da fare a un giovane di bell'aspetto e di belle speranze, da tempo in
cerca di lavoro, se non tentare la strada della notorietà televisiva?
Ho provato a
partecipare ai provini per il Grande
Fratello. Sono rimasto per tre giorni sotto il sole e la pioggia senza
mangiare né bere. Alla fine ho dovuto rinunciare per sfinimento. La fila non
era avanzata di un solo metro. Ho dovuto ripiegare su X Factor. Il canto non è la mia attitudine principale tuttavia ho
azzardato lo stesso. Se si è disperati occorre mettersi in gioco senza
esitazioni. Quando ho cantato, urlando a squarciagola, "...e se io muoiooo
da artigianooo..." sono stato cacciato a pedate. Niente da fare. Non
rimaneva che un'ultima possibilità: la famosa gara culinaria proposta dalla Pay
Tv Earth, Superchef. Ovviamente io
non so cucinare. Anzi, odio tutto ciò che ha a che fare con la cucina, tranne
mangiare. Con mia grande sorpresa ho superato la pre-selezione, che consisteva
semplicemente in un colloquio (mi è stato domandato, tra l'altro, se sul pesce
si può grattugiare il formaggio. Ho tirato a indovinare e ho azzeccato la
risposta esatta).
E adesso il gran giorno
è arrivato. Mi trovo qui, pronto a partecipare alla selezione vera e propria,
alla prova che potrebbe garantirmi un posto tra i concorrenti di Superchef. Prova che consiste nella
preparazione di un piatto a scelta da sottoporre alla valutazione dei terribili
giudici. Ed eccoli, i tremendi esaminatori, schierati proprio di fronte a me.
Ecco Giancarlo Bracco,
il super figo, l'idolo delle donne. Le sue due stelle sono ormai ammuffite
perché da almeno dieci anni non cucina più, i maligni dicono che non ne è più
capace, ha dimenticato tutto ciò che conosceva. Trascorre tutto il suo tempo
nei salotti televisivi, partecipando a party, eventi vari e presentazioni di
suoi libri, tutti di grande successo, tra i quali ricordo Il filetto perfetto e Il pasto rimasto - l'arte di cucinare con gli
avanzi. Accanto a lui c'è Giacomo Barbera. Di lui si dice che sia un gran
bevitore e soprattutto che sia gay. Lui non lo ha mai ammesso. Quando, durante le
interviste alle quali si sottopone di continuo, gli viene domandato con malizia
quali siano i suoi rapporti con le donne, risponde immancabilmente: "Da
quando sono diventato un personaggio noto, volo di fiore in fiore. Sapete, io
sono scapolo". Barbera dimentica di precisare che i fiori di cui parla non
sono orchidee, margherite o primule, bensì narcisi, gerani e caprifogli.
Appuntate sul vezzoso e attillato maglioncino porta le sue tre stelle di
cartone, che lo fanno sembrare uno sceriffo bulimico. Poi c'è Mino Turacciuolo,
due chef in uno tanto è grosso. Un autentico armadio. Pure lui non si cimenta con i fornelli da
tanto tempo, anche se continua a recarsi ogni giorno nella cucina del suo
elegante ristorante. Va in cucina soltanto per mangiare, e spazzola tutto
quanto trova a portata di fauci: cibi cucinati, pre-cotti e crudi. Una volta è
stato sorpreso nella cella frigorifera mentre succhiava con avidità un grosso
pezzo di manzo. L'ultimo giudice non è uno chef, bensì un imprenditore nel
campo della ristorazione e dell'industria vinicola. È italo-americano e si
chiama John Bastacosich, detto Bastian Contrario. Nel corso della sua carriera
pare abbia aperto quindici ristoranti e ne abbia chiusi più di venti. Lo so, i
conti non tornano, ma sulle riviste di gossip (sulle quali è sempre presente,
insieme alla mamma, alla nonna e alla bis-nonna) sta scritto così.
Ci siamo, tocca a me,
devo presentare il piatto che ho cucinato, dal quale dipenderà il mio destino.
"Vieni
avanti" dice Bracco con un ghigno.
Sposto il carrello e mi
posiziono di fronte ai quattro carnefici.
"Come ti
chiami?"
"Natale"
rispondo.
"Sei nato a
Pasqua?" dice Bastian Contrario. Tutti ridono.
"Che cosa fai
nella vita?" chiede Barbera.
"Sono
disoccupato".
"Non hai voglia di
lavorare?" chiede l'odioso italo-americano. Nuove sghignazzate del
quartetto.
"Sono perito
elettrotecnico" dico, in un sussulto di dignità.
"Bene, allora ci
presenterai un piatto elitri...zante!" Ancora il ripugnante ristoratore,
che mi ha preso di mira. Cerco di mantenermi calmo.
"La mia filosofia
di cucina si impronta sulla estrema semplicità" dico. "Pochi
ingredienti, e una ricerca ossessiva del sapore attraverso la loro esaltazione"
aggiungo.
"Bene, allora non
resta che assaggiare. Qual è il nome di piatto?" dice Bastian Contrario,
che poi si avvicina.
"Pasta in
bianco" annuncio, serio. Lui fa una smorfia, poi afferra una forchetta. e
infilza alcune penne.
Porta alla bocca, altra
smorfia.
"Questo
piatto..."
"...è una
merda" concludo io.
"Stop!"
interviene il regista.
"Quello lo doveva
dire il signor Bastacosich, non lei!"
"E perché non me
l'avete detto?"
"Pensavamo avesse
visto le altre edizioni del programma. Su, riprendiamo."
Bastian Contrario, come
da copione, sputa la mia pasta in un bidone e poi ritorna al suo posto
scuotendo la testa.
È la volta di Barbera.
Assaggia il mio piatto, e anche lui scuote il testone.
"È un piatto
triste" dice, con espressione desolata. "La pasta è scotta, troppo
peperoncino, e poi questa erba cipollina secca suscita malinconia". Se ne
va e lascia il posto a Turacciuolo, il quale assaggia a sua volta. Poi,
continuando a masticare, mi guarda.
"In questo piatto
non c'è amore" dice.
"Chef..."
dico io.
"Eh?"
"Anche se non c'è
amore se la sta mangiando tutta, ne lasci un po' per chef Bracco".
Lui piega con le mani
la forchetta, la butta e poi se ne va. Il pavimento trema.
Bracco mi si mette di
fronte, avvicina il suo viso al mio, mi squadra fisso a lungo con i suoi occhi
gelidi.
"Non ho nessuna
intenzione di assaggiare" dice alzando la voce. "Tu ci stai prendendo
in girooo!" urla.
"Il mio verdetto è
no" dice Barbera.
"No" dice
Turacciuolo. "Ed era anche poca" aggiunge.
"Anche per me è
no" dice Bracco.
"Questo ci ha
preso per culo" dice Bastian Contrario. "Vai via!"
"Posso dire una
cosa?" domando.
"Vuoi salutare
mamma e fidanzata?" dice Bastacosich, beffardo.
"No, volevo dirvi
di andare affanculo!"
"Stop!"
interviene il regista. "Tagliate!"
Esco dallo studio.
Purtroppo è andata male. Non tutto è perduto, però. Ho sentito dire da un
tecnico delle luci che stanno per iniziare le selezioni per un nuovo programma,
L'isola degli sconosciuti, vuol dire
che proverò lì. Mai arrendersi.
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