Powered By Blogger

mercoledì 9 marzo 2016

SUPERCHEF


Mi domando: che cosa rimane da fare a un giovane di bell'aspetto e di belle speranze, da tempo in cerca di lavoro, se non tentare la strada della notorietà televisiva?
Ho provato a partecipare ai provini per il Grande Fratello. Sono rimasto per tre giorni sotto il sole e la pioggia senza mangiare né bere. Alla fine ho dovuto rinunciare per sfinimento. La fila non era avanzata di un solo metro. Ho dovuto ripiegare su X Factor. Il canto non è la mia attitudine principale tuttavia ho azzardato lo stesso. Se si è disperati occorre mettersi in gioco senza esitazioni. Quando ho cantato, urlando a squarciagola, "...e se io muoiooo da artigianooo..." sono stato cacciato a pedate. Niente da fare. Non rimaneva che un'ultima possibilità: la famosa gara culinaria proposta dalla Pay Tv Earth, Superchef. Ovviamente io non so cucinare. Anzi, odio tutto ciò che ha a che fare con la cucina, tranne mangiare. Con mia grande sorpresa ho superato la pre-selezione, che consisteva semplicemente in un colloquio (mi è stato domandato, tra l'altro, se sul pesce si può grattugiare il formaggio. Ho tirato a indovinare e ho azzeccato la risposta esatta).
E adesso il gran giorno è arrivato. Mi trovo qui, pronto a partecipare alla selezione vera e propria, alla prova che potrebbe garantirmi un posto tra i concorrenti di Superchef. Prova che consiste nella preparazione di un piatto a scelta da sottoporre alla valutazione dei terribili giudici. Ed eccoli, i tremendi esaminatori, schierati proprio di fronte a me.
Ecco Giancarlo Bracco, il super figo, l'idolo delle donne. Le sue due stelle sono ormai ammuffite perché da almeno dieci anni non cucina più, i maligni dicono che non ne è più capace, ha dimenticato tutto ciò che conosceva. Trascorre tutto il suo tempo nei salotti televisivi, partecipando a party, eventi vari e presentazioni di suoi libri, tutti di grande successo, tra i quali ricordo Il filetto perfetto e Il pasto rimasto - l'arte di cucinare con gli avanzi. Accanto a lui c'è Giacomo Barbera. Di lui si dice che sia un gran bevitore e soprattutto che sia gay. Lui non lo ha mai ammesso. Quando, durante le interviste alle quali si sottopone di continuo, gli viene domandato con malizia quali siano i suoi rapporti con le donne, risponde immancabilmente: "Da quando sono diventato un personaggio noto, volo di fiore in fiore. Sapete, io sono scapolo". Barbera dimentica di precisare che i fiori di cui parla non sono orchidee, margherite o primule, bensì narcisi, gerani e caprifogli. Appuntate sul vezzoso e attillato maglioncino porta le sue tre stelle di cartone, che lo fanno sembrare uno sceriffo bulimico. Poi c'è Mino Turacciuolo, due chef in uno tanto è grosso. Un autentico armadio. Pure lui non si cimenta con i fornelli da tanto tempo, anche se continua a recarsi ogni giorno nella cucina del suo elegante ristorante. Va in cucina soltanto per mangiare, e spazzola tutto quanto trova a portata di fauci: cibi cucinati, pre-cotti e crudi. Una volta è stato sorpreso nella cella frigorifera mentre succhiava con avidità un grosso pezzo di manzo. L'ultimo giudice non è uno chef, bensì un imprenditore nel campo della ristorazione e dell'industria vinicola. È italo-americano e si chiama John Bastacosich, detto Bastian Contrario. Nel corso della sua carriera pare abbia aperto quindici ristoranti e ne abbia chiusi più di venti. Lo so, i conti non tornano, ma sulle riviste di gossip (sulle quali è sempre presente, insieme alla mamma, alla nonna e alla bis-nonna) sta scritto così.
Ci siamo, tocca a me, devo presentare il piatto che ho cucinato, dal quale dipenderà il mio destino.
"Vieni avanti" dice Bracco con un ghigno.
Sposto il carrello e mi posiziono di fronte ai quattro carnefici.
"Come ti chiami?"
"Natale" rispondo.
"Sei nato a Pasqua?" dice Bastian Contrario. Tutti ridono.
"Che cosa fai nella vita?" chiede Barbera.
"Sono disoccupato".
"Non hai voglia di lavorare?" chiede l'odioso italo-americano. Nuove sghignazzate del quartetto.
"Sono perito elettrotecnico" dico, in un sussulto di dignità.
"Bene, allora ci presenterai un piatto elitri...zante!" Ancora il ripugnante ristoratore, che mi ha preso di mira. Cerco di mantenermi calmo.
"La mia filosofia di cucina si impronta sulla estrema semplicità" dico. "Pochi ingredienti, e una ricerca ossessiva del sapore attraverso la loro esaltazione" aggiungo.
"Bene, allora non resta che assaggiare. Qual è il nome di piatto?" dice Bastian Contrario, che poi si avvicina.
"Pasta in bianco" annuncio, serio. Lui fa una smorfia, poi afferra una forchetta. e infilza alcune penne.
Porta alla bocca, altra smorfia.
"Questo piatto..."
"...è una merda" concludo io.
"Stop!" interviene il regista.
"Quello lo doveva dire il signor Bastacosich, non lei!"
"E perché non me l'avete detto?"
"Pensavamo avesse visto le altre edizioni del programma. Su, riprendiamo."
Bastian Contrario, come da copione, sputa la mia pasta in un bidone e poi ritorna al suo posto scuotendo la testa.
È la volta di Barbera. Assaggia il mio piatto, e anche lui scuote il testone.
"È un piatto triste" dice, con espressione desolata. "La pasta è scotta, troppo peperoncino, e poi questa erba cipollina secca suscita malinconia". Se ne va e lascia il posto a Turacciuolo, il quale assaggia a sua volta. Poi, continuando a masticare, mi guarda.
"In questo piatto non c'è amore" dice.
"Chef..." dico io.
"Eh?"
"Anche se non c'è amore se la sta mangiando tutta, ne lasci un po' per chef Bracco".
Lui piega con le mani la forchetta, la butta e poi se ne va. Il pavimento trema.
Bracco mi si mette di fronte, avvicina il suo viso al mio, mi squadra fisso a lungo con i suoi occhi gelidi.
"Non ho nessuna intenzione di assaggiare" dice alzando la voce. "Tu ci stai prendendo in girooo!" urla.
"Il mio verdetto è no" dice Barbera.
"No" dice Turacciuolo. "Ed era anche poca" aggiunge.
"Anche per me è no" dice Bracco.
"Questo ci ha preso per culo" dice Bastian Contrario. "Vai via!"
"Posso dire una cosa?" domando.
"Vuoi salutare mamma e fidanzata?" dice Bastacosich, beffardo.
"No, volevo dirvi di andare affanculo!"
"Stop!" interviene il regista. "Tagliate!"
Esco dallo studio. Purtroppo è andata male. Non tutto è perduto, però. Ho sentito dire da un tecnico delle luci che stanno per iniziare le selezioni per un nuovo programma, L'isola degli sconosciuti, vuol dire che proverò lì. Mai arrendersi.

Nessun commento:

Posta un commento