Il convegno sta volgendo
alla fine. Mi trascino stancamente nella sala cinema dove stanno proiettando un
film. Tutti i posti sono occupati. Mi rassegno a stare in piedi, quando un
collega mi fa un cenno.
"Laggiù c'è un
posto libero" mi dice, e indica una direzione. Lo ringrazio e finalmente
mi siedo. Sono stanco, i miei piedi sono doloranti. Accanto a me c'è una
ragazza, alla quale non rivolgo nemmeno un'occhiata. Il film è interessante,
anche se è quasi terminato. Dopo poco tempo si accendono le luci. Quello è il
mio ultimo ricordo della giornata.
Quando mi sveglio, il
mattino dopo, mi ritrovo in una vasca da bagno. Non sono solo. Percepisco
l'acqua tiepida e soprattutto il calore di un altro corpo. Le mie gambe e i
miei piedi sono intrecciati con quelli di una donna, che sta ancora dormendo.
Entrambi siamo nudi.
Meravigliato, stupito,
attonito, rimango immobile per un lungo istante. Poi il mio corpo inizia a
reagire, stimolato da quella sensuale e calda presenza. La donna, senza risvegliarsi,
inizia a muoversi. I suoi non sono, tuttavia, i movimenti di chi è pronto ad
accogliere, ma di chi respinge. Non mi vuole.
Mi divincolo, mi alzo
in piedi, scavalco con una certa difficoltà le alte pareti della vasca da bagno
ed esco fuori. Mi dirigo nell'ambiente attiguo, una minuscola stanza con un
letto, che è intatto. Voglio andare via, e mi metto alla ricerca dei miei
vestiti. Che non riesco a trovare.
"Vieni qui".
La donna, che deve essersi svegliata.
Obbedisco - che altro
posso fare? - e ritorno da lei.
La guardo. Si sta
stiracchiando con voluttà. Esegue delle piccole mosse, quasi una specie di
ginnastica dolce. Ha i capelli lunghi, leggermente umidi, il corpo bianco e
snello. I suoi occhi brillano.
Mi avvicino, allungo un
braccio, e la tocco. Lei sembra gradire. Accarezzo le sue cosce, il ventre,
infine i seni, che sono morbidi, quasi privi di reale consistenza. Lei chiude
gli occhi e si passa più volte la lingua sulle labbra.
"Proviamo a fare
l'amore" dice.
Annuisco.
"Lì dentro?"
domando.
"No, andiamo sul
letto" risponde lei. "Prima aiutami a svuotare la vasca"
aggiunge.
"D'accordo"
rispondo. "Dimmi che cosa devo fare".
Lei si mette a sedere.
Poi inizia a dare spiegazioni.
"Sui due lati, proprio
di fronte te, ci sono delle leve. Devi sganciarle, entrambe, e poi farle
scorrere verso il basso. Lei hai trovate? Ecco, così. Giù, fino in fondo. Bene.
Adesso devi smuovere il pannello, quello che ricopre lo smalto. No, non così,
tiralo verso di te. Piano. Vedi quella piccola fessura? Guarda bene.
All'interno c'è un telo. Afferralo in alto e in basso e poi sfilalo lentamente.
Piano, con calma, altrimenti si può strappare. Adesso puoi rimuovere
completamente il pannello. Appoggialo dietro di te. In fondo, sulla sinistra,
c'è uno sportello. Sì, proprio quello. Devi fare leva e aprirlo. Non ci riesci?
Prova di nuovo".
Ne ho abbastanza. Mi
rialzo dalla posizione accovacciata in cui mi trovo.
"Che cosa fai,
rinunci?" dice la donna. Nella sua voce c'è delusione.
"Non amo i
preliminari troppo lunghi" dico, prima di lasciare la stanza. Nudo.
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